Berlusconi era entrato a gamba tesa nel problema Alitalia durante la campagna elettorale, cercando di sfruttare la situazione a fini di propaganda, ma i suoi avversari lo avevano messo alle corde costringendolo a promettere una soluzione che pero’ tardava ad arrivare anche dopo che le lezioni lui le aveva vinte.
Tuttavia era evidente che per lui la faccenda “Alitalia” non e’ mai stata un problema economico da risolvere, e’ sempre stato solo un impegno politico da mantenere: aveva preso un impegno in campagna elettorale coi suoi elettori, e tale impegno lo ha ora asssolto.
A modo suo pero’.
Nel 2001 prese l’impegno con gli elettori di risolvere il conflitto di interessi nei primi 100 giorni.
Tento’ di ignorare il problema, ma visto che politicamente gli stava venendo a costare un capitale, da uomo intelligente qual’e’ penso’ che era meglio rispettare i patti. Allora incarico’ i famosi tre saggi (di sua fiducia) che in breve tempo gli presentarono la soluzione e lui assolse l’impegno.
A modo suo, naturalmente!
Facendo una legge che dice che gli amministratori di un impresa sono soggetti al conflitto d’interesse, mentre i padroni non lo sono. Geniale, no? Chi ci aveva mai pensato prima?
Chiaro che l’idea era sua, non dei tre “saggi”, ma ha dovuto lasciar loro la paternita’ per tacitare coloro che non si fidavano di lui.
Anche stavolta con l’Alitalia ha fatto un colpo di genio del tutto simile.
Durante, e subito dopo le elezioni, si era impegnato a salvare Alitalia che era sull’orlo del fallimento. Ha subito chiesto ai suoi amici imprenditori e banchieri di comprare Alitalia, ma ha trovato solo pochi spiccioli, assolutamente insufficienti a comprarla.
Ovvio, amici si, ma nessuno e’ cosi’ matto da buttar soldi in una fornace capace di bruciare centinaia di milioni di euro all’anno in un settore che per di piu’ e’ gravemente colpito dalla minaccia terroristica e dalla crisi energetica.
Allora ha fatto come Maometto, visto che la montagna non andava da lui e’ andato lui alla montagna. Nel senso che siccome nessuno era cosi’ pazzo da mettere i propri soldi nel calderone di Alitalia li ha messi lui.
Cioe’, per non fraintendere, non lui come Berlusconi, lui come capo del governo e del parlamento. Insomma: lo Stato! (ovvero noi contribuenti).
Cosi’ facendo ha pero’ aperto una fase storica e ha scritto una pagina indelebile nella dottrina del liberismo, di cui lui e’ l’indiscusso alfiere italiano, essendo il capo di quel “Popolo delle Liberta’” che gli dato fiducia con una maggioranza schiacciante di elettori.
Il vecchio principio liberista, secondo il quale il mercato deve essere libero di muoversi secondo la ferrea legge della domanda e dell’offerta che si incontrano a formare il prezzo, e che in virtu’ del quale l’offerente trova un guadagno o una perdita, ora viene da lui aggiornato per stabilire che il mercato deve continuare a muoversi in perfetta autonomia a formare il prezzo dei beni e dei servizi offerti, ma il risultato della transazione andra’ all’offerente solo se ci sara’ un guadagno, se invece ci sara’ una perdita allora sara’ girata a carico dello Stato.
Geniale! In questo modo, pur mantenendo intatta la liberta’ di mercato, si risolveranno agevolmente non solo tutti i problemi aziendali, come quello dell’Alitalia, ma anche l’odiosa situazione dei mercati che quando calano i prezzi producono dolorosissime perdite ai poveri investitori.
Non ci saranno piu’ perdite nel mercato, dato che le perdite verranno girate allo Stato. Gli imprenditori potranno cosi’ finalmente operare con assoluta tranquillita’, guadagnare a piu’ non posso, e consentire ai mercati di produrre una ricchezza pressoche’ infinita.
Proporrei di battezzare questa prodigiosa evoluzione del liberismo: “Liberismo binario berlusconide”.
Veramente geniale il liberismo binario berlusconide. Entrera’ di prepotenza in tutti i trattati di economia e presto anche nei libri di storia.
Sara’ come l’Arcadia della finanza, tutti verranno ad investire in Italia e l’Italia conoscera’ sotto “Berlusconi il Magnifico” un periodo di ricchezza, fulgore e benessere mai visto prima fin dai tempi dell’imperatore Augusto.
Autentico come Alice nel paese delle meraviglie! Prodigioso come il paese di Bengodi!
Berlusconi, capo del governo, capo del parlamento, capo di tutto, risolve sempre legalmente ogni problema.
Nel senso che i problemi reali restano, ma lui fa una legge per stabilire che non sono piu’ problemi.
Geniale, no? E’ dai tempi dei Faraoni che nessuno riesce piu’ a guidare lo Stato con tanta semplicita’.
Dallas, Texas