I CARDINI DELLA PSICANALISI

Dalla psicopatologia della vita quotidiana al principio di piacere.

Freud vuole fare della psicanalisi una scienza con una dignità scientifica e un corpus teorico. La psicanalisi consiste in un codice di lettura di altre produzioni culturali, con il rischio della perdita di specificità. Freud cerca di mantenere uno statuto di incertezza che è una dicotomia insanabile. La psicanalisi è un mezzo d’indagine dei processi psichici, un metodo di trattamento per i disturbi psichici ed un corpus teorico che ne fa una disciplina scientifica.

Il rapporto epistolare con Fliess.

Per controllare la sua influenza nel rapporto di transfert con il paziente, Freud si autoanalizza. Ribadisce i cardini della teoria psicanalitica emersi con il rapporto affettivo transferale. I cardini della teoria psicanalitica consistono nel
• Nell’importanza del discorso (libere associazioni)
• Nell’importanza transferale (riedizioni di rapporti affettivi padre/figlio ossia intuizioni del complesso edipico nella sessualità infantile)
Il sogno è una bizzarria, una follia notturna che induce paranoia. Nella psicopatologia della vita quotidiana (1901), Freud indica che non vi è diversità tra il sano e il malato, perché tutti sognano e il rimosso ritorna nei sogni camuffato. Nel malato che sogna il rimosso ritorna, perturba funzioni psichiche legate all’attività sessuale, quali l’isteria e le nevrosi d’angoscia. Nel sano che sogna, il rimosso disturba le attività psichiche marginali, quali i lapsus, le sviste, gli atti mancati.

Freud dopo il rapporto epistolare con Fliess.

L’isteria è dovuta ad un conflitto di pulsioni di natura sessuale. Secondo la teoria della rimozione, la pulsione/desiderio rimosso riguarda la vita sessuale infantile del paziente. L’isteria si spiega con la teoria del trauma ossia allucinazioni fattuali di tentativo di seduzione da parte del padre vissuto psichicamente, con un ruolo importante dell’elemento fantastico. La libido è un’energia pulsionale psicofisica di natura sessuale che converge sulle zone erogene della pubertà e non trova vie di sfogo nell’isteria. In teorie sulla sessualità infantile del 1905 si studia la distribuzione della libido. Nel bambino maschio lo sviluppo sessuale è volto al primato della genialità ed è perno di relazioni edipiche. L’origine della libido prevede che il neonato dotato di organizzazione sessuale della libido autoerotica sia la suzione del dito e la ricerca di piacere. Nella fase orale l’organizzazione della libido nella zona della bocca rappresenta il primo rapporto col mondo esterno che viene incorporato e sputato. La fase anale prevede l’organizzazione della libido nella zona dell’ano con l’espulsione e il trattenimento delle feci. La fase fallica o genitale prevede l’organizzazione della libido nella zona genitale. Freud consiglia per non provocare fantasie erotiche profonde nel bambino di evitare comportamenti manipolatori come le sberle sul sedere. Il complesso edipico è definito nel rapporto di fiducia tra madre e figlio in cui il padre è visto come intruso. L’amore per il genitore del sesso opposto e l’odio per il genitore dello stesso sesso prevede che il bambino sviluppi le sue fantasie sessuali e riversi la libido sulla madre, vivendo le sue fantasie con senso di colpa per il divieto dell’incesto rappresentato dal padre. Le fantasie sessuali e il divieto d’incesto costituiscono la paura di castrazione nella rinuncia pulsionale del bambino che fa un sacrificio e nell’assimilazione del super Io paterno, quale sistema di divieti e di valori si determina il superamento del complesso edipico. Il periodo di latenza è l’inserimento dell’individuo nella società. Il bambino da adolescente nel rapporto amoroso con il partner, riattiva tracce del legame arcaico con la madre. Gli impulsi sessuali sono organizzati secondo il primato di genialità e assolvono richieste della società come la riproduzione. L’edipo organizza i rapporti sociali a livello psichico. Nel rapporto sulla sessualità e la società e nel disagio della civiltà del 1930, la società sottrae energie libidiche all’individuo per stabilire coesioni tra uomini e tutelarsi dalle cariche aggressive, richiedendo la repressione delle pulsioni libidiche nel disagio e nelle pulsioni aggressive. La sessualità dell’individuo rinuncia al soddisfacimento del piacere e della felicità per la sicurezza. A livello inconscio la rinuncia si rivela in malessere, disagio ineliminabile risultato del conflitto tra pulsioni libidiche o desideri repressi e pulsioni aggressive (guerra). Nell’ultima interpretazione delle pulsioni al di là del principio di piacere del 1920, la vita psichica è conflittuale per natura nel conflitto tra due tipi di pulsioni opposte. Le pulsioni di vita comprendono le pulsioni per eccellenza ossia pulsioni libidiche, di autoconservazione, dell’Io e tendono a conservare l’essere organico e mantenere le sue energie pulsionali concentrate per creare altre unità viventi. Le pulsioni di morte prima all’interno (autodistruzione) poi all’esterno (pulsioni aggressive) tendono a ridurre l’essere organico in uno stato inorganico e distruggere l’unità vitale, disperdendone energia pulsionale.

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