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Scarcerazioni facili, il Ministro Alfano vigila

Componente Commissione Giustizia

Voglio dare atto alla tempestività con la quale il Ministro della Giustizia, on. Angelino Alfano, sta assumendo importanti iniziative per rendere più efficiente il contrasto alla criminalità organizzata. Mi inorgoglisce verificare che quanto assunto come impegno durante l’ultima campagna elettorale si sta realizzando, su proposta dei Ministri dell’Interno e della Giustizia, anche con l’assenso ed il contributo della maggioranza del Parlamento italiano.
Sono, infatti, state varate nuove norme per facilitare la confisca dei beni dei mafiosi; è stato abolito il cd. “patteggiamento in appello” per i reati di mafia, come da mia proposta A.C. 1085, garantendo la certezza della pena; sono state previste pene più severe per chi appartiene alla criminalità organizzata.
Il Ministro Alfano ha anche già avviato adeguate indagini per verificare le motivazioni e le responsabilità delle avvenute “scarcerazioni facili” per alcuni boss ed ha, altresì, firmato l’applicazione del 41-bis per alcuni mafiosi ai quali gli era stato revocato.
Dopo la pausa estiva il Parlamento sicuramente sarà chiamato ad approvare alcune modifiche all’attuale normativa sul 41-bis, in modo da renderlo di indubbia interpretazione sulla garanzia che il mafioso non possa avere collegamenti con l’esterno.
Naturalmente occorre porre la Magistratura nelle condizioni di poter accelerare i processi, in particolare quelli di mafia, con l’adeguamento degli organici assolutamente insufficienti, soprattutto in Calabria, dove anche alla luce delle recenti operazioni fatte dalle DDA di Catanzaro e Reggio Calabria, i processi per mafia diverranno ancora più numerosi. Apprendo con piacere che il Ministro Alfano, al fine di sopperire alla grave carenza di organici, proporrà incentivi economici ai Magistrati disponibili a trasferirsi nelle sedi disagiate. Anche su questo argomento è giacente la mia proposta di legge, A.C. 821.
Come avevo ribadito più volte durante l’ultima campagna elettorale, la lotta alla mafia la si fa con i fatti e non con l’antimafia di “facciata” o di “passerella”.

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