Sulla prostituzione…

Non basta dire che da oltre cinquanta anni in Italia non si riesce a discutere di prostituzione – con tutte le conseguenze che da questo fenomeno derivano – per essere automaticamente nel giusto. Ne mi pare giusto semplificare il problema e riportarlo nella sfera di una semplice questione di ordine pubblico o di sicurezza delle città. Un sindaco di una grande città – prendiamo ad esempio Roma – è nel giusto se si pone il problema di restituire ai cittadini, ai turisti, agli immigrati, parti della città che sono state “espropriate” dalle attività che ruotano attorno alla prostituzione. Ma il sindaco di una grande città deve porsi anche il problema delle conseguenze delle proprie azioni. Spostare il problema da Roma a fuori le mura, oppure trasferirlo in luoghi dove non vi è pubblica esposizione ma può esservi analogo sfruttamento, con un peggioramento delle condizioni, deve interessare il primo cittadino di una grande città e tutti i cittadini. Altrimenti – come per la proposta del Ministro Carfagna – la logica deduzione è che si tratti di un provvedimento bigotto, che vuole evitare di affrontare il problema semplicemente portandolo lontano dagli occhi dei cittadini. In questo modo – come sempre – il rischio e di fomentare l’illegalità e favorire le attività illecite organizzate.
Sono convinto che la prostituzione debba essere regolata. La regola fondamentale della domanda e dell’offerta mi porta a pensare che non basti agire sull’offerta spostandola in altri luoghi e sulla domanda applicando le sanzioni. Solo una volta che sarà stato regolato il fenomeno, sarà giusto applicare tutti gli strumenti della legge per punire chi non sta nelle regole.
In molti Stati d’Australia la prostituzione è regolata. Dove non è regolata viene tollerata quando si svolge in luoghi “privati”ma spesso è gestita dalla criminalità organizzata ed è stata al centro di scandali che hanno coinvolto anche le forze dell’ordine.
In una società moderna abbiamo il dovere di proteggere tutti. Fare in modo che nessuno debba prostituirsi per necessità, evitare che questa attività umana venga gestita dalla criminalità comune ed organizzata, evitare che lo Stato, nel tentativo di non promuovere il fenomeno lo trasformi in un pericoloso boomerang sociale.

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