FEDI (PD): “IL MAE NON FACCIA SCARICABARILE SUGLI AUMENTI PER IL PERSONALE ALL’ESTERO”

Lo scorso 8 agosto 2008 l’On. Marco Fedi, deputato del Partito Democratico eletto nella circoscrizione estera Africa-Asia-Oceania-Antartide, aveva inviato al Ministero degli Affari Esteri e a quello delle Finanze un’interrogazione a risposta scritta per conoscere il perché di alcune inadempienze negli adeguamenti retributivi per il personale della rete diplomatica italiana in taluni Paesi esteri e per stimolare a procedere per una soluzione positiva di ogni iter.

In primo luogo, si rammentavano i gravi ritardi nell’assegnazione degli aumenti per i contrattisti impiegati per la rete consolare in Slovacchia che guadagnano ancora meno di 700 euro in un Paese la cui situazione economica è ormai in linea con il resto d’Europa. L’On. Fedi segnalava come “la bocciatura degli aumenti da parte degli organi di controllo è da addebitarsi all'errata compilazione delle schede retributive e alla carenza dei dati forniti dall'amministrazione stessa all'Ufficio Centrale di Bilancio”. Inoltre, il deputato eletto all’estero segnalava il caso degli aumenti negati agli impiegati in servizio in Bulgaria e a quelli in servizio presso il Consolato generale di Londra, come anche la mancanza di risposte circa gli “aumenti per gli impiegati esecutivi pre-1997 in servizio in Germania, a fronte di un aumento del 4,5 per cento concesso agli impiegati di concetto e del 3 per cento agli impiegati di ruolo, in Svizzera dove da 7 anni non vi sono adeguamenti nonostante le situazioni economiche siano diversificate a seconda della città, a Hong Kong, in Belgio, in Marocco, in Olanda, in Algeria (euro 300 mensili), in Turchia e in Albania”.

Il Sottosegretario Alfredo Mantica apre la sua risposta ribadendo che l’adeguamento retributivo per i dipendenti e i contrattisti della rete consolare italiana non è collegato alla contrattazione collettiva del pubblico impiego, bensì è soggetto all’autonomia negoziale del Ministero degli Esteri, nei limiti delle risorse disponibili a tale scopo. Il MAE – continua il Sen. Mantica – si è impegnato per aumenti retributivi a favore del personale di diverse sedi, ma nei casi di Slovacchia, Bulgaria e Regno Unito vi sono stati “alcuni rilievi da parte dell’Ufficio Centrale di Bilancio, cui l’Amministrazione degli esteri ha presentato da ultimo le proprie controdeduzioni. L’auspicio è di raggiungere quanto prima un’intesa con il MEF che consenta di sbloccare il provvedimento”. Lo stesso Ufficio Centrale di Bilancio deve ancora rispondere sugli aumenti disposti per gli impiegati in Germania , spiega ancora il Sottosegretario, aggiungendo che “nel corso di quest’anno sono altresì stati autorizzati aumenti retributivi per il personale a contratto in servizio in Albania, Algeria, Marocco, Paesi Bassi, Svizzera e Turchia. In tempi brevi, i decreti di approvazione dei relativi atti aggiuntivi verranno inviati per la registrazione all’Ufficio Centrale di Bilancio, al cui visto è in ogni caso subordinata la loro efficacia”. Infine, entro la fine del 2008, conclude il Sen. Mantica, verranno adottati “analoghi provvedimenti” per il personale in servizio a Hong Kong e in Belgio.

“La risposta del Sottosegretario Mantica è un cortese rimpallo di responsabilità”, dichiara tuttavia l’On. Fedi. “Al fine di interrompere questo scaricabarile, invitiamo il Ministero a predisporre delle richieste di adeguamento retributivo ben motivate e seguirle con costanza e decisione nel tempo, in modo tale che non vi siano obiezioni da parte dell’Ufficio Centrale di Bilancio. Infatti – conclude il deputato del PD – è necessario l’aumento delle retribuzioni in linea con i criteri oggettivi fissati in precedenza. Solo così si potranno garantire i diritti fondamentali dei lavoratori della nostra rete diplomatica all’estero”.

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