Il Punto Unico di Accesso e l’integrazione irrinunciabile: uno studio di AgeNas

di Chiara Buongiovanni

L'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali – AgeNas la scorsa settimana ha presentato i risultati preliminari della ricerca sul PUA – Punto Unico di Accesso. Condotta con un gruppo di Regioni, la ricerca ha portato alla stesura di un documento condiviso che definisce le principali caratteristiche di tipo organizzativo che connotano il PUA, quale “modello innovativo” all’interno del sistema dei servizi sanitari e sociosanitari territoriali. Luogo di integrazione sociosanitaria, professionale e gestionale, il PUA è attivo da più di 180 giorni in 5 delle 8 regioni partecipanti alla ricognizione.

Istruzioni per l'uso nel documento sul PUA
L’AgeNas si è impegnata negli ultimi 2 anni in una ricerca sulla Continuità assistenziale che ha portato alla redazione di un documento di carattere operativo che potesse essere direttamente fruibile dai soggetti operanti in ciascun contesto regionale. Presentando il Documento finale “Indicazioni per la definizione del Punto Unico di Accesso alla rete dei servizi sanitari e sociosanitari”, i curatori spiegano che la necessità di questo percorso di lavoro è stata supportata nel tempo dalla consapevolezza che un tale strumento potesse apportare miglioramenti in termini di maggiore equità dei sistemi organizzativi territoriali, garanzia di uniformità dei LEA e particolare attenzione all’ampia fascia dei soggetti fragili in continua espansione nella popolazione.
Il lavoro nato dalla Ricerca condotta da Fondazione Gigi Ghirotti, Federsanità – ANCI Toscana, Agenzia Regionale Sanitaria Marche e le regioni Toscana, Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Sardegna e Veneto, affronta le questioni relative al PUA partendo dagli elementi essenziali per la sua definizione (mission, obiettivi, funzioni, attività svolte, sede, operatività, relazioni con altri contesti), analizzando poi i suoi principali strumenti (segnalazione, valutazione multidimensionale, progetto di assistenza individuale, presa in carico, care manager, continuità assistenziale). Articolato in un Front office – con funzioni di orientamento e accompagnamento – e in un Back office destinato a relazionarsi con la rete dei servizi e a garantire la presa in carico attraverso valutazione multidimensionale, il PUA richiede la specificazione di protocolli operativi oltre che una modificazione dell’organizzazione del lavoro basata su integrazione e condivisione di percorsi assistenziali.

Prime esperienze regionali nella rilevazione AgeNas
La ricerca, che sarà pubblicata prossimamente, propone una prima rilevazione dell’esperienza regionale del PUA per le 8 Regioni partecipanti.
5 di queste hanno attivato il PUA da più di 180 giorni e tutte lo hanno fatto entro 6 mesi rispetto a quanto previsto dalla programmazione regionale. Il bacino di utenza non è inferiore ai 30.000 abitanti, con molte realtà che superiorano i 50.000. Quasi tutti hanno una modalità organizzativa sia di tipo strutturale che funzionale e in tutte le Regioni il PUA è sociosanitario. Destinatari principali sono le persone non autosufficienti, con disabilità e con patologie croniche, con accesso orientato anche alle persone con problemi psichiatrici e dipendenze patologiche. Funzioni prevalenti sono accesso e accoglienza, raccolta di segnalazione, orientamento, gestione della domanda e attivazione di prestazioni per bisogni semplici e avvio della presa in carico per bisogni complessi. Sugli aspetti operativi, si rilevano differenze tra le realtà regionali nella composizione della Unità di valutazione multidimensionale – UVM, negli strumenti di valutazione multidimensionale e nella definizione del “momento” di avvio della presa in carico da parte dei servizi.

La rilevazione, spiegano i curatori, ha consentito una maggiore puntualizzazione del documento PUA, ha evidenziato la necessità di precisare i costi mentre si è rilevato che una vera e propria sperimentazione sul campo si potrà effettuare solo quando si avranno esperienze avviate.

Le risposte del PUA alle istanze del territorio

Il PUA è il catalizzatore di quella integrazione sociosanitaria, professionale e gestionale che Stefano Inglese aveva già marcato come irrinunciabile, presiedendo i lavori sul tema a Forum PA 2008, sede in cui AgeNas aveva già introdotto il suo lavoro sul PUA.

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