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ITALIANI ALL’ESTERO: SERVE IL PARTITO E SI DEVE FARE QUI E SUBITO

Una carrellata degli articoli sul Partito Italiani all'Estero

SIAMO ANCORA IN TEMPO PER UN'AZIONE IN CONTROPIEDE

“A tutti gli italiani della terra” è stato il titolo di dodici editoriali con i quali, attraverso questo giornale, ho voluto affrontare una questione molto delicata inerente le comunità italiane all’estero. Il primo articolo in questo senso risale ad epoche non sospette e cioè al 20 settembre 2007.

Sono anni ormai che la novità costituzionale mi affascina per gli sviluppi imprevedibili che avrebbe potuto apportare perciò l’ho seguita da vicino con la mia presenza fisica alle Camere. Il nocciolo di questa questione sarebbe dovuto maturare lentamente e, soprattutto, spontaneamente. Così non è stato e me ne assumo per intero la colpa. D’altronde non era neanche possibile essere espliciti tout court per non ingenerare false convinzioni o reazioni fuori luogo. Saper scrivere significa anche questo. Devo ammettere di non aver saputo scrivere, quindi di non aver saputo comunicare.

E’ meglio dunque che io non mi dilunghi oltre nel riassunto delle puntate precedenti e vada subito al sodo. L’esperienza del voto degli italiani all’estero, per certi versi entusiasmante, vede ultimamente il suo epilogo. Epilogo che non è di oggi o di ieri, ma di molto, molto tempo prima. Non è stato denunciato abbastanza nei modi convenienti dalle istituzioni anche per un approccio alla politica tante volte infantile quando non interessato. Si è confuso il rapporto sul territorio che i politici italiani hanno nelle loro circoscrizioni in Italia con il rapporto degli eletti all’estero in quelle estere. Sarebbe comunque un peccato se questa esperienza dovesse trovare definitivamente fine. Per poter provvedere in tempo è necessario fare subito un qualcosa che devii la macchina sulla strada giusta con una sterzata che riporti il tutto alla normalità. Non c’è nessun’altra possibilità di incidere sulle istituzioni, nei palazzi che contano, se non si ha un partito alle spalle. Un partito che prima non esisteva e che oggi esiste senza i vincoli della logica esistente. Né Forza Italia, né Popolo della Libertà, né Alleanza Nazionale, né Partito Democratico, né Italia dei Valori, insomma né Nessuno di quelli che esistono e che hanno sfiancato la pazienza e la sopportazione di tutti gli italiani. Questa constatazione semplice ed elementare sarà bollata semplicisticamente come antipolitica da chi neanche conosce il significato dell’antipolitica.

Organizzare un partito che vi rappresenti significa una cosa sola e risolutiva: entrare in Parlamento con una rappresentanza che configuri un Gruppo parlamentare. Ciò vuol dire che un gruppo avrà la forza contrattuale, nelle alleanze di governo, che farà sentire la propria voce in fase di programma ma soprattutto in relazione alle decisioni in Commissione ed in aula con il loro voto. La politica funziona così: più voti in aula hai e più conti, altrimenti ciccia. Ora, gli eletti all’estero sino a questo momento hanno dovuto affidarsi ai loro partiti di riferimento per poter mandare avanti le loro istanze, hanno dovuto pregare le segreterie di partito per potersi fare appoggiare. Hanno dovuto persino pregare il loro capogruppo per poter parlare in aula e se lo hanno fatto era nelle ore più impensate e nelle giornate dove oltre all’oratore, c’era il Presidente e nessun altro. Quindi nessuno degli eletti all’estero ha responsabilità. Essi sono latori di un alibi di ferro che non è la pezza a colori procurata apposta per giustificarsi, ma la realtà. In effetti, non si è potuto verificare la forza e la portata della loro efficienza proprio perché non hanno avuto l’appoggio propulsivo di un partito.

Che grande opportunità avete per poter portare anche una ventata di aria pulita in Italia. Voi servite molto di più di quanto non siano servite le vostre rimesse negli anni dell’emigrazione selvaggia per fame ed indigenza. Come avete fatto a non odiare questo paese che vi ha lasciato partire con i buchi nelle scarpe e la pena nel cuore? Avere la consapevolezza che quelle banchine del porto erano, di fatto, il capezzale dei vostri cari lasciati in patria morti vivi per avere la convinzione già dalla partenza di non rivederli mai più?

Insomma, siete tanti, siete milioni, avete materialmente la possibilità di formare un partito che entri in parlamento. Non abbandonate la speranza, riunitevi spontaneamente e siate voi a convocare i Presidenti di Comites. Scoprite chi è fortemente politicizzato e scartatelo se non vi convince. Prendete il vostro destino con le mani e portatelo in parlamento. Avete la forza dei numeri. Non fatevi ingabbiare nella logica della politica italiana. Diffidate di quanti si fanno vedere in pubblico ed ogni occasione è buona per potersi mettere in prima fila. Lasciate stare le promesse impossibili che vogliono garantire solo la conservazione del portafoglio elettorale. Sappiate che non vi regalerà più niente nessuno. E se soffrite perché vostro figlio o vostra figlia parlano solo straniero, ricordatevi che avete dei diritti ed una forza contrattuale potente, forte, un trapano appuntito. Riunitevi da soli, riorganizzatevi in proprio, escludete tutti quelli che da troppi anni sono sulla ribalta e che predicano solo e sempre le stesse nenie. Voi avete diritto di sedervi nei primi posti della platea. Voi siete i protagonisti a voi devono essere riservati quei posti dove siedono di solito le signore delle personalità.

Con un partito, con dei numeri “attivi” fatto anche da italiani in Italia sarete capaci di portare avanti le vostre istanze che non sono solo le solite cosette, ma proponetevi come forza propulsiva del paese. Diventate parte integrante, Compartimento del Ministero degli Esteri proponendo, attraverso i vostri rappresentanti che vi sarete scelti a seconda del sistema elettorale vigente, soluzioni innovative per l’economia italiana.
Siate interpreti nuovi dell’Innovazione politica e culturale dell’Italia. Innovatori di problematiche divenute mondiali oltre che nazionali. Pensate al futuro in termini positivi, lasciate stare i burocrati che a forza di carte, verbali, elezioni locali, vi ammorbano prendendo proprio tutto il vostro tempo non lasciandovi neanche la possibilità, se non a fine serata, di dire al Guru di turno: Onorevole, le ricordo la questione di mio figlio e sentirsi rispondere “sto provvedendo, vedendo non ti preoccupare.

Innovare significa darsi una configurazione programmatica che nel medio e lungo periodo vi possa mettere in una condizione di primeggiare ed essere propositivi per il vostro stesso futuro, per quello dell’Italia e delle vostre famiglie. Svegliatevi dal torpore nel quale le sale dei convegni inutili e dispendiosi vi hanno trascinato per anni. Datevi un futuro, avvicinatevi alla rete internet, studiate il computer, comunicate tra voi in tempo reale, informatevi informando, non delegate alle mezze tacche, ai praticoni, agli affaristi per colpa dei quali voi venite giudicati solo una spesa. Portate la vostra esperienza acquisita in paesi più progrediti qui in madre patria. Voi avete molte cose da dire. Non fate che il vostro rimpianto qualche volta a giusta ragione divenuto rancore vi coinvolga nell’immobilismo.

Non accettate più istituzioni che vi hanno raccontato favolette facendovi tornare a casa come degli zombi senza niente in mano con l’unica convinzione che non si era combinato nulla ancora una volta.

Vi propongo la creazione di un partito, non un movimento né associazione perché ce ne sono già tante utilissime peraltro anche se sarebbe auspicabile meno manipolazione politica e meno strumentalizzazioni. Vi propongo un partito perché è la sola cosa che potete ancora fare alla grande. Vi propongo il partito perché ho toccato con mano l’impotenza che si taglia con il coltello del pane. Vi propongo un partito perché al tavolo buono dove si decide possiate dire –NO- non voto. Vi propongo un partito affinché i vostri rappresentanti eletti in parlamento non rispondano ed obbediscano ad alcuna logica becera di partito e possano negare la fiducia al governo quando occorre. Vi propongo un partito per togliervi dalle scarpe quelle pietre che sono in realtà il retaggio della mortificazione perpetrata negli anni e che ultimamente ha raggiunto il suo apice.

Per fare tutto questo però una cosa indispensabile è cambiare la legge elettorale sul voto all’estero, abolire la Circoscrizione Estero e chiedere il voto per corrispondenza per evitarvi viaggi solo dispendiosi. Ciò che avviene già in alcuni paesi europei di gran lunga più civili del nostro potrà avvenire anche qui.
Non per incostituzionalità dell’articolo 8 della legge con la Costituzione italiana, non per evidenti limitazioni ed incongruenze tanto spesso denunciate, non per artato, voluto errore, ma semplicemente perché alla prova dei fatti, la Circoscrizione Estero ha rappresentato un limite alla vostra forza. Sapete cosa significano 18 parlamentari divisi tra Camera e Senato per giunta divisi ancora in cinque partiti? Dovete chiedere l’abolizione della circoscrizione estero perché, alla prova sul campo ha dimostrato tutte le sue pecche limitando di fatto e sottraendo a voi la forza della quale naturalmente siete portatori. L’occasione è prossima con la riforma della legge elettorale italiana tante volte annunciata.

Non credete neanche che bisogna essere residenti all’estero per forza di cose per rappresentarvi. Questa è demagogia da parte di chi detiene la sicurezza della politica con la quale ottenere un consenso fasullo. Non è vero che le vostre problematiche le conosce solo chi vive all’estero. Non occorre essere residenti all’estero quindi per farvi partecipare ad un progetto di innovazione a partire da voi stessi in primis e poi per continuare nel vostro progetto zeppo di propulsione. Se la paura è quella che saranno eletti solo i parlamentari di lungo corso, i furboni vecchi della politica, posso assicurarvi che neanche questo è vero. Questo partito dovrebbe avere una sua lista alla quale accederanno solo persone che nulla hanno a che fare con le nomenclature dei partiti. Voi stessi deciderete la lista dei nomi insieme a quanti dei vostri rappresentanti sul territorio vorranno contribuire.

E’ ora di smetterla di leggere imbrogli elettorali di gente che entra ed esce dal Parlamento senza averne diritto come noi entriamo ed usciamo dalla porta del bagno. E’ ora di porre un punto fermo alla vecchia organizzazione delle vostre comunità fatta di incontri noiosi ed improduttivi.
Vi propongo un partito perché non avete niente altro da fare. Speravo veramente che i dodici editoriali che ho scritto “A tutti gli italiani della terra” fossero efficaci per farvi organizzare in questo senso già dal settembre 2007. Ma se tutto ciò non è avvenuto è perché non si ha nessun interesse a che voi diveniate un partito. Cambiate la vostra storia e cambiatela in meglio soprattutto per i vostri figli e per questa nazione che sta nauseando anche i più incorreggibili ottimisti. Per quanto mi riguarda mi rendo disponibile ad aiutarvi in questa organizzazione come voce che faccia da spinta a prendere una decisione.

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Partito per il Partito Italiani all’Estero c/o Avv. Salvatore VigliaVia Veneto, 108 -00187 – Roma (ITALY)

via fax:All’attenzione di Salvatore Viglia

Fax: +39 06 5022036 06 42014549 Tel. 06 5022036 Cell. 3383693744

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