Letter from Washington DC di Oscar Bartoli

Il body language di Sarah Palin

Quasi 70 milioni di americani hanno seguito il confronto tra Sarah Palin e Joe Biden. L'interesse era soprattutto per la governatrice dell'Alaska che era attesa alla prova del confronto diretto dopo due deludenti interviste fatte a CBS e ABC. La Palin e' una bella donna del tipo che piace a milioni di americani, ambosessi, che si riconoscono nel suo body language un po' cafone, nelle sue accuse a Washington DC (niente di nuovo: tema ricorrente nei discorsi del primo George W. Bush). Sarah Palin ha imparato a memoria gli slogans che le hanno trapanato nella testa nel corso delle sedute di training in una delle ville di John McCain. La sua maschera facciale non cambiava mai, sorriso costante e impertinente, molti occhiolini anche quando trattava di argomenti seri come la guerra e la crisi economica. Per fare politica in America bisogna avere un fisico e un volto aggraziante. Il cervello e' solo un optional. Nei media di massa conta l'effetto immagine non quello che il candidato dice. Sono pochi a ricordare la cosiddetta equazione del video: lo spettatore viene impressionato per il 90% dall'immagine. Quanto al 'sonoro', se non e in sintonia con l'immagine, non viene percepito. E questo innesca la cosiddetta 'ipnosi da video'. Ecco perche' spesso siamo costretti a distogliere lo sguardo dallo schermo del televisore per seguire il parlato che altrimenti andrebbe perduto. Provare per credere.

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