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LA STRATEGIA DELLA REGIONE

Lo stato di crisi del Gruppo A. Merloni coinvolge migliaia di lavoratori in tre Regioni, concentrati soprattutto nell’entroterra marchigiano ed umbro.
Tale situazione di crisi si riflette negativamente sull’indotto diretto e indiretto di piccole imprese del territorio, con tensioni fortissime sul piano finanziario che rischiano di generare effetti a catena e pesanti riflessi occupazionali;

Innanzitutto, pertanto, esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutti i lavoratori coinvolti in tale crisi ed alle loro famiglie. Tale solidarietà si esprimerà anche con l’adesione e la partecipazione della Regione non solo all’incontro previsto oggi pomeriggio al Ministero, ma anche alla manifestazione dei Sindacati che si terrà prima a Roma.

Esprimiamo solidarietà e vicinanza, dunque, anche per l’impegno attivo e propositivo del Sindacato e delle Categorie economiche, accanto a quello delle Istituzioni, per favorire una soluzione positiva di tale crisi.

L’Azienda A. Merloni, come anche auspicato dalle Regioni, dagli Enti locali e dalle Forze sociali ed economiche, ha attivato presso il Ministero allo Sviluppo Economico le procedure della legge Marzano, e che sono stati nominati dallo stesso Ministero tre Commissari straordinari.

Il progetto di Accordo di Programma elaborato da Regioni, Enti locali, Forze sociali, e presentato al Ministero allo Sviluppo economico, definisce risposte per garantire la salvaguardia dei lavoratori e la tenuta dell’indotto di piccole imprese e del territorio, con strumenti regionali, nazionali ed europei, lungo tre principali filoni di intervento: difesa del lavoro e del reddito; attrazione di nuovi investimenti per la reindustrializzazione; rilancio e diversificazione dell’economia locale del distretto.

Il Governo nazionale è ora chiamato a definire risposte concrete e reali impegni finanziari rispetto ai contenuti di tale proposta di Accordo di programma; tra queste evidenzio la concessione di un adeguato fondo di ammortizzatori sociali in deroga per le piccole imprese rappresenta un’esigenza fondamentale per il sostegno del reddito e della coesione sociale dei territori interessati.

E’ importante, infatti, il coinvolgimento dell’intera filiera istituzionale su tale vicenda, che finora ha visto la costituzione del tavolo interregionale di cui fanno parte le Regioni Marche, Umbria ed Emilia Romagna, le Province di Ancona, Macerata, Perugia e Reggio Emilia, i Comuni sede degli stabilimenti; del gruppo di lavoro con sede a Fabriano istituito per monitorare la situazione creatasi a seguito della crisi; del tavolo nazionale per costruire lo strumento fondamentale dell'Accordo di programma tra Governo centrale e Regioni.

La collaborazione dell’intera filiera istituzionale e sociale è fondamentale per superare tale crisi, così come lo è stato 10 anni fa. Infatti, credo non sia esagerato parlare della necessità di affrontare un secondo terremoto, anche se di diversa natura. Va ridimensionata la vulnerabilità di un sistema territoriale come quello dell’entroterra umbro-marchigiano, che presenta oltre il 50% di occupati nel settore industriale, contro la media nazionale del 31% ed europea del 27%.

E’ altrettanto importante, anzi è una necessità indifferibile, la presentazione del piano industriale dell’A. Merloni per la tutela delle prospettive occupazionali, sociali ed economiche del territorio, con la salvaguardia dei siti produttivi nazionali, la realizzazione di un ampio confronto sociale ed istituzionale, il rifiuto di scelte e operazioni di natura finanziaria o speculativa.

Pertanto, la strategia della Regione per affrontare la crisi dell’A.Merloni si basa su due obiettivi principali: Legge Marzano e Accordo di programma per tutelare l’indotto ed il territorio.

Con la Marzano si attivano gli ammortizzatori per i lavoratori dell’A.Merloni.

Con l’Accordo di programma abbiamo anche chiesto innanzitutto ammortizzatori sociali in deroga per i lavoratori delle piccole imprese dell’indotto, che altrimenti rischiano di non avere tutela, si tratta di una stima di circa 30 milioni di euro per le tre regioni.

Il secondo passo, riguarda nuovi investimenti, importanti per la reindustrializzazione del territorio: la Regione ha programmato uno fondo per incentivare nuovi insediamenti produttivi di piccole imprese, attraverso l’abbattimento degli oneri di urbanizzazione ed il sostegno della BEI (Banca europea degli investimenti).

Il terzo passo, riguarda il rilancio e la diversificazione dell’economia locale, per la quale sono previsti diversi strumenti: estensione dei benefici della Legge 181; nuovi regimi di aiuto 87.3.c anche per progetti delle piccole imprese; contratti di programma con riduzioni delle soglie minime di investimento; orientamento territoriale dei progetti nazionali di “Industria 2015”.

Tra gli interventi regionali risulta fondamentale la funzione di garanzia del “Fondo di solidarietà per il lavoro e le piccole imprese” attivato dal Governo delle Marche, soprattutto in una fase come quella attuale caratterizzata da una crisi finanziaria internazionale che rischia di avere pesanti ricadute anche sull’economia reale.

Altre azioni proposte riguardano sempre le piccole imprese dell’indotto: sarebbe semplice nelle modalità, rapido e significativo negli effetti, un intervento di vantaggio legato a specifici benefici fiscali e previdenziali, da prevedere attraverso la legge finanziaria 2009; restituzioni IVA sulle fatturazioni ancora non saldate; revisione studi di settore; rimodulazione del piano di rientro della “busta pesante”.

Le Regioni Marche ed Umbria hanno chiesto al Governo nazionale di posticipare l’inizio della restituzione degli oneri sospesi al 2009, evitando cumuli di rate e innalzando la quota di esonero almeno fino all’80-90%, per alleviare la sofferenza socio-economica dell’intero territorio.

A seguito di tale richiesta è stato emanato nei giorni scorsi un decreto che prevede l’inizio della restituzione a gennaio 2009: alcune integrazioni sono necessarie per evitare disparità di trattamento tra settore pubblico e privato.

Altrettanto importante è la localizzazione di specifiche funzioni istituzionali ad impatto occupazionale.

Dunque, come sempre l’impegno del Governo regionale è a 360 gradi, per affrontare con determinazione tale situazione di crisi di un territorio e salvaguardare la coesione sociale della comunità.

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