APPUNTI DI VIAGGIO

Sono appena ritornato da un sabbatical di un mese in Italia, dopo molti anni di residenza negli Stati Uniti e solo pochissime visite lampo nel mio Paese, durante il quale ho potuto rendermi conto di molte realta’ della societa’ e del costume dell’Italia di oggi, che a 10.000 km di distanza sono indubbiamente indecifrabili.
Non sono un sociologo, ergo non voglio avventurarmi in critiche e valutazioni sul comportamento della gente e specialmente dei giovani, ma non posso sorvolare sul malessere e la maleducazione generale che ho trovato diffusa ed espressa palesemente in pubblico e in privato, dal traffico automobilistico a quello pedonale al rispetto degli anziani e dei diversi sopratutto gli immigrati che sembrano vivere in apnea in una societa’ che non li ama, ma che ha bisogno delle loro braccia, perche’ nessuno (e specialmente i giovani) non vuole piu’ sporcarsi le mani con lavori manuali!
Atteggiamenti diffusi che ho trovato assurdi e non giustificati in una societa’ in cui “il mammismo” della famiglia e’ ancora l’ossatura portante, sopratutto dal punto di vista finanziario per le giovani generazioni, e non solo!
Riguardo al costume ho trovato una realta’ fuori da ogni logica. L’effimero (“il puzzo”, si diceva una volta nella mia Firenze) la fa da padrone. Tutto deve essere griffato e all’ultima moda, altrimenti non si puo’ socializzare. Ho scoperto che i negozi di estetista hanno piu’ clienti maschi che femmine. Che “la lampada” e’ un obbligo, che gli occhiali da sole costano oltre 100 euro, ecc…
E allo stesso tempo tutti si lamentano (il vero sport nazionale) perche’ con 1000 euro al mese non ce la fanno!
Dov’e’ finita la mia Italia che si rispecchiava in valori di buon senso e di buon gusto, ma che sopratutto voleva crescere, era orgogliosa del made in Italy e del quinto posto fra i paesi piu’ industrializzati che raggiungemmo negli anni ottanta quando superammo il PIL della Gran Bretagna.
Sembra che manchi proprio l’entusiasmo e il desiderio di mettersi alla prova.
A tal proposito, rimasi sconvolto alcuni mesi fa a leggere sul Corriere della Sera il risultato di un’indagine fatta dalla Camera di Commercio di Milano su un campione di 1000 giovani da 18 a 30 anni sul lavoro che avrebbero desiderato fare “da grandi”, che dava il 67% a favore di un lavoro statale o con una societa’ di grandi dimensioni.
Oggi, dopo questo intenso mese in Italia, purtroppo capisco e constato che la ricerca della sicurezza a tutti i costi e la mancanza di entusiasmo e di sacrificio di buttarsi nel mondo reale con le proprie capacita’ e intelligenza, che una volta erano il DNA dell’italianita’, sono diventati reliquie da museo dell’emigrazione!

UDC Nord e Centro America
San Diego, California USA

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