CAMORRA: RANUCCI (PD), PERCHE’ MARONI NON SCIOGLIE IL COMUNE DI FONDI?

A rischio tutto il basso Lazio, serve una risposta chiara dello Stato

“Cosa aspetta il ministro Maroni a firmare il provvedimento di scioglimento del consiglio comunale di Fondi per infiltrazioni camorristiche?”. A chiederlo è il sen. Raffaele Ranucci che con un'interrogazione al ministero dell'Interno, firmata anche da Anna Finocchiaro e Luigi Zanda, ricorda come “l'operazione denominata «Damasco», coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, ha confermato agli investigatori la presenza di attività camorristiche a Fondi e a febbraio 2008 è stata istituita una Commissione ispettiva di accesso agli atti, presieduta dal vice-prefetto di Messina Antonio Contarino e chiamata ad indagare sul Comune di Fondi per verificare eventuali collusioni dell'amministrazione locale con organizzazioni criminali”.
“Al termine delle indagini – aggiunge Ranucci – il prefetto di Latina Bruno Frattasi, verificato che ricorrevano le condizioni, ha deciso di chiedere al ministero dell'Interno di procedere allo scioglimento anticipato del Consiglio comunale di Fondi, a causa di presunti condizionamenti malavitosi. Ma ad oggi non c'è stato nessun atto da parte del ministro Maroni, mentre sarebbe importante intraprendere tempestivamente provvedimenti per contrastare la criminalità organizzata e le infiltrazioni malavitose nella provincia di Latina al fine di garantire in questi territori una vita democratica e civile”.
“Occorre infatti considerare il fatto che l'allarme riguarda non solo Fondi, ma l'intera area del basso Lazio – conclude il senatore del Pd – La Direzione investigativa antimafia, continua a mandare segnali di allarme in merito alla forte offensiva che le mafie stanno realizzando per accaparrarsi ampi segmenti dell'economia di quella zona, in particolare della provincia di Latina, in settori chiave come quello dell'edilizia e del commercio. Le Forze dell'ordine, in particolare la Direzione antimafia, hanno più volte evidenziato i rischi di infiltrazioni camorristiche nel territorio della provincia di Latina, definita “colonia” dei cammorristi del nord casertano, che incontrastati si espandono in tutto il territorio, vista anche la contiguità con la regione Campania. In particolar modo il clan camorristico dei Casalesi, resosi protagonista ultimamente di efferati episodi di cronaca nella provincia di Caserta, per il controllo del territorio, esercita una sua forte influenza nell'area del sud pontino. Si tratta di segnali più che inquietanti al quale è indispensabile che lo Stato risponda con prontezza”.

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