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TREMONTI E BRUNETTA: SANTI O DANNATI ?

In un paese serio il discorso di Tremonti pronunciato giovedì alla Camera andrebbe sintetizzato e dato da leggere a tutti gli studenti dai 15 anni in su perché – al ritorno dalle vacanze – ci studino e meditino sopra: in fondo sono proprio loro i diretti interessati perché è la “loro” Italia che rischia – di qui a qualche anno – di non stare più in piedi. Nel frattempo la mia mail-box è inondata di mail di protesta: agenti delle dogane, dipendenti delle università, guardie forestali, veterinari e viceprefetti è tutto un pianto ai minacciati o presunti tagli di stipendio tanto che il ministro Brunetta (come Tremonti) sta diventando un santo per metà Italia e Lucifero per l’altra metà. Difficile però dar torto ai due ministri: vista la situazione dei conti pubblici e la crisi generale se non si vogliono aumentare le tasse occorre allora risparmiare sulla spesa amministrazione (e su tante altre cose) concentrando le risorse per il sostegno sociale e il rilancio del paese, altre strade non ce ne sono se si vogliono rispettare gli impegni europei ma soprattutto rilanciare economicamente la nazione.

Giusta quindi la scelta del governo di decidere subito senza perdersi in mesi di chiacchiere, al massimo ipotizzando marginali ritocchi alla manovra in autunno ma senza mollare troppo presto perché – altrimenti – non si “taglia” più nulla. Patetiche le richieste dell’opposizione che si lamentano per i ritmi “troppo rapidi”: fermarsi sarebbe una catastrofe e d'altronde proprio loro hanno imposto con voto di fiducia tutte le ultime finanziarie.

Intendiamoci: non dico che tutte le scelte siano giuste: per esempio avrei dato maggior spazio alle spese per la sicurezza, ma sicuramente uno stop al progressivo costo della pubblica amministrazione va dato. Il mio solo dubbio è che a rischiare di rimetterci siano soprattutto le fasce più basse del pubblico impiego, mentre le più alte alla fine continueranno a non passarsela male visto il grande salto che c’è tra i “travet” e i dirigenti che – qualche volta – dirigono però solo sulla carta ed hanno maturato il grado per robuste spinte politiche piuttosto che effettive capacità. Qui sta un altro punto: non mi piace generalizzare, ma è giusto che da una parte venga seriamente valutato chi merita, ma dall’altro vada colpito il singolo spreco (e ce ne sono moltissimi) con il concetto della massima responsabilità. Se nel pubblico prendi un buon stipendio per dirigere devi essere non solo responsabile di un servizio, ma anche indicare ai superiori le scelte da prendere perché quella struttura funzioni meglio e/o costi di meno. Se – ad esempio – si riduce il bilancio di un ente del 10% non si devono insomma tagliare la spese produttive ed istituzionali per cui l’ente è stato creato ma gli optional che spesso sono sprechi incancreniti. Solo allora quel dipendente o quel dirigente “merita” la gratifica, risultati alla mano. Ma l’esempio deve venire dall’alto a cominciare dal Parlamento dove una riduzione di emolumenti e benefits per eletti e dipendenti è necessaria e moralmente doverosa, per poi (ripeto: “poi”) via a scendere a tutti i livelli, dai vertici della Magistratura ai mille Enti che macinano aria.

In settimana – alla Commissione Esteri della Camera – ho denunciato molte spese opinabili del Ministero degli Esteri per contributi “a pioggia” (spesso smaccatamente politici) decisi l’anno scorso quando forse non ci si voleva render conto che arrivavano tempi grami o – meglio – si preferivano comunque accontentare associazioni politicamente amiche. “LIBERO” in questi giorni ne sta parlando parecchio e con un taglio forse anche un po’ demagogico, ma lo stesso vale per gli infiniti rivoli della spesa che prosciugano le risorse e per gli Enti Locali. Qui è un altro punto nodale: credo fortemente nel federalismo fiscale dal quale non tanto le nostre zone del nord avranno da guadagnare ma tutte le amministrazioni serie, perché non avete un’idea della differenza nei modi di gestione tra nord e sud Italia, salvo poche isole felici. Come ex responsabile nazionale di AN agli Enti Locali ho visto cose semplicemente allucinanti, che mai avrei immaginato esaminando da anni come consigliere di opposizione i bilanci del mio comune (di sinistra!). Con certi sprechi non si va da nessuna parte e, costi quel che costi, adesso bisogna risparmiare: “dura lex, sed lex” …e se peschiamo i furbi denunciamoli pubblicamente e per via gerarchica, perché sono negativi per tutti.

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