Ridimensionamento consolato di Berna, Ruedeberg: “Ancora nessuna risposta”

di Anna Ruedeberg

“Che peso vuol dare il Governo italiano alle nostre ordinate, pacifiche nonché ufficiali richieste? Forse è più facile lasciare passare le prossime due settimane per affondarle nel silenzio delle ferie estive?”: sono ancora queste le domande poste da Anna Ruedeberg, consigliere del CGIE, a quasi due settimane dall’occupazione dei consolati svizzeri in segno di protesta nei confronti del ridimensionamento del consolato del Consolato di Berna.
“Una protesta – ha spiegato ancora una volta la Ruedeberg – promossa dal Comites di Berna con gli altri Comites di San Gallo, Zurigo, Losanna e Ginevra, con l’Intercomites della Svizzera e con i Consiglieri CGIE, condivisa da tutta la collettività italiana e supportata dalla stampa e dalla televisione locale che ha portato la notizia in tutti i telegiornali delle tre reti elvetiche: quella tedesca, quella francese e quella italiana. I parlamentari del PD eletti all’estero sono scesi al nostro fianco per scongiurare il concretizzarsi di questo gravissimo disagio evocato da decisioni prese senza la minima consultazione preliminare con le parti interessate. Apprezziamo la disponibilità delle autorità diplomatiche svizzere che si sono rese disponibili ad un confronto ma, è bene ribadirlo, che le decisioni arrivano da Roma ed è da lì che noi continuiamo ad attendere una risposta. La disponibilità ad un confronto di merito è emersa anche da parte da tantissimi organismi dell’emigrazione e dalle nostre collettività italiane in tutto il mondo”.
“Non è istituzionalmente accettabile – ha sottolineato Anna Ruedeberg – che un Presidente del Consiglio, un Ministro ed un Sottosegretario agli Esteri, non diano risposte formali ad esponenti ed organismi dell’emigrazione che, al di là di una consolidata prassi di buona educazione, hanno titolo e diritto ad essere informati. Risposta che a maggior ragione oggi pretendiamo visti i punti essenziali della legge Finanziaria appena approvata alla Camera e che prevedono tagli in proporzioni mai conosciute prima per quanto riguarda gli italiani all’estero, la sanità, il sistema di protezione sociale, le università e molto altro. E se a questo attacco alle conquiste democratiche essenziali realizzate nel nostro paese con il concorso di tutte le culture e le componenti – ha concluso Anna Ruedeberg – aggiungiamo il patetico turpiloquio di un Ministro della Repubblica che manda a quel paese l’inno nazionale comprendiamo la portata dell’attacco al quale dobbiamo rispondere con unità e lungimiranza”.

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