L’approccio qualitativo

Il metodo autobiografico prevede delle tipologie di tecniche ricognitive: l’intervista aperta semistrutturata, non direttiva e in profondità, quali strumenti di ricognizione di vissuti motivazionali, cognitivi ed emotivi nella singolarità e unicità di ogni individuo, nel lavoro di scavo interiore e di autoriflessione, ricco di suggestioni e implicazioni autoformative. Le scansioni temporali ed emotive del raccontarsi del soggetto con il ricercatore, rivelano un rapporto comunicativo asimmetrico tra chi ascolta ed accoglie il racconto autobiografico e il narratore, per cui tale asimmetria si può mitigare facendo propri atteggiamenti interpersonali, atti e comportamenti comunicativi specifici. All’interno dell’interazione narrativa non è intenzione del biografo incasellare la storia di vita in una griglia già predisposta, ma riproporre suggestioni, stimoli generici, interazioni feconde, focalizzando la rivisitazione e ricostruzione narrativa. Nel percorso di ricomposizione e di esplorazione interpretativa, le soste del proprio racconto evidenziano aspetti diurni, ossia espliciti, di superficie, socializzabili, oppure notturni, vale a dire liminali, impliciti, onirici, che organizzano il tempo della narrazione secondo un filo cronologico di associazioni di idee e situazioni.

Le modalità d’ascolto.

L’accorgimento comunicativo nell’esercizio dell’ascolto e la rivisitazione delle vicende esistenziali, con la disponibilità a condividere parti di riflessioni autoformative e rivitalizzanti, pongono le premesse per una modalità di ascolto partecipativa ed attenta nel corso della quale sono comprensibili motivi di imbarazzo e diffidenza. La disposizione dell’intervistatore quale scoperta e curiosità stimola l’ascolto-racconto all’interno del setting autobiografico, nel sé autoapprenditivo e trasformativo. Le caratteristiche di un ascolto attento e attivo nel desiderio di comprensione degli atteggiamenti relativi al codice della comunicazione non verbale, ingenerano un processo di autoapprendimento trasformativo. L’universo di credenze, di valori, di miti personali, rivela la rappresentazione e la valutazione di eventi, incontri e scelte che costellano la storia di vita personale accettata e riconosciuta in sentimenti e reazioni di fastidio o disaccordo, che la soggettività esplicita in modo diretto attraverso i gesti, le posizioni discordanti dell’ascolto autentico. L’intervistatore non si confonde simbioticamente con la persona che si pone in autoosservazione e in atteggiamenti di riflessione di modi di pensare estereotipi, con un’attenzione autoreferenziale attenta a pensieri, sentimenti ed emozioni che aprono alla decentrazione e all’accettazione di ogni narrazione di cui non interessa la verità oggettiva, ma la significatività della narrazione

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