Smart Open Services in Italia: tra le Regioni e l’Europa

di Chiara Buongiovanni

Consapevoli di una mobilità intracomunitaria in forte crescita e avendo ben chiaro che la salute è una tematica che si muove con la persona, a Bruxelles hanno lanciato SOS – Smart Open Services, un progetto che rende possibile l'e-prescription e l'accesso al patient summary per i professionisti sanitari all’estero, fatte salve le questioni della privacy. Il prossimo 17 e 18 settembre, i rappresentanti di 12 Stati Membri si riuniranno a Stoccolma per siglare l’avvio operativo di progetto, uniti dall'impegno a migliorare le garanzie di qualità e sicurezza nelle cure all’estero, garantendo l’interoperabilità dei sistemi già esistenti in ciascun Paese. La Regione Lombardia rappresenterà l’Italia, che ha messo a punto una propria strategia interna per appianare le differenze regionali e mantenere il passo con l’Europa.

Smart Open Services – SOS
Smart Open Services SOS è un progetto co-finanziato dalla Commissione Europea, classificato come Large Scale Pilot (LSP) all’interno del Competitiveness and Innovation Framework Programme (CIP), a fronte di un finanziamento complessivo di 22 milioni di euro e una durata di 3 anni. Il progetto muove dalla constatazione che molti Paesi europei hanno sviluppato sistemi di archiviazione elettronica dei dati sanitari ma che pochi di questi sistemi sono in grado di comunicare tra loro. L’obiettivo è dunque assicurare compatibilità tra i dati elettronici registrati nei diversi sistemi nazionali a prescindere dalla tecnologia e dal linguaggio utilizzato e senza dover costruire una sistema omologato a livello comunitario. Il progetto permetterà da un lato l’accesso ai dati del paziente da parte del medico nella propria lingua in un qualsiasi Paese attraverso la strumentazione informatica di cui dispone, dall’altro permetterà ai farmacisti di processare elettronicamente le ricette provenienti da Paesi diversi dal proprio.
Il focus è chiaramente sul paziente in viaggio o residente in un Paese diverso da quello di origine, al fine di garantire più alti standard di sicurezza e qualità nell’assistenza sanitaria. Il paziente stesso deciderà se richiedere la creazione di un proprio patient summary elettronico da rendere accessibile, alla necessità, al personale medico.
SOS è stato lanciato all’indomani di una Raccomandazione della stessa Commissione Europea contenente i principi generali e le linee guida al fine di garantire ai medici l’accesso alle informazioni cruciali del paziente che si trovano a dover curare.

I 12 partner di progetto sono: Austria, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna, Svezia.

L’Italia su due fronti
L’Italia partecipa al progetto SOS, rappresentata dalla Regione Lombardia. Claudio Beretta, Responsabile progetti Europei della Direzione generale Sanità, Regione Lombardia, ci ha spiegato come l’Italia si stia muovendo su due fronti, consapevole da un lato dell’importanza del servizio assicurato dal progetto europeo e dall’altro della necessità di garantire interoperabilità a livello nazionale.

Al Tavolo di Sanità elettronica – spiega Beretta – è stato firmato un Accordo di collaborazione da 10 Regioni con l’impegno di condividere i risultati europei e costruire una interoperabilità compatibile nelle stesse regioni italiane. E’ importante sottolineare che la differenza di avanzamento delle Regioni sul tema del fascicolo sanitario Eeettronico non è un ostacolo alla adesione attuale o futura all’Accordo, perché sulla base di quest'ultimo non viene costruito un unico fascicolo sanitario elettronico, ma una infrastruttura per il passaggio dell’informazione, cioè una infrastruttura di comunicazione basata sul Sistema Pubblico di Connettività come definito dai documenti del CNIPA. La strategia dunque è quella di far partire il progetto italiano con qualche mese di ritardo rispetto a quello europeo, in modo da poter adottare le decisioni prese a livello comunitario anche nelle nostre specifiche tecniche.
Ad oggi partecipano al progetto italiano – finanziato con 700.000 euro dal Dipartimento Innovazione e Tecnologie – solo 10 regioni, ovvero quelle che si al marzo 2008 erano al passo con le specifiche e i criteri di partecipazione indicati dal Dipartimento. Le Regioni attualmente nell’Accordo sono : Friuli Venezia Giulia, Veneto, Provincia autonoma di Trento, Lombardia , Emilia – Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria, mentre gia si ha notizia di 3 Regioni che si aggiungeranno a breve.

Questioni da definire
Claudio Beretta specifica che l’accesso ai dati non avverrà tramite carta ma la ricetta e il patient summary saranno “recuperati” dalla rete, ovvero si accederà al server dove sono stati generati. Questo apre ovvie questioni di sicurezza informatica strettamente legate a questioni di privacy. La Regione Lombardia, per fare un esempio, ha scelto la smart card come sistema di sicurezza per consentire al professionista di essere riconosciuto in rete appunto come professionista sanitario e la tessera del cittadino come strumento di autorizzazione al trattamento dei propri dati.
La questione della sicurezza è un tema su cui le Regioni possono trovare soluzioni diverse, ma è senza dubbio una questione centrale che, in sede di implementazione di progetto, apre importanti spazi per la formazione e l’acquisizione di nuove competenze

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