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Il clima si fa sempre più arroventato negli interstizi di Palazzo Chigi

Il clima si fa sempre più arroventato negli interstizi di Palazzo Chigi. E di certo, non sono solo le temperature da solleone dell’estate romana a provocarlo. Adesso si rischia che la guerra dei dossier e delle intercettazioni – che ha già trasformato l’immagine del Berlusconi-Caimano in quella del mito dell’uomo cacciatore in cerca di veline e di veleni – travolga tutti senza lasciare nessuno illeso. Il Paese, ancora una volta si trova davanti ad un dilemma inquietante: che cosa si nasconde nelle intercettazioni registrate dalla procura di Napoli che riguardano il capo del Governo? E attende, invano, delle risposte.

Il quadro clinico che ne emerge è veramente sconcertane. “L’Italia si è inchiodata, si è fermata o è andata indietro”, chiosa Elio Di Caprio nel suo articolo: “E’ l’ennesima regressione, l’ennesimo messaggio sbagliato che si manda all’opinione pubblica sul fatto che non contano l’immondizia di Napoli o la crisi economica e sociale che attraversa l’Italia o i problemi energetici o di sicurezza, ma conta soprattutto la questione morale che indica in Berlusconi colui che in principio, come già diceva l’Economist di qualche anno fa, non è adatto (o degno) a governare l’Italia”.

Il riemergere del tema del vecchio conflitto tra politica e magistratura, non è che un’ulteriore prova di un capitolo già scritto della storia della democrazia italiana. Ancora una volta il Cavaliere si cala nei panni della vittima che deve difendersi dal “cancro” dei magistrati politicizzati e dal loro strapotere.

“Tutto questo dimostra che siamo ad un punto pericoloso dello smottamento istituzionale, con una caotica rincorsa di soggetti diversi che, tutti illegittimamente, pretendono di fare il mestiere del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale” rincara Davide Giacalone.

A completare l’elenco della black list si aggiungono il valore della crescita prossimo allo zero, la fase di stagflazione che stiamo attraversando, “il debito pubblico che ha toccato, secondo i dati della Banca d’Italia riferiti a marzo, la spaventosa cifra di 1.646,7 miliardi di euro”. Senza contare infine, il sommerso, di cui nessuno parla e che sfugge a qualunque statistica, ovvero il debito derivante dai mancati pagamenti delle amministrazioni, centrali e decentrate, nei confronti dei fornitori privati”, nota Enrico Cisnetto.

Come uscire allora da questo circolo vizioso in cui è caduto il Paese?

L’opposizione del “governo ombra”, finora, non ha portato ad alcun risultato e i problemi più urgenti rimangono irrisolti. Per uscire dall’anomalia Berlusconi-Di Pietro, il leader del Partito democratico, sottolinea Giovanni Fasanella, “non deve fare il pesce nel barile ma deve prendere pubblicamente le distanze da quella compagnia di giro di comici, politici e intellettuali tanto chiassosa e presenzialista quanto inconcludente, spiegando agli italiani le proprie ragioni, con chiarezza, rigore e determinazione. (Terza Repubblica)

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