Ddl Ippoterapia: benessere animale se dall’animale si vuol trarre benessere!

In sede referente in Commissione Igiene e Sanità al Senato, si è affrontato l'esame del disegno di legge del Sen. Antonio Tomassini (PdL) recante norme sulla riabilitazione attraverso l'utilizzo del cavallo. Di seguito il mio intervento:

I testi depositati sono molto simili, se non identici e intervengono per sostenere e avvalorare l'ippoterapia. La si ritiene utile per l'uomo -in senso lato, donna o bambino che sia-, perche' fornisce benessere a chi ne fruisce. Non trattandosi tuttavia di una pasticca, di una puntura o comunque di una terapia realizzata da una macchina, credo che sia utile pensare anche al benessere di chi benessere deve trasmettere, cioe' al cavallo.
Il punto debole di entrambi i disegni di legge mi pare stia proprio nell'essere incentrati esclusivamente sugli effetti benefici, terapeutici, esercitati sull'uomo senza porsi mai minimamente la questione, altrettanto importante, delle condizioni di vita e di salute del cavallo. E, consentitemelo, non è poco.
Guardandoli da una angolazione anche animalista, credo sia utile inserire dei vincoli per i centri perche' questi rispettino precise garanzie relativamente alle condizioni dell'equino e alla sua destinazione finale. In sostanza,
1) il cavallo non deve essere sottoposto a sforzi né risentire di situazioni stressanti,
2) deve poter usufruire di condizioni igieniche ottimali,
3) deve assolutamente essere sottratto, in caso di improvvisa menomazione, alla macellazione, anche attraverso la possibilità di adozione da parte di associazioni e privati ed escludendo comunque ed esplicitamente la macellazione.
4) deve essere considerato in modo paritario con il paziente.

L'animale, purtroppo, appare in maniera marginale e quasi come atto dovuto
Ove citato sembra quasi per atto dovuto, ossia per pararsi dalle critiche. Il provvedimento non riguarda (art. 1 – Princìpi e finalità) in alcuna maniera l'animale come tale, ma questo, forse, potrebbe essere giustificabile. Intanto pero' si potrebbe sostituire all'articolo 1 comma 2 “l'uso del cavallo” con “il coinvolgimento del cavallo”
Ma problema è quello che viene dopo. Sebbene la presenza di un Veterinario sia prevista addirittura fin dalla parte relativa all'obiettivo terapeutico (comma 2 dell'art. 2) relativamente alla “scelta del cavallo e del suo stato di benessere fisico e psichico”, non può sottolinearsi come tali generiche considerazioni siano più lo meno le stesse che “difendono” manifestazioni come il Palio di Siena il quale, notoriamente, non è esattamente una manifestazione tranquilla sotto il profilo del benessere animale.
Nessuna parola è spesa sul cavallo neanche all'art. 3 (Centri di terapia per mezzo del cavallo) il quale demanda tutto ad un successivo regolamento relativo ai requisiti dettati dal Ministero per i centri autorizzati all'attività. Magari un cenno sul fatto che il Ministero deve tutelare, anche, il cavallo, poteva essere fatto. Invece già nelle linee generali, non si prefigura alcun obbligo. Peraltro, i centri autorizzati potrebbero essere chiusi, così come previsto dal comma 3 dell'art. 4 (Comitato tecnico-scientifico), solo “in caso di incongruenze inconciliabili con la deontologia professionale e l'etica di tale servizio, oppure in caso di incompetenze di carattere gestionale o amministrativo” (comma 3 art. 4). Nello stesso articolo 4 non compare, mai, neanche la sola figura del Veterinario, che dovrebbe essere previsto cosi' come anche un rappresentante di una associazione per la protezione degli animali.
Si dovrebbe prevedere un articolo aggiuntivo che valuti il cavallo e attesti lo stato sanitario, le capacità fisiche e psichiche, fra le quali in particolare la socievolezza e la docilità, nonché l'attitudine a partecipare a programmi di AAA (Attività Assistite dagli Animali) e di TAA (Terapia Assistite con gli Animali). In nessun caso le loro prestazioni devono comportare per l'animale fatiche o stress psichici o fisici, né consistere in attività che comportino dolore, angoscia, danni psico-fisici temporanei o permanenti, ovvero sfruttamento.
Cosi' come si dovrebbe prevedere per gli animali dei controlli periodici relativi al permanere delle condizioni di salute e in generale di benessere richieste ai fini del loro impiego da parte del medico veterinario. Gli animali che manifestano sintomi o segni di malessere psico-fisico devono essere esclusi dai programmi di AAA e TAA.
Io sono certa che questi appunti, propositivi, verranno accolti dal relatore cosi' come dai firmatari dei testi, conoscendo l'amore e la passione per gli animali e per i cavalli in particolare di alcuni dei componenti della commissione a partire dal presidente, che proprio oggi ci ha omaggiato di magliette e borse proprio con un cavallo!

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