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1893 . Un milanese reduce da Aigues Mortes , dove morirono 9 lavoratori italiani a causa di scontri con i francesi

di Ernesto R Milani

Aigues- Mortes è una cittadina francese della Linguadoca-Rossiglione dove,
tra il 16 e il 20 agosto agosto del 1893, un conflitto innescato dai
francesi contro i lavoratori italiani delle saline di Peccais, provocò la
morte di nove operai, liguri e piemontesi, ed almeno un centinaio di feriti
tra gli italiani. Qualcuno ha tentato di dare una spiegazione legata
allÂ’inasprimento delle tariffe doganali tra Italia e Francia. In realtà si
tratta di un eclatante episodio razziale, non isolato, esasperato magari da
motivi di lavoro e di occupazione, ma esattamente uguale, se non peggiore,
ai linciaggi subiti dai nostri connazionali in altre parti del mondo. Come
nel caso del linciaggio degli italiani accusati della morte del Hennessy due
anni prima nel 1891 a New Orleans in Louisiana, scoppiarono disordini in
molte città italiane, tra cui Milano, che ebbero ripercussioni sulle
relazioni tra Italia e Francia. Qualcuno ipotizza pure che lÂ’anarchico
Sante Caserio di Motta Visconti, ma panettiere in Milano, scosso da questo
evento, decise per questo motivo di uccidere il Presidente francese Sadi
Carnot nel 1894.
I fatti: il 16 agosto 1893 una delle solite risse tra italiani e francesi
provoca il ferimento di un francese. La notizia si diffonde rapidamente con
la falsa voce di morti in campo francese. Il giorno successivo una folla di
300-400 persone prende dÂ’assedio le baracche dove sono alloggiati gli
italiani. I gendarmi francesi, accorsi in loro aiuto, li scortano fino in
città per farli poi proseguire in treno per Nimes e Marsiglia, dove vengono
accolti da altre 500 persone armate di fucili e bastoni che contrastano la
polizia e si scagliano violentemente contro gli italiani. Il bilancio
ufficiale dei disordini parla di 9 morti e di 50 feriti, ma altre fonti
alzano il bilancio a 50 morti e 150 feriti in quanto per giorni la caccia
allÂ’uomo, o meglio allÂ’italiano, proseguì attraverso le campagne circostanti
dove molti si erano dispersi per sottrarsi alla plebaglia. Gli accusati
della strage chiamati in giudizio furono tutti assolti.

L’articolo che tratto dal “Secolo” del 22 agosto 1893 non ha bisogno di
ulteriori commenti :

I lavoratori italiani di Aigues-Mortes erano piemontesi, liguri, lombardi e
toscani. Ieri venne trovarci un milanese che era giunto lÂ’altro di. A
Ventimiglia lÂ’avevano vestito, ma non aveva scarpe in piedi.- Abbiam
cominciato collÂ’aiutarlo nei suoi bisogni più urgenti, e intanto ci raccontò
i suoi casi. Era molto serio e calmo.
Il suo nome è Luigi Formenti: prima di partire da Milano e recarsi in
Francia, abitava in via Vercelli, n. 23.
– Eravamo là ad Aigues-Mortes – ci disse – in sei o sette milanesi : uno si
trova ancora in Marsiglia, ferito ad un piede.
– Era la prima volta che andavate in Francia? – gli chiedemmo.
– No, – rispose; vi ero stato tre o quattro volte : e per questo ero ben
lontano dallÂ’aspettarmi quanto ora mi è successo: Arrivai ad Aigues – Mortes
il 1° dÂ’agosto : otto giorni dopo lavoravo nelle saline.
– Guadagnavate molto? Più dei francesi?
– Noi lavoravamo a cottimo . e per parte mia guadagnavo almeno dieci lire
per giorno. Alloggiavamo nei baracconi eretti vicino alle saline : i
francesi invece andavano in città. Si lavorava commisti tutti insieme :
siccome lavoravamo di più guadagnavamo di più ei francesi. Un poÂ’ di ruggine
cÂ’era sempre stata da anni ed anni ; ma si trattava di risse da nulla, come
succede anche qui per le questioni di lavoro; ma nessuno pensava mai che
dovessero avvenire quegli orribili fatti!
– Li avete veduti? Ne conoscete il principio?
– Il principio me hanno raccontato. Chi diceva che si trattava di una
questione per un paio di calzoni, chi per una bottiglia : io non lo posso
dire perché non cÂ’ero. So che la lite cominciò fra un italiano un francese :
altri vi presero parte ; poi alla sera ci ritirammo noi nei baracconi, i
francesi in città. Questo succedeva il 14 agosto.
“La mattina seguente noi eravamo pronti ad andare al lavoro ed avevamo già
gli strumenti con noi, quando sopravvennero 18 carabinieri a cavallo.
“Italiani, ci dissero, ritiratevi! Noi siamo responsabili delle vostre vite
: ritiratevi subito affinché non succedano guai. “Molti si ritirarono nei
baracconi. Questo son fatti di paglia col tetto di tegole.
“Sopraggiunsero 500 e più francesi e cominciarono a smantellare il tetto,
facendo cadere il materiale nellÂ’interno. Poi vi appiccarono il fuoco.
Allora quelli che vi eran racchiusi, uscirono fuori. I francesi fanno per
assaltarli. I carabinieri sparan per aria credendo di intimorire la folla :
dovevano spararci dentro chè forse sarebbero scappati! Invece glia altri
duri e cominciò allora il massacro.
– LÂ’avete veduto?
– No, io ero in un baraccone più lontano : ho veduto solamente un tumulto. I
carabinieri misero gli italiani in mezzo a loro ( saran stati 150) e li
condussero ad Aigues-Mortes.
“Per istrada eran perseguitati con bastoni e con sassi. Ad Aigues – Mortes
vi era la bandiera nera; in piazza San Luigi si trovava un fornaio e i
nostri sono entrati là dentro. Di fuori gridavano ed urlavano : “ Alla morte
gl’italiani!” E li successero quelle scene orribili che sanno.
“Il giorno dopo, 16 agosto, si sparse per tutti i baracconi il grido di :”Si
salvi ci può!” Ed anchÂ’io chÂ’ero in un o dei baracconi lontani, fuggii e mi
salvai a stento. La truppa venne alla sera. Il nostro console fu molto
premuroso e venne più volte fra noi per vedere quel che poteva fare.”
Il Luigi Formenti è un bellÂ’uomo, robusto ed energico.
Si trova qui a Milano, ricoverato nellÂ’Asilo Notturno Lorenzo, in via
Sottocorno, dove starà finchè troverà unÂ’occupazione. Non cÂ’è fra i nostri
lettori, chi abbia bisogno di un lavoratore robusto, che sfidi la fatica?.

Da “Il Secolo” 21 agosto 1893.

Ernesto.milani@gmail.com
Gruppo del Circolo Storico della Stampa Lombarda
www.lombardinelmondo.org

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