Il voto parlamentare di luglio sulla mozione Englaro dovrebbe essere stato utile a capire la capacita' della maggioranza di strumentalizzare cinicamente la vicenda: attaccare la magistratura, accreditarsi simpatie del Vaticano, imporre un'etica di Stato.
Se il Partito Democratico vorra' distinguersi ed entrare nel merito, c'e' una cosa sola e semplice da fare: una legge leggera che traduca e renda applicabile -come una sorta di linee guida- l'articolo 32 della Costituzione per superare la differenza di trattamento, ingiusta e incostituzionale, di cui oggi e' vittima l'incapace.
Sgombriamo il campo dall'eutanasia -di cui come radicali, ma anche come maggioranza del Paese testimoniato in piu' occasioni con sondaggi e altro, siamo favorevoli- e dall'accanimento terapeutico -non inquadrabile certo per legge perche' rispondente solo a valutazioni personali e contingenti.
Dovremo legiferare sul consenso informato e sulle dichiarazioni anticipate di volonta', scritte davanti a testimoni, inserite in registri telematici accessibili agli ospedali che come per il consenso informato espresso da persona capace non possono far altro che essere vincolanti per il medico. Non credo che si possa parlare di obiezione di coscienza, perche' si tradurrebbero nella pratica non nel non fare un intervento (come la legge che disciplina l'aborto), ma nel farlo contro la volonta' del paziente.
Oggi la persona capace puo' rifiutare qualsiasi cura, terapia o trattamento sanitario, perche' domani la stessa persona perde questo diritto solo perche' non e' piu' in condizioni di manifestarlo?
Nel nostro disegno di legge si prevede la possibilita' di nominare un fiduciario che dovra' agire in conformita' delle volonta' del paziente, si prevede il ricorso d'urgenza al giudice monocratico in caso di controversie tra fiduciario e sanitari, un registro nazionale telematico collegato e accessibile da ospedali pubblici e privati in tempo reale, una informativa biennale, una relazione al Parlamento e una campagna informativa.
Il Partito Democratico rischia di cercare un accordo su una legge che parli invece che del diritto a decidere quali cure accettare, quali cure non si possano escludere, si paventa il rischio di fare una legge in cui si scrive l'obbligo di alcuni trattamenti -idratazione e alimentazione in primis-
E' un'altra legge.
Situazione simile a quella che ha dato origine alla legge 40, nata per disciplinare la fecondazione assistita, finita con il vietare una lunga serie di tecniche e di modalita' praticate in tutto il resto del mondo.
Ma se il punto che sicuramente ci vede tutti d'accordo e' che quelle dichiarazioni e quella volonta' siano state espresse in maniera libera, facciamo si' che quella volonta' sia certa e consapevole. Se questo e' un punto di vicinanza non e' possibile prevedere obiezione di coscienza, o il fatto che non sia vincolante per il medico.
Se il Partito Democratico vuole fare un testo coordinato, credo che il lavoro l'abbia gia' fatto il senatore Ignazio Marino che per numero di firme e per l'articolato comprensivo della parte su assistenza sanitaria, cure palliative e testamento biologico, e' di aiuto anche per risolvere il dilemma principale: inserire nella legge come idratazione e alimentazione possano stare scritte o no sulle volonta' anticipate di trattamento: io ci posso scrivere non mi attaccate ad alcuna macchina per respirare e un testimone di Geova scrivera' non fatemi alcuna trasfusione di sangue, qualcun'altro scrivera' lascio ai medici piena liberta' di azione di attaccarmi a tutte le macchine che vi vengono in mente!
Cio' che avviene oggi invece e' che decide il medico.