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Troppe buche sulle strade italiane.

La denuncia del Componente del Dipartimento Nazionale “Tutela del Consumatore” di IDV, Giovanni D’AGATA: troppe buche sulle strade italiane.

Occorre una normativa più puntuale che obblighi gli enti proprietari o gestori a mettere in sicurezza le strade, specie dei centri urbani e quelle ad alto volume di traffico.

Siamo nel 2008, ed ancora oggi trascorsi oltre 60 anni dal disastro della seconda guerra mondiale ed una ricostruzione difficile, l’Italia continua ad essere caratterizzata da una delle sue annose vergogne: uno degli otto Paesi più industrializzati del pianeta, che rimane lo Stato delle strade groviera delle buche e delle voragini.
Ciò che unisce il Nord al Sud d’Italia è la stessa risalente questione: buche, asfalto sconnesso e avvallamenti nascosti sulle nostre strade ogni anno costituiscono la causa diretta di migliaia di incidenti che, puntualmente vengono denunciati agli enti proprietari delle strade, ma il più delle volte mai risarciti.
La denuncia del Componente del Dipartimento Nazionale “Tutela del Consumatore” di IDV, Giovanni D’AGATA, è sull'inciviltà e sull'incuria che pare sia una scelta obbligata di alcune pubbliche amministrazioni, i cui bilanci vacillano per gestioni spesso non oculate, ma che non esime tratti di strade gestite dai privati.
La questione dimenticata, è che molto spesso si sottovaluta che il problema della sicurezza stradale, non riguarda solo la corretta educazione stradale ed il rispetto della normativa da parte degli automobilisti, ma concerne in misura paritaria anche la prevenzione da parte degli enti gestori o proprietari delle strade, troppo spesso impegnati in un’ottica d’emergenza che li obbliga a fare da tappabuchi piuttosto che a pianificare delle opere di ristrutturazione e messa in sicurezza delle nostre strade.
Per queste ragioni, lo scrivente ritiene necessario un rigoroso intervento normativo in materia, che obblighi gli enti proprietari o gestori a mettere in sicurezza le strade, specie dei centri urbani e quelle ad alto volume di traffico e l’istituzione di un organismo di controllo che verifichi da una parte il corretto utilizzo dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie da parte delle P.A., che ai sensi dell’art. 208 del Codice della Strada devono essere utilizzati con esclusive finalità preventive e di educazione stradale, e dall’altra il puntuale adempimento degli obblighi contrattuali dei gestori in tema di miglioramento della rete stradale.
Lecce, 29 agosto 2008
Il Componente del
Dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela del Consumatore”
Giovanni D’AGATA

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