La Lega a Napoli si chiama An

I neri a Pianura ci stanno da quindici anni. Ci stanno male, come quasi tutti gli immigrati da queste parti, però fino ad oggi nessuno gli aveva mai dato fastidio. La maggior parte di loro abita nelle case diroccate dell’antico casale, che oggi è solo un quartiere periferico abbandonato a sé stesso. Via dell’Avvenire, si chiama la strada. Qualche mese fa, alcuni consiglieri di An guidavano un blitz di agenti all’alba, immaginando di trovare chissà cosa e riuscendo solo a intimidire. Quest’estate un incendio forse doloso ha sgomberato un intero edificio, occupato anche da napoletani. I bianchi li hanno sistemati in alloggi di fortuna, i neri li hanno lasciati per tre giorni in strada prima di trovargli un albergo.

Da una settimana quelli che restano a Pianura sono assediati da alcune decine di napoletani, loro vicini di casa. Li prendono a pietrate quando escono fuori, ne hanno picchiato uno che andava a farsi la dialisi; e quando i neri hanno fatto un corteo per denunciare quel che stava accadendo gli hanno sbarrato la via del ritorno. Sono potuti rientrare in casa solo con la scorta dei carabinieri.

Dietro questo schifo ci sono alcuni consiglieri, municipali e regionali, di Alleanza Nazionale. I loro moventi non sono del tutto chiari (c’è un piano di riqualificazione, soldi in arrivo, ma non riguardano via dell’Avvenire), ma le loro azioni sono spavaldamente alla luce del sole. Quel che manca, con l'eccezione di uno sparuto ma coraggioso gruppo di compagni, è una reazione civile ed energica di tutto il resto della città.
[luca rossomando] (La catena di San Libero)

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