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La cattura del boss Paolo Nirta

La cattura di qualsiasi latitante non solo evidenzia l’impegno dello Stato, ma rappresenta certamente un reale ed importante contrasto alla criminalità organizzata. La cattura del boss Paolo Nirta, ad opera dei Carabinieri, inciderà certamente a porre fine alla sanguinosa faida tra le famiglie rivali di San Luca che, con la strage di Duisburg, hanno dato l’immagine del potere internazionale della ‘ndrangheta.
La cattura di Paolo Nirta, aggiunta all’importante attività di contrasto già effettuata contro le cosche di San Luca, coordinata dalla DDA di Reggio Calabria, non deve, però, essere considerata “punto di arrivo”. Occorre accelerare i relativi processi e garantire la certezza dell’espiazione della pena a tutti gli implicati ed occorre, contemporaneamente, intaccare l’intera rete di fiancheggiatori che, nel tempo, hanno consentito la crescita della potenzialità affaristico-economica delle famiglie Nirta-Strangio e Vottari-Pelle. Occorre rendere più efficace l’applicazione del 41-bis, in modo da non consentire ai vari boss mafiosi di continuare ad impartire disposizioni dall’interno degli Istituti penitenziari, soprattutto alle loro giovani “leve”, e non deve essere accordata alcuna forma di beneficio carcerario. Occorre, ancora, verificare ed intaccare il potere che le cosche di San Luca hanno attraverso la rete di alleanze con le altre cosche dell’intera costa ionica reggina.

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