Ovvero quando la 'modernizzazione' ci riporta al Medioevo. Acqua e gabinetti un miraggio. Proteste e interrogazione parlamentare
Perche' le grandi stazioni ferroviarie italiane sono totalmente prive dell'accesso diretto all'acqua, quindi, da questo punto di vista, dei veri e propri deserti? Parliamo di quelle benefiche fontanelle che prima erano su tutti i marciapiedi, pronte a dispensare un rinfrescante getto d'acqua per i piu' disparati bisogni del viaggiatore: dal placare la sua sete o quella del suo compagno di viaggio a quattro zampe al lavare un frutto, dal darsi una rinfrescata al riempire una borraccia … Le fontanelle sono un segno di grande civilta', non tutto il resto (fazzolettini rinfrescanti, acqua in bottiglia, eccetera) che' sono semplici ausili d'emergenza, ma non validi e certi sostituti dell'acqua corrente.
Nelle stazioni ferroviarie italiane sembra che abbia vinto il piu' assoluto disprezzo dell'igiene. Un ritorno a secoli addietro: che differenza c'e' fra impedire di accedere direttamente all'acqua, obbligandola a spendere fior di quattrini per averne un po' a disposizione, e le gabelle imposte in antico ai viaggiatori sulle strade per superare una strettoia, per usare un guado o scendere sulla riva di un fiume o un lago per refrigerarsi? C'e' una perfetta somiglianza, la stessa identica prepotenza, con l'aggravante che chi frequenta una stazione ferroviaria e' in grandissima parte una persona che ha gia' pagato il “lasciapassare”, vale a dire il biglietto del treno ed ha quindi diritto di ricevere dei servizi anche a terra -come succede negli aeroporti.
Lo stesso accade per i gabinetti, solo a pagamento (almeno 70 centesimi). Il risultato e' che per evitare l'odiosa o insostenibile gabella (quanti sono, ad esempio, i senza fissa dimora che vivono nelle e intorno alle grandi stazioni?), c'e' chi usa il gabinetto di un treno in sosta oppure cerca un luogo appartato e lascia li' i suoi piu' o meno olezzanti depositi. Barbarie? O non e' forse barbarie quella di chi impone una gabella su un'esigenza di vitale importanza?
Noi intendiamo aiutare la societa' che gestisce le grandi stazioni a realizzare la propria “mission”, cosi' come la presentano sul loro sito Internet: ):
soddisfare i bisogni,
anticipare desideri,
cogliere slanci,
far vivere esperienze a 360 gradi,
rendere i clienti protagonisti del nostro mondo,
restituire al pubblico patrimoni di estremo valore culturale, sociale ed economico,
creare nuovi poli di aggregazione, socializzazione, scambio,
reinventare il ruolo del passeggero attraverso la piacevolezza del tempo passato in stazione.
Percio' chiediamo il ripristino delle fontanelle pubbliche e l'accesso gratuito ai servizi igienici. Misure indispensabili di igiene pubblica. Invitiamo tutti i cittadini a scrivere alla “Grandi Stazioni spa” (del gruppo Fs) per far valere le proprie ragioni di utenti preoccupati per l'imbarbarimento del servizio. Nei prossimi giorni, la sen. Donatella Poretti presentera' anche una interrogazione parlamentare in merito.
Per meglio approfondire la questione, l'ultimo numero della rubrica “La Pulce nell'Orecchio”, edita sul nostro sito Internet e curata da Annapaola Laldi, e' dedicata proprio a questo argomento: