Finanziaria distruttiva per gli italiani nel mondo

Così non va! La politica del Governo Berlusconi verso le comunità italiane all’estero è decisamente ostile. L’allarme era scattato già nello scorso mese di giugno allorché fu convertito in legge il DL n. 93 (Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie) che ha abolito l’ICI sulla prima casa. Infatti, al fine di reperire le risorse per far fronte al buco derivante dall’abolizione dell’ICI, il Governo aveva operato tagli consistenti su fondi già stanziati dalla finanziaria di Prodi, colpendo anche le comunità italiane all’estero. Durante la campagna elettorale la senatrice Contini, responsabile del PdL all’estero, fu prodiga di promesse arrivando a sostenere l’incostituzionalità dei provvedimenti discriminatori indirizzati agli italiani all’estero che, tra l’altro, non hanno dimenticato la lettera e l’abbraccio a tutti che l’allora on. Berlusconi, e ora Presidente del Consiglio, inviò a tutti i cittadini italiani residenti all’estero. Un abbraccio che alla prima prova dei fatti (la succitata legge) si è rivelato letale: le comunità italiane residenti all’estero non solo sono state escluse dal provvedimento sull’ICI ma è stato tolto loro anche l’ulteriore detrazione approvata dal Governo Prodi.

Ma, come s’usa dire, “Il peggio non è mai morto!” e il successivo DL n. 112 (Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione delle finanza pubblica e la perequazione tributaria) – la famosa manovra economica triennale spiegata in 9 minuti dal Min. Tremonti – ha assestato un colpo durissimo al bilancio del Ministero degli affari esteri e di conseguenza agli stanziamenti che occorrono per far funzionare la rete di servizi che le nostre comunità hanno costruito attraverso un impegno di decenni e con tanto lavoro di volontariato.

L’attuale coalizione al potere, anziché confermare l’impegno straordinario prodotto dal Governo Prodi, ha deciso di smantellare tutto negando dignità alle comunità italiane all’estero che generano un flusso economico per il nostro Paese, che definire enorme è riduttivo. Basti pensare alle pensioni pagate dall’estero ai nostri ex-emigrati ora residenti in Italia, che assommano a diversi miliardi di euro, o al turismo di ritorno e alla promozione e commercializzazione dei prodotti italiani. Uno studio dell’università di Mannheim sull’imprenditoria sviluppata dagli immigrati in Germania quantifica, per esempio, che sul solo versante della ristorazione gli italiani fatturano oltre 15 miliardi di Euro (la metà di quanto fatturano i turchi con il commercio) e ci vuole poca immaginazione per sapere che i prodotti utilizzati provengono in grandissima parte dall’Italia.

A fronte di tutto ciò il Governo ha tagliato i fondi agli anziani (ultra sessantacinquenni) in stato d’indigenza e ha introdotto misure restrittive che limitano, fino ad abolirla, l’erogazione dell’assegno sociale istituito dalla legge n. 335 del 1995.

In tema di rete consolare con i vari annunci di questi ultimi mesi sulla impostazione dell'informatica e degli accorpamenti consolari abbiamo raggiunto il ridicolo. Ora abbiamo in Svizzera e Germania, dove si concentra la maggioranza degli italiani in Europa, meno uffici consolari del 1911, cioè quasi 100 anni fa, quando la nostra presenza era un decimo di quella attuale.

I parlamentari del Partito Democratico hanno protestato con veemenza in Commissione affari esteri e comunitari per i tagli al bilancio del MAE contenuti nella finanziaria 2009. Una manovra distruttiva che proseguirà imperterrita anche nel 2010 e 2011 (come detto, è a carattere triennale) e produrrà conseguenze negative per l’immagine dell’Italia all’estero e danni gravissimi per la promozione della nostra lingua e della nostra cultura che dovrebbe accompagnare in ogni fase l’espansione del nostro sistema sociale, culturale ed economico. Tenteremo in via emendativa di porre rimedio a queste decisioni insensate, ma temiamo che il Governo porrà ancora una volta la fiducia sul proprio provvedimento, che ignora le esigenze e la necessità dei servizi primari per i cittadini italiani all’estero.

Alla vigilia della 1° Conferenza dei giovani italiani all’estero, il governo manda un pessimo segnale di scarso interesse proprio a loro, alle giovani generazioni d’italiani che vivono nel mondo.

Come spiegare altrimenti le conseguenze della legge finanziaria che nel 2009 vedrà i contributi agli enti gestori dei corsi di lingua italiana nel mondo passare da 34 milioni di euro a 14 milioni e 500mila, il contributo per l’assistenza diretta ai connazionali indigenti da 28 milioni e 500 mila a 10 milioni e 777 mila, l’assistenza indiretta passare da 2 milioni e 274 mila a 1 milione. Inoltre il contributo per le attività culturali, gestito dalla rete diplomatico-consolare, passare da 3 milioni e 450 mila a 996 mila, mentre il contributo al CGIE passerà da 2 milioni a 1 milione e 550 mila, quello ai Comites passare da 3 milioni e 74 mila a 2 milioni e 540 mila, mentre il contributo per i Comitati dei presidenti (Intercomites) sarà ridotto da 226 mila a 170 mila euro.
Sulla sola Direzione Generale Italiani all’Estero e Politiche Migratorie il Governo ha effettuato un taglio di 41 milioni 596 mila, riducendo le risorse a 31milioni 553 mila euro; una situazione inaccettabile e per il rispetto dovuto agli italiani nel mondo e per il rispetto dovuto al funzionamento minimale delle istituzioni ad essi collegate.
Si tratta di un grave passo indietro rispetto all’operato del Governo Prodi, che potrebbe assestare un colpo letale al legame che unisce le comunità italiane emigrate e l’Italia. Le responsabilità di quanto sta accadendo sono evidenti, ma non può consolarci: mobilitiamoci per non distruggere la storia, la nostra storia di cittadini residenti all’estero profondamente attaccati alle proprie radici. (www.franconarducci.com)

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