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La resa dei conti nel Pd Rutelli accusa Veltroni:«il voto dei cattolici va a Berlusconi e all’Udc»

L'ex vicepremier presenta uno studio secondo cui il 42% dei credenti ha scelto il PdL, il 9 la Lega, il 10 Casini. E pensa a un'alleanza coi centristi

di Elisa Calessi -Libero – Mercoledì 23 luglio 2008

Lo traduce in un monito, Francesco Rutelli: bisogna fare in modo, dice, che i credenti si sentano «al 100 per cento a casa propria» nel Partito democratico. Ma si potrebbe dire in un altro modo: i cattolici, in questo momento, non si sentono affatto a casa loro nel Pd. Rutelli lo fa dire a una ricerca dell'Ipsos sul voto dei cattolici alle ultime elezioni politiche. Ha presentato lo studio ieri alla Camera dei Deputati, insieme al teodem Luigi Bobba, a Donato Mosella e a Renzo Lusetti. Una mitragliata di percentuali e dati disaggregati che porta a una conclusione: il Pd è di gran lunga carente nei confronti dell'elettorato cattolico. Il sondaggio, del resto, parla chiaro. Il 41,6% dei cattolici praticanti ha scelto, alle ultime Politiche, il Pdl,
10,2% l'Udc, il 9,2% la Lega, solo il 28% il Pd. E non va meglio se ci si addentra nelle tante gradazioni della categoria “cattolico”. Il Pdl stacca il Pd di 8 punti percentuali tra quelli che si definiscono impegnati, di oltre 17 punti tra i praticanti non impegnati, di 13 punti tra i praticanti saltuari. La controprova che il partito di Walter Veltroni va meglio tra i non praticanti, dove il Pd ha sette punti in più del Pdl, e tra i non credenti, tra i quail il Partito democratico ottiene 23 punti in più del Pdl. C'e stato, nel Pd, un «significativo recupero dei consensi». Ma la distanza dal Pdl resta grande, il centrosinistra può solamente inseguire. 0 allearsi con un partito dichiaramente cattolico, come l'Udc. L'altro dato interessante, che emerge nella ricerca fatta da Ipsos per i “Coraggiosi” dell'ex vicepremier, è che a guidare la scelta dei cattolici in campagna elettorale sono stati temi comuni a tutto il resto dell'elettorato: economia, sicurezza, paure sull'immigrazione. Mentre i temi etici sono stati marginali.

Il 41, 6% dei cattolici praticanti ha scelto il PDL;

il 9,2% la Lega;

il 10,2% l'Udc;

il 28% il PD;

il 16% dei cattolici ritiene vincolanti le indicazioni della Chiesa su temi etici, sociali e politici.

In prima fila, ad ascoltare Rutelli, ci sono pezzi grossi dell'Udc: Lorenzo Cesa, Rocco Buttiglione, Roberto Rao. Inevitabile la domanda sulle alleanza, ma l'ex leader della Margherita glissa. Oggi gli interessa parlare di altro. Piuttosto, denuncia «un certo inaridimento del dibattito pubblico italiano», centrato solo sul «portafoglio». Cita l'esempio degli Stati Uniti, dove, in campagna elettorale «non ci si occupa mica solo di economia: si parla anche di principi e valori, che invece sono scomparsi dal dibattito politico italiano». Il Pd deve riportarli al centro. Tanto più se è vero, come sostiene lo studio di Ipsos, che 78% degli italiani, nota Rutelli, ritiene non serva un partito confessionale e che non si debba «confondere religione e politica». Un dato che, secondo l'ex leader della Margherita, deve spingere ancora di più il Pd a guardare con attenzione al mondo cattolico: «L'irreversibilità del pluralismo culturale delle forze politiche italiane rende ancor più necessario avere una relazione con questo “cattolicesimo popolare” che caratterizza l'Italia». La critica al vertice del Pd e implicita, ma evidente: la disattenzione verso i cattolici e il poco spazio offerto a chi rappresenta quest'area. Come e chiaro l'obiettivo politico di Rutelli: farsi paladino di questa minoranza. Tanto più dopo che Popolari, totalmente impegnati nella guida operativa del partito, hanno di fatto lasciato vacante quest'area. Questa, almeno, e lavalutazione che si fa tra i cattolici di rito rutelliano. Certo, come Lusetti precisa, «il cattolicesimo popolare ampiamente rappresentato» nel partito. Il problema, aggiunge, e che «non può essere una corrente di pensiero nel Pd». Ancora: «Noi pensiamo che il cattolicesimo popolare possa essere un patrimonio del Pd, sennò non ci staremmo qui». Bobba insiste sul dato complessivo: quel 28% di cattolici praticanti che hanno votato Pd e sottolinea la «distanza marcata» che esiste tra il Pd e questa fetta di elettorato. E' vero che secondo il Pd ha recuperato credibilità, rispetto all'Ulivo, quanto alla capacità di rappresentare cattolici (nel 2007 solo il 22% degli interpellati riteneva il Pd capace di rappresentare i valori dei cattolici). Ma resta il fatto che la stragrande maggioranza dei cattolici preferisce divorziato Cavaliere al Pd. Conclude Bobba: «Non si può considerare un destino ineluttabile che chi è più attento agli insegnamenti della Chiesa sia collocato a destra». Quindi bisogna fare qualcosa. In serata, intervenendo alla Festa dell'Unità, Veltroni inquadrail tema: «Per tornare a vincere bisogna erodere consenso al Pdl). Ciò non significa, però, «fare alleanze con la Lega», guai. E su Rutelli: «Troppo comodo dire che a Roma abbia perso solo lui».

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