Partito Italiani all’Estero: perchè dico si

Texas

La proposta dell’amico Viglia ha colto un po’ di sorpresa tutti gli italiani all’estero, anche quelli che frequentano abitualmente la politica italiana, tutti insomma sono rimasti immediatamente spiazzati da questa proposta che, insieme ai molti dubbi (come e’ normale per ogni nuova iniziativa), trova pero’ anche valide motivazioni per decidere di guardarla piu’ da vicino e capire dove vuole arrivare.

Relativamente ai dubbi, tutti si chiedono: perche’ un nuovo partito? Ce ne sono gia’ tanti! Anche se dal Parlamento ne sono rimasti fuori di piu’ di quanto sarebbe stato auspicabile.

Il perche’ lo si trova pero’ scavando un piu’ a fondo nella proposta avviata due giorni fa, e consiste nel fatto che questo nuovo partito non cerca una posizione di nicchia tra i giganti della partitocrazia che dominano il panorama politico italiano, ma parte con l’ambizione di diventare, non subito ma in tempi rapidi, una stella di prima grandezza.

Non e’ mania di grandezza, e’ stato di necessita’, perche’ parafrasando Garibaldi: “qui o si fa l’Italia o si muore”.

Questa Italia non e’ piu’ quella che noi, italiani residenti all’estero, abbiamo lasciato, ora e’ diventata irriconoscibile, certamente peggiore. Eppure la maggior parte di noi l’ha lasciata perche gia’ allora, pochi anni fa, c’era qualcosa che andava storto e ci faceva sperare che all’estero avremmo trovato maggiori opportunita’ per il futuro nostro e dei nostri eredi.

Non e’ cosi’, l’abbiamo lasciata triste, la ritroviamo in angoscia.

In Italia oggi i figli dei nostri fratelli e dei nostri cugini hanno persino meno futuro di quello che a noi gia’ sembrava misero e invivibile e che ha spinto molti di noi a fare un passo magari duro, ma pieno di speranza, alla ricerca della fortuna.

I giovani italiani di oggi non possono piu’ avere nemmeno la speranza.

Nei posti chiave della nostra economia i nostri politici invece di metterci esperti di industria, di commercio e di finanza ci hanno messo esperti di comunicazione.

Infatti tutti i posti chiave delle istituzioni e dell’economia ormai sono occupati o da professionisti della politica o da imbonitori, pardon, esperti della comunicazione, che hanno trovato nella comunicazione l’anello debole della democrazia e se ne sono impadroniti, praticamente con lo stesso trucco che servi’ a Ulisse per impadronirsi di Troia.

Fini dopo Bertinotti. Rispettabilissime persone, per carita’, ma entrambi ex segretari di partito. Come ci sono arrivati due ex segretari di partito al vertice di una istituzione, la Camera dei Deputati, che nella logica dovrebbe essere raggiunta solo da persone di grande equilibrio ed equidistanza tra le parti? Con tutta la buona volonta’ che ci possono mettere, come possono essere equidistanti due che per tutta la loro vita hanno dovuto soprattutto esser bravi nell’ essere faziosi?

E cosa ci fa il massimo esperto di comunicazione italiano, il padrone di Mediaset, di Mondadori e di mezza Italia, sulla potrona di Palazzo Chigi mentre occupa contemporaneamente la veste di leader della “maggioranza” in Parlamento? La divisione dei poteri, sacro principio su cui si fonda ogni democrazia, lui ne ha almeno sentito parlare, visto che studia riforme per avere ancor maggiore potere?

E l’opposizione, quella che trent’anni fa avrebbe fermato il paese se si fosse trovata minacciata da una situazione del genere, cosa fa, dorme ?

Tutto finito, tutto da rifare, come diceva il pio Bartali.

Bene, allora bisogna ricominciare da qui.

Noi italiani all’estero abbiamo qualcosa di piu’ da dire e da dare. Perche’ oltre al coraggio che ci e’ servito per cominciare un’avventura ora abbiamo anche l’esperienza di conoscere almeno due realta’ diverse, che possono essere messe a confronto per dire dove, come e quale delle due funziona meglio.

La rappresentanza in Parlamento che Tremaglia ci ha dato non ci puo’ bastare, perche’ i partiti sono gia’ arrivati anche qui. I nostri eletti in realta’ non rappresentano noi, rappresentano i partiti che li hanno scelti e portati in Parlamento a Roma, e ai quali ora debbono obbedire in silenzio, altrimenti la prossima volta sceglieranno un puledro piu’ docile (siamo solo alla seconda elezione, ma e’ gia successo con qualcuno dei nostri rappresentanti che non e’ stato ricandidato!). Possiamo allora davvero sperare che si facciano paladini delle nostre istanze? Al massimo chiederanno mestamente la carita’ per noi, qualche briciola senza pretese, ma senza infastidire i conducenti, perche’ se creano disturbo li scaricano subito, tanto possono farne a meno, i numeri li hanno lo stesso.

Questa e’ la realta’ della partitocrazia che domina oggi l’Italia delle Istituzioni.

Allora bisogna per forza ricominciare da un partito nuovo, un partito che stia assolutamente dalla parte della gente, che stia veramente dalla parte degli elettori. Un partito che, a differenza di tutti gli altri, abbia gia’ nel suo DNA un codice etico che obblighi sempre i suoi rappresentanti a stare dalla parte dei rappresentati.

Ecco quale sara’ il DNA che differenziera’ questo partito da tutti gli altri (che pero’ io chiamerei “Nuova Democrazia” per non chiuderlo nel recinto degli italiani all’estero):

IL CODICE ETICO DEL POLITICO

Ogni rappresentante del partito, sia a livello dirigenziale che al momento della sua candidatura ad una carica elettiva, deve fare giuramento, e in seguito sempre attenersi, a questa scala di interessi:

1. (al primo posto) curare gli interessi prevalenti dei cittadini che rappresenta

2. (al secondo posto) curare gli interessi del partito a cui appartiene

3. (al terzo e ultimo posto) curare i propri interessi di personaggio politico

La scala degli interessi funziona in ordine gerarchico: il politico puo’ curare i propri interessi politici (v. punto 3) solo se facendo cio’ non confligge con gli interessi secondari della scala (punto 2, quelli del partito) e con quelli primari (punto 1, quelli degli elettori). Per fare gli interessi del partito dovra’ pertanto prima accertarsi che cio’ non vada a discapito dell’ interesse primario degli elettori.

Benche’ la rappresentazione di cui sopra sembri banale, e’ invece l’uovo di Colombo, poiche’ in realta’ la scala di interessi di cui sopra, che dovrebbe essere la colonna portante di ogni democrazia, non e’ oggi rispettata da alcun politico. In tutti i partiti, quando va bene, troviamo l'ordine di interessi 2-1-3 (cioe’ l’interesse del partito al primo posto), altrimenti e' addirittura un terrificante 3-2-1.

Ecco quindi facilmente spiegato perche’ la democrazia non funziona. Come fa a funzionare una democrazia dove le istituzioni (praticamente quasi tutte) sono occupate da gente che fa prima di tutto gli interessi dei partiti, quando non addirittura i propri personali interessi, prima che l’interesse della gente?

Sarebbe come se un Consiglio di Amministrazione invece di fare l’interesse dell’impresa facesse gli interessi dei suoi consiglieri d’amministrazione. Quell’impresa sarebbe destinata a fallire in breve tempo, potete starne certi!

Ed e’ proprio quello che sta succedendo all’Italia di oggi, purtroppo.

Ecco perche’ serve il nuovo partito, che si rivolge a tutti gli italiani che vogliono togliere la guida del paese alla partitocrazia per riconsegnarla agli intellettuali, tra i quali oggi gli italiani all’estero sono quelli che possono dare il maggiore e migliore contributo. Occorre naturalmente precisare che per essere intellettuali non e’ necessario essere scienziati o plurilaureati, e’ sufficiente avere normale intelligenza, ma bisogna anche avere ferma volonta’ di usarla quando si ragiona di politica e di democrazia, invece di limitarsi a fare il tifo per questo o quel partito o personaggio politico.

Il “Codice Etico” di cui sopra entrera’ nello Statuto del nuovo partito e sara’, nella sua semplicita’, l’antibiotico che sconfiggera’ il virus della partitocrazia.

Scrittore, giornalista, economista

P.S.

Per iscriversi (gratuitamente) al nuovo partito andare a:

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