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Immigrazione: legalita’ e lavoro

L'Italia dei Valori ha lavorato molto in questi anni per la presentazione di una propria proposta di legge relativa all'immigrazione. Abbiamo valutato la situazione, abbiamo compreso che cosa non funziona e siamo convinti che in Italia entrano, purtroppo, delinquenti, ma entrano anche tante persone che hanno voglia e bisogno di lavorare, che sono in condizioni di soddisfare le esigenze del sistema produttivo nazionale e delle famiglie.

Molte sono le cose che non funzionano nella Bossi-Fini, come il rilascio dei permessi di soggiorno richiede tempi burocratici enormi e l'incrocio tra domanda e offerta è imposto attraverso la sottoscrizione di un contratto che i datori di lavoro devono firmare senza avere la possibilità di conoscere il proprio assunto. C'è una situazione di grande confusione che ci ha indotto a presentare una nostra proposta.

E' una proposta che punta a due obiettivi fondamentali. Il primo è quello di separare la buona e la cattiva immigrazione: non si possono adottare provvedimenti che sparano nel mucchio e che colpiscono in maniera indiscriminata tutti. Penso al reato di immigrazione clandestina e l'aggravante di clandestinità inserita nel recente pacchetto sicurezza approvato dal Parlamento. Dobbiamo tenere ben distinti, anche fisicamente, gli stranieri che vengono in Italia per delinquere dagli stranieri che vengono o che sono già in Italia solo ed esclusivamente per lavorare e disponibile ad integrarsi.

Per questo abbiamo previsto la figura di un reato specifico che colpisce lo straniero che rifiuta di farsi identificare. Lo straniero che viene in Italia e si rifiuta di farsi identificare è quello che per definizione rifiuta di integrarsi nella nostra società e che di conseguenza viene esclusivamente per delinquere. Questa persona deve essere colpita sul piano penale e deve essere detenuta in condizioni diverse da quelle che invece interessano gli altri immigrati, quelli che sono venuti per lavorare e che eventualmente hanno visto scadere il permesso di soggiorno per aver perso il lavoro. Per questo, insieme a questo reato specifico prevediamo la netta separazione tra i centri di permanenza temporanea rispetto ai centri di identificazione amministrativa. Non possiamo mettere in un unico luogo di detenzione persone che hanno storie, obiettivi e propositi diversi.

Perseguiamo un altro obiettivo fondamentale per colmare le evidenti lacune della Bossi-Fini: favorire l'incrocio tra domanda ed offerta di lavoro. Oggi per un datore di lavoro è impossibile assumere un lavoratore straniero solo ed esclusivamente attraverso la firma nel contratto di lavoro senza aver avuto la possibilità di conoscere il lavoratore. Il sistema produttivo italiano, le imprese e soprattutto le famiglie che occupano tante badanti fanno fatica ad accettare l'idea che una persona possa venire a lavorare nella propria casa o azienda senza aver avuto la possibilità di sperimentarlo. Questo è l'unico strumento offerto dalla Bossi-Fini.

Abbiamo previsto una serie di misure che tendono a costruire le migliori condizioni perché chi cerca un lavoro e chi cerca una persona disposta a lavorare possano incontrare i loro bisogni e le loro esigenze. L'idea è quella dello sponsor: consegnare all'imprenditore italiano la possibilità di farsi carico di un periodo di prova e di rispondere anche patrimonialmente dell'eventuale rimpatrio nel caso questa prova non giunga a buon fine. E' questa l'unica soluzione possibile perché sappiamo come vanno le cose in Italia, dove il reclutamento del lavoro straniero è esclusivamente in nero, che favorisce la manodopera illegale, lo sfruttamento e gli infortuni sul lavoro, straordinariamente superiori, dove le condizioni sono pressanti, insicure e dove non ci sono controlli.

Siamo convinti di dare una doppia risposta: far entrare chi vuole lavorare e consentire alle imprese italiane di avere immediatamente una risposta. Oggi le imprese sono costrette ad aspettare uno anno e mezzo per avere un lavoratore straniero nel proprio territorio, cosi come le famiglie italiane sono costrette ad aspettare un anno e mezzo per avere una badante dentro casa.

Chi vuole venire a lavorare deve avere la possibilità di venirci e di poterlo fare in tempi brevi. Chi viene in Italia per delinquere deve essere immediatamente separato dalle persone per bene, punito penalmente se rifiuta di farsi identificare e deve essere immediatamente rimpatriato nel suo Paese d'origine.

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