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I gesuiti nell’architettura argentina

Jorge Garrappa Albani – Redazione Argentina

La Compagnia di Gesù è un ordine religioso fondato nel 1534 – sotto il motto “Omni ad maiorem Dei gloriam” – da Iñigo López de Recalde, canonizzato dalla Chiesa Cattolica come San Ignacio de Loyola. Inizialmente facevano parte dell’ordine studenti dell’Università di Parigi, decisi a difendere ad oltranza la Chiesa Cattolica dalla Riforma luterana. Il Papa Paolo III diede il via alla Compagnia di Gesù nel 1540. Nel 1610 si recarono in America fino al 1767 in cui vennero espulsi dal Re Carlo III. Solo nel XVIII secolo, la Compagnia di Gesù, portò nel Rio de la Plata oltre un centinaio di artisti, artigiani e professionisti di ogni tipo. A seguito il lavoro degli architetti.

– Chiesa e Convento di San Francesco (Bs. As.) – L’ordine dei Frati Minori Francescani fu il primo a stabilirsi a Buenos Aires. Nel 1583 Juan de Garay gli consegnò l’isolato su cui si trova l’attuale basilica.
La prima chiesa venne eretta agli inizi del XVII secolo e l’attuale venne iniziata circa 1731 sul disegno dell’architetto gesuita Giovanni Andrea Bianchi, assistito dal sivigliano Vicente Muñoz. La chiesa di San Francesco s’inaugurò il 25 marzo 1754.
Nel 1807 crollava la facciata e veniva rifatta qualche anno dopo da Tomás Toribio. L’immagine attuale risale al 1911 quando l’Architetto tedesco Ernst Sackman, ispirato nel barocco bavarese, modifica lo stile neoclassico originale. La facciata principale è molto elaborata in particolare le torri, la cancellata frontale e la cupola. La chiesa ha un’unica navata molto lunga con cappelle laterali poco profonde ed un presbiterio a testata retta. La cupola si alza su di un tambore ottogonale.
San Francesco fu una delle chiese più rovinata dall’ondata d’incendi scatenata nel mese di giugno 1955.

– Chiesa di San Ignazio (Bs. As.) – Dal 1712, secondo il disegno dell’architetto gesuita Juan Krauss, cominciò ad edificarsi la chiesa attuale con la torre sud ed il muro frontale originale assieme ad un tratto della galleria dell’antica fortezza già scomparsa.
La costruzione fu diretta dal proprio Krauss e gli architetti gesuiti Andrea Bianchi e Giovanni Battista Primoli, Juan Wolff (maestro falegname) e Pedro Weger (maestro fabbro). La chiesa venne inaugurata nel 1722 e consacrata nel 1734.
E’ la più antica di Buenos Aires, usata da bastione difensivo durante l’Invasione Inglese.
Ispirata nel Gesù di Roma -capolavoro dell’Arch. Vignola del XVI secolo- ha la pianta a forma di croce latina, con una navata principale e due laterali e abside rettangolare. Caratteristica di San Ignazio, condivisa unicamente con la Cattedrale di Montevideo, sono la cupola su tambore quadrangolare. La facciata influenzata dal barocco bavarese è ormai discussa.
L’Ingegnere Felipe Senillosa completò il disegno, nel XIX secolo, aggiungendo la torre nord gemella a quella sud, ambedue cupole rivestite in Pas de Calais.
La chiesa fa parte della Manzana de las Luces (Isolato delle luci) e nel 1821 proprio li venne inaugurata l’Università di Buenos Aires.

– Chiesa N.S. del Pilar (Bs. As.) – Nel 1716 Diego de Ceballos, gestisce dinanzi la Corte del Re Filippo V l’autorizzazione per la costruzione. Secondo alcuni storici il disegno appartenne agli architetti gesuiti tedeschi Juan Kraus e Juan Wolf. Altri invece pensano che furono i gesuiti Andrea Bianchi e Giovanni Premoli, i veri autori. Potrebbe anche essere possibile che tutti e quattro abbiano collaborato in diversi periodi. I lavori cominciavano nel 1715 e finivano nel 1725 con la facciata disegnata dall’Architetto Bianchi. Nel 1731 ebbe termine la torre di 30 metri e venne inaugurata la chiesa il 12 ottobre 1732. E’ la più antica che conserva lo stile originale barocco.
Nel 1779 venne modificata la facciata ed il battistero frontale creando un atrio chiuso.
Nel 1881 l’architetto Buschiazzo costruiva la facciata del cimitero. Nel 1932 grazie all’architetto Millé la chiesa tornava allo stile originale, modificato nei primi del XX secolo.

– Centro Culturale Recoleta/Ex-Convento Frati Recoleti (Bs. As.) – Risale al XVII secolo ed il suo disegno originale corrisponde agli architetti gesuiti Juan Krauss e Juan Wolf invece la facciata e gli spazi interni del Convento all’architetto italiano Andrea Bianchi. I lavori iniziati nel 1720 concludevano nel 1732.
L’architetto Giovanni Buschiazzo fu il responsabile del grande intervento realizzato nel 1880, vero capolavoro di riciclaggio che incluse la cappella, padiglioni, la facciata e terrazzi. Il vecchio Convento funzionò come Asilo di Mendicanti e poi d’Asilo di Anziani e nel 1980 si fanno dei rifacimenti destinati alla nuova funzione di Centro Culturale, lavoro richiesto all’architetto napoletano Clorindo Testa assieme Jacques Bedel eLuis Benedit.

– Cabildo di Buenos Aires (Bs. As) – A sostituire l’antico e già molto rovinato edificio del Cabildo della Capitale del Virreynato del Rio de la Plata, l’autorità spagnola di Buenos Aires autorizzo la ricostruzione dell’edificio. Richiede all’architetto Giovanni Battista Primoli i primi disegni nel 1719 e nel 1725 l’Architetto gesuita ticinese Giovanni Andrea Bianchi fa il disegno a due piani che verra inaugurato nel 1740.
Dalmacio H. Sobrón, si riferi a La Arquitectura del Cabildo de Buenos Aires sul giornale La Nación nel 1981: … La architettura di Bianchi, preminentemente lombarda, trasformata nel Pilar e nel Cabildo per la inclusione inedita di elementi spagnoleggianti è stata giudicata, per mancanza di dati, come un’architettura minore… ma lo storico gesuita chiarisce: il Cabildo è ispirato nel Palazzo dei Giureconsulti di Vía Mercanti della Città di Milano, per altro molto conosciuto da Bianchi.

Oltre a questi architetti, molti altri gesuiti italiani arrivarono nel Rio de la Plata in diverse spedizioni spagnole. Tra loro:
 Bandini, Simone – Nato a Venezia (VN) e destinato alle missioni del Paraná e Paraguay.
 Beatillo, Antonio – Nato a Bari (BA) in Puglia.
 Blasino, Teodoro – (residente a Buenos Aires nel 1741).
 Cataldino, Giuseppe – Nato a Fabriano (AN) in Regione Marche. Assieme Mazeta Simone fondarono le missioni paraguaiane.
 Cattaneo, Gaetano – Nato a Modena (MO) nell’Emilia Romagna. Stette per 4 anni in Paraguay dove mori a 38 anni.
 Dario, Giovanni – Nato ad Altavilla Irpina (AV) in Campania.
 Marelli, Orazio.
 Ferrufino, Giovanni Bastista missionario nel Rio de la Plata tra 1646 e 1647.
 Guglielmo, Giovanni Guiseppe – Nato a Tempio Pausania (SS), Sardegna. Missionario in Paraguay.
 Masioni, Antonio – Nato a Iglesias (CA) nell’Isola di Sardegna. Destinato in Paraguay ed insegnante di filosofía nel collegio di Córdoba per anni.
 Manchiano, Antonio – Nato ad Alghero (SS) in Sardegna. Recatosi nelle missioni meridionali fu ucciso dagli indiani del posto.
 Mazeta, Simone – Calelefi (Napoli).
 Rispario, Antonio – Nato a Cremona CR) in Lombardia. Ucciso nel Chaco nel 1639.
 Serra, Michelangelo – Nato a Iglesias (CA) in Sardegna.

Jorge Garrappa Albani – Redazione Argentina
jgarrappa@hotmail.com – www.lombardinelmondo.org

L’architettura italo-argentina nel XIX secolo

Nella puntata precedente parlavamo dell’architettura degli architetti gesuiti nel Rio de la Plata fino al 1767 quando furono espulsi da Carlo III, Re di Spagna.
In questo capitolo parleremo dell’architettura italo-argentina nel XIX secolo.
Se Andrea Bianchi -di origine svizzera- era un’ artista d’idee italiane, Carlo Zucchi -di origine italiana- fu un’artista d’idee francesi.
Zucchi, architetto rivoluzionario nato in Italia nel 1790 e formato a Parigi, arrivò nel 1826 pieno d’illusioni nella Buenos Aires dei tempi di Bernardino Rivadavia.
Fu Zucchi l’architetto del Governo dal 1828 fino al 1835. Caduto Rivadavia, andò lentamente in calo fino a scomparire e morì a San Macario (Varese) nel 1856. Un secolo e mezzo dopo veniva scoperto il suo archivio di lavoro nella sua Italia natia.
L’Argentina “barbara” -come la chiamava Sarmiento- cominciò a “civilizzarsi” dopo il 3 febbraio 1852 quando, nella battaglia di Caseros, Urquiza sconfisse Rosas e diede inizio al processo che portò alla Costituzione del 1853 ed aprì le porte al commercio internazionale, alla cultura universale e alla immigrazione europea.
O forse cominciò prima, quando il proprio Urquiza -ancora Governatore di Entre Ríos- aprì la Provincia alle nuove idee, cioè a quelle della “Giovane Argentina”, riflesso mazziniano -nel Plata- della “Giovine Italia”.
Allora i garibaldini -esuli nella Banda Oriental (Uruguay)- passarono alla Provincia di Entre Ríos, tra loro Pietro Fossati, architetto di Urquiza che portò il modesto Palazzo San José -disegnato da Giacinto Dellepiane- alla scala attuale.
Per la prima volta i sottili archi fiorentini del Brunelleschi passarono a far parte del paesaggio entrerriano.
Con Pietro Fossati e Giacomo Danuzio –costruttore e architetto garibaldino della città di Paraná morto nel 1861- il Neo-Rinascimento italiano diventò il manifesto architettonico dei nuovi venti che soffiavano nel Paese.
Negli anni successivi alla battaglia di Caseros, l’architettura argentina vide una profonda trasformazione. La crescita nel campo architettonico ebbe il marchio italiano. Nel 1879, Sarmiento -primo storico dell’architettura argentina- ricorda quel che era successo ai tempi di Mitre: L’architetto sostituiste il muratore; le braccia abbondano; la prosperità cresce ed anche i muratori sono per lo più italiani ed introducono cornici, fregi dentati ed architravi sovrastanti.
Sarmiento iniziava il suo scritto dicendo pure che: quello che distingue l’uomo dalla bestia è la sua facoltà di cambiare le forme architettoniche; quindi, nel lasciare lo stile coloniale ed avvicinarsi allo stile italiano, come paese nuovo, dimostrava la vera condizione umana. Sarmiento, come Alberti, Gutiérrez e Mitre, era italianofilo in materia artistica e quello non ci deve sorprendere.
Per i romantici progressisti, il quattrocento fiorentino era, di per sè, un simbolo della libertà intellettuale. L’architettura italiana, dunque, sarebbe il simbolo della nuova libertà civile dell’Argentina.
Perciò Sarmiento non dubitò ad esaltare i lavori degli architetti genovesi, arrivati in Argentina nel 1855: Nicola Canale (nato nel 1807) e suo figlio Giuseppe Canale (nato pure a Genova nel 1833) come la cupola della Chiesa di Belgrano paragonata addirittura con quella di Michelangelo (nella foto sopra).
Certamente per le stesse motivazioni, Juan Bautista Alberti, chiamava Luigi Giorgi (frate francescano ed architetto nato a Napoli) il Michelangelo argentino.
Italiani furono gli edifici delle scuole sarmientine che cominciavano a popolare la città e la campagna per portare l’educazione e la prosperità a tutti i confini del Paese.
Italiani furono anche gli ospedali, che cominciarono a migliorare la sanità.
Italiane furono le chiese, come quella di Monserrat, la Cattedrale di Paraná o quella di Rosario.
Italiani furono gli edifici pubblici come quello del Comune di Belgrano ed italiane furono le prime ville come il Palazzo Miró.
Italiano fu lo “stile” degli edifici disegnati dagli architetti italiani, argentini, francesi, inglesi…Taylor fece del Palacio Muñoz un Palazzo fiorentino in versione “Italianate Revival”.
Prilidiano Pueyrredón fece una “villa” italiana in Olivos al suo amico Azcuénaga, quella che oggi è diventata Residenza Presidenziale.
Agostino Canepa (architetto piemontese nato nel 1849 e morto nel 1900) e suo fratello Nicola, sono gli autori della Chiesa ed il Convento di Santo Domingo a Cordoba, la Cattedrale ed il Cabildo di Santiago del Estero, nel 1876.
L’architetto Luigi Caravatti (nato a Milano nel 1831) arrivò in Argentina nel 1857, si trasferì a Catamarca dove costruì la Casa di Governo e la Cattredrale del capoluogo di Provincia.
Giovanni Coll, architetto ed ingegnere italiano, svolse la sua attività per lo più in Provincia di Corrientes dove disegnò il Plazzo di Governo, la Scuola Provinciale, la Chiesa della Santa Croce e l’Asilo degli Orfanelli.
L’architetto Giovanni Battista Arnaldi (nato a Porto Maurizio –Imperia- nel 1841), arrivò in Argentina nel 1870 ed è il responsabile del disegno della Cattedrale ed il Palazzo Archivescovile di Paranà (Entre Rios); il Consejo Nacional de Educacion, scuole, la Cattedrale, due chiese e varie case in Santa Fe; la Cattedrale di Rosario (Santa Fe); la Cattedrale di La Rioja ed il Comune di Carmen de Areco (Buenos Aires).
L’architetto Paolo Scolpini (nato in Italia nel 1839 e morto nel 1927) si recò a Buenos Aires nel 1860 e tra l’altro fu autore della Chiesa N.S. di Monserrat di via Belgrano.
Giuseppe Agustoni, costruttore nato in Italia ed arrivato in Argentina –assieme ai suoi fratelli- a fine del XIX secolo. I suoi lavori più importanti furono la Stazione delle Ferrovie del Sud (Constitucion) nel 1884, il Club Catolico nel 1890 ed il Convento di Santa Teresa nel 1895.
Placido Aimo, architetto piemontese nato nel 1822. Arrivo in Argentina in gioventù e condivise la sua attività tra l’architettura e la docenza. Fu autore del disegno della Piramide eretta sulla Piazza 9 de Julio della Città di Salta. Mori nel 1890.
Antonio Alberti, architetto nato a Messina nel 1877. nel 1892 si stabilì a Tucuman dove si distinse come noto professionista.
Mario Geminiani, architetto nato a Carrara (Massa Carrara) nel 1856. Giunto a Buenos Aires nel 1883. Autore di disegni come la Stazione Once della Ferrovia, le facciate degli Ospedali Italiano di Buenos Aires e La Plata e lo stabilimento Vasena.
Egidio Giavedoni, architetto e missionario francescano nato in Italia nel 1864. Giunse a Santa Fe dov’è autore della Chiesa di Porto Gaboto. Morì nel Convento di San Lorenzo nel 1902.
Nicola Grosso, architetto e costruttore italiano radicato in Corrientes circa 1854 fino al 1870. Tra i suoi lavori contano la chiesa N.S. del Rosario, di San Francesco, il Convento e chiesa N.S. de la Merced.
Francesco Giorgio Miazzi, architetto e costruttore nato a Bassano del Grappa (Vicenza) nel 1859. Giunse in Argentina nel 1882 e si trasferì a Rosario (Santa Fe). Assieme a Poletti fondò una fabbrica di oggetti di terracotta.
Gaetano Moretti, architetto nato a Milano nel 1860. Autore assieme a Brizzolara del disegno del monumento all’Independenza Argentina in sostituzione della Piramide di Maggio.
Adonay Spreafico, costruttore italiano responsabile dell’architettura di Catamarca come la Cattedrale ed il Palazzo Governamentale.
Insomma, molti di questi artisti popolarono di edifici “italiani” città e capoluoghi di Province argentine.
Dappertutto si alzarono case con cortili pompeiani, con dei pilastri, cornici, frontoni ed archi romani, come se all’improvviso tutta l’Argentina fosse diventata una sola grande Provincia con capoluogo a Firenze.

Jorge Garrappa Albani – Redazione Argentina
jgarrappa@hotmail.com – www.lombardinelmondo.org

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