BONANNI (CISL)/ LONGO: PMI MARCHIGIANE PREMIANO I DIPENDENTI MERITEVOLI

La mobilità costosa è danno alle aziende in espansione ed ai dipendenti che impigriscono

FERMO – “Caro Bonanni, quando i nostri collaboratori lo meritano non lesiniamo certo premi. La valorizzazione degli uomini è sempre stato uno dei principi guida del piccolo e medio imprenditore e l’imprenditoria Marche ne è un esempio tangibile”. Lo afferma Davide Longo, membro del direttivo di PmiMarche, associazione piccole e medie imprese Marche, che discende dal soggetto nazionale PmItalia, in risposta al segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni che nei giorni scorsi dichiarò a Il Messaggero: “Non ho mai visto un datore di lavoro premiare un dipendente meritevole”.

“A nome dell’Associazione d’imprese che rappresento – afferma Longo – e come imprenditore non posso non esprimere la mia contrarietà all’affermazione di Bonanni scaturita a commento dell’annuncio del ministro per la Funzione pubblica Renato Brunetta che “Dopo la lotta ai fannulloni è ora di premiare chi merita”. Il segretario generale della Cisl, verso il quale rimane immutata la mia stima, è bene che prenda atto che quando i nostri collaboratori lo meritano non lesiniamo certo premi. La valorizzazione degli uomini è sempre stato uno dei principi guida del piccolo e medio imprenditore e l’imprenditoria Marche ne è un esempio tangibile Il cosidetto “tutto per tutti” è un errore in quanto la globalizzazione e soprattutto la competitività internazionale ci spingono a premiare e così incentivare i nostri collaboratori affinché ci sia sempre più un prodotto di qualità che sui mercati mondiali si distingua dai manufatti di quei paesi dove ancora sono carenti o addirittura assenti i più elementari diritti civili. Ci auguriamo quindi le misure del ministro Brunetta studiate per i dipendenti della pubblica amministrazione presenti nella bozza della Legge Finanziaria, vengano anche approntate per il settore privato, magari cominciando dalle pmi che sviluppano al meglio il vero Made in Italy”.

“Consideriamo inoltre un danno – conclude Longo, lanciando un sasso in uno stagno molto delicato – sia ai dipendenti che si trovano senza lavoro, sia alle aziende che crescendo cercano personale, una mobilità troppo costosa, che spesso impigrisce lo stesso lavoratore e non gli permette di guardare al futuro”.

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