SEPOLTO A RAMALLAH MAHMOUD DARWISH

di Goffredo Palmerini

Il poeta palestinese nel 2006 era stato all’Aquila, ospite d’onore del Premio “Laudomia Bonanni”

Si sono celebrati ieri a Ramallah i funerali di Mahmoud Darwish, poeta palestinese scomparso il 9 agosto scorso a 67 anni in un ospedale di Houston, in Texas. La cerimonia funebre si è svolta dapprima nell’ospedale militare di Marka. Da lì il feretro del poeta è stato poi portato a Ramallah, dove egli viveva da una dozzina d’anni. L’Autorità nazionale palestinese ha voluto per il grande poeta i funerali di Stato, un onore che finora era stato tributato solo a Yasser Arafat, nel 2004.

Nell’ottobre 2006 Mahmoud Darwish era stato all’Aquila, ospite d’onore del Premio letterario intitolato a Laudomia Bonanni. Una presenza, la sua, davvero significativa, non solo perché poeta tra i più grandi al mondo, ma soprattutto perché attraverso la sua voce nel mondo si è espresso il dramma del popolo palestinese. Molto toccante la sua testimonianza al Premio Bonanni, con la poesia che richiama costantemente il dolore dei Palestinesi. Ma anche le sue parole caddero come pietre, stimolato dalle domande della Giuria del premio, ed in modo particolare di Sergio Zavoli, anche con toni molto accalorati. Insomma, una partecipazione sicuramente appassionata, indimenticabile.

Nato nel 1941 a Birwa, un villaggio della Galilea, a sette anni Darwish era stato costretto con la famiglia ad esiliare in Libano. Tornato qualche anno dopo in Palestina, trovò il villaggio raso al suolo e l’area occupata da una colonia ebraica. Più volte imprigionato in Israele per i contenuti delle sue poesie, nelle quali è profondo e lacerante il grido di libertà per il popolo palestinese, Darwish è stata un’icona vivente della sofferenza della sua gente. Giornalista ad Haifa, poi gli studi a Mosca, quindi al Cairo ed ancora in esilio in Libano e Tunisia. Nel 1996 finalmente rientrò in Palestina, a Ramallah, città dove ha vissuto fino alla sua scomparsa.

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