Site icon archivio di politicamentecorretto.com

PROGETTO ROCCA DELLA CITTADELLA DI ANCONA

PROGETTO
ROCCA DELLA CITTADELLA DI ANCONA

La Rocca della Cittadella di Ancona è un complesso immobiliare dal 2003 di proprietà della Regione Marche. Sorge sul colle Astagno, uno dei tre, insieme con il Cardeto e i Cappuccini, che tra la rupe del Passetto e il porto dominano la città di Ancona. Ed è proprio su questo colle che nel 387 a.C. si stabilì una colonia di siracusani, i Dori, popolo di civiltà greca, a cui si deve l’appellativo di città dorica. Nel corso della sua storia, Ancona divenne colonia romana, poi Repubblica Marinara. Sempre pronta a difendere la propria libertà, nel 1532 il Papa Clemente VII, per scongiurare la minaccia turca, offre ad Ancona la possibilità di fortificare la città a sue spese. L’incarico viene assegnato all’architetto Antonio da Sangallo il giovane. E’ il 1532. Nasce la Rocca della Cittadella. Il tempo e gli eventi hanno determinato a un progressivo degrado dell’intero complesso.

LA STORIA
La più antica fortificazione sul colle dell’Astagno era forse un semplice torrione, ricordato come “la Guardia”, che venne sostanzialmente rifondato e ingrandito a cassero dai Malatesta dopo il 1348. Si può presumere che fin dall’estate del 1532, sotto la guida del Sangallo, assistito dai fidati costruttori fiorentini, Sigismondo e Gianfrancesco Bruni, iniziassero i lavori di sterro che occuparono centinaia di terrazzatori e migliaia di addetti e comportarono la distruzione di orti e vigneti, la demolizione di 50 edifici, comprese chiese e conventi. Allo stesso periodo risale presumibilmente anche l’inizio della costruzione della Cittadella, come documentato dalla targa con iscrizione posta sulla porta d’ingresso della Rocca, in omaggio al Papa Clemente VII, con riportata la data 1533 riferita ai lavori in corso. Nel corso degli anni altri architetti e ingegneri si susseguirono nella direzione dei lavori. Al Sangallo successe Francesco Florenzuoli, Giambattista Pelori, poi Francesco Paciotto, Baldassarre Lanci, Francesco Luparelli, Durantino Cipriano Piccolpasso, l’anconetano Giacomo Fontana. Dalla relazione del 1588 di questi a Sisto V si evince che alla fine del XVI secolo la Rocca era costituita da un corpo poligonale sul quale si proiettavano agli estremi sette bastioni: a nord-est la Tenaglia e la Punta (poi Barberino); a sud-est il Giardino; a sud-ovest il Cavaliere a basso (poi gregoriano); a nord-ovest la Capanna, la Forbice, la Guardia.
Attribuibile al Sangallo è, oltre alla sapiente e intuitiva individuazione strategica del luogo e la conformazione plastica dell’insieme rispetto alla morfologia del terreno, la soluzione della “forbice”, con le cortine piegate a doppio risvolto concavo-convesso fra i baluardi. Soluzione ripetuta due volte sul fronte settentrionale (forbice e tenaglia); suo dovrebbe essere anche il gran baluardo del Giardino, elemento qualificante e strategico, caput di tutto il complesso, per essere rivolto verso la strada di Posatora, allora principale accesso alla città. A Francesco Paciotto da Urbino si deve probabilmente una messa a punto di tutte le opere realizzate e sicuramente il progetto definitivo del grande Campo Trincerato, opera esterna in terra e muratura, quattro volte più estesa della fortezza che, inglobando il bastione Giardino, si protende in avanti di trecento metri concludendosi con la caratteristica Tenaglia.
La Rocca della Cittadella per le sue caratteristiche può considerarsi una fortificazione anticipatrice ed originale nella sua logica militare inclusiva. L’aggiunta del Campo Trincerato che, inglobandola, la renderà una vera cittadella militare, costituisce, assieme alla sangallesca Rocca Paolina di Perugina, uno dei più vasti e innovativi progetti militari del secolo.

IL RECUPERO

Il progetto regionale, che ha avuto l’ok dalla presidenza del Consiglio dei Ministri (vedi COM 531 di oggi) prevede la ristrutturazione dell’intero complesso, redatto dai tecnici regionali, per un l’importo complessivo di € 26.100.000,00. La stima dei costi di restauro e risanamento conservativo degli immobili è stata desunta dalla media dei costi parametrici degli interventi di recupero post-sisma del terremoto Marche-Umbria del 1997, in riferimento agli immobili sottoposti a tutela.
Le superfici interessate sono complessivamente mq 24.851,00.
Gli interventi riguardano il restauro e il risanamento conservativo degli edifici A – B – C – D; il restauro della Torraccia; il restauro della marciaronda e della relativa rampa d’accesso; il recupero e valorizzazione della Piazza d’Arme e degli spazi aperti; il restauro dei cunicoli sotterranei; la ripulitura e il recupero delle mura di cinta e dei bastioni della Campana, della Punta, del Giardino e del Cavaliere a Basso.
Le modalità per assicurare la fruizione in continuità degli spazi di un insieme storicamente unitario verranno stabilite d’intesa con l’Amministrazione Comunale di Ancona. In particolare, lo spazio compreso tra gli edifici sarà attrezzato per l’uso pubblico, manifestazioni, spettacoli e altro, così da completare l’offerta dei servizi per il tempo libero realizzata dal Comune.

Edificio C – SEDE DEL SEGRETARIATO PER L’ADRIATICO
Sarà la sede del Segretariato per l’Adriatico, struttura permanente presso la Regione Marche, con la partecipazione di tutte le Regioni Adriatiche italiane e dei Paesi Adriatici Orientali (Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Albania).
Il Segretariato avrà funzioni di raccordo tra i soggetti pubblici e privati che operano nell’area adriatica e costituirà punto di riferimento per i governi locali delle Regioni italiane e per l’implementazione delle loro politiche di prossimità e dei partenariati territoriali.
Nella struttura potranno inoltre essere ospitate le segreterie di tutte quelle altre strutture di raccordo e di collaborazione internazionale già presenti e operanti, quali il Forum delle Città Adriatiche, il Coordinamento tra le Camere di Commercio delle Regioni adriatiche italiane e dei Paesi della ex-Jugoslavia, il Forum delle Università adriatiche.
All’interno dell’edificio verranno create diverse sale riunioni di medie dimensioni, un numero minore di sale di grandi dimensioni e spazi da destinare all’attività del Segretariato stesso.
La realizzazione di questa struttura nel capoluogo di regione contribuirà anche simbolicamente, data la sua mirabile posizione tutta prospettata sull’Adriatico, a consolidare un sempre più consapevole rapporto dal punto di vista economico, sociale e culturale, tra la città di Ancona, la Regione Marche e i suoi confini marini, e i popoli e i Paesi dell’altra sponda di questo mare.

Edificio A
Sarà destinato ad abitazione del custode e sarà attrezzato con impianti di vigilanza idonei alla salvaguardia di tutto il complesso. Ospiterà gli uffici del Segretariato per l’Adriatico in attesa del completamento dei lavori dell’edificio C.

Edificio B
Il recupero è stato affidato inizialmente alla Soprintendenza che ha eseguito opere di messa in sicurezza e ripristino di una parte delle coperture e dei solai di piano e sarà destinato a sede dell’Istituto Regionale per lo studio e la conservazione del Patrimonio Culturale e della Fototeca storica delle Marche.

Edificio D
La Fuciliera è l’edificio monumentale di maggiore importanza storica, attribuito al Sangallo. Al suo interno la sala del piano superiore sarà recuperata in modo tale da poter accogliere convegni, mostre e manifestazioni di particolare rilievo comprese quelle del Consiglio Regionale.

Cunicoli sotterranei
Questo insieme ipogeo costituito dai percorsi sotterranei che legano gli edifici della Rocca alle cannoniere esterne e ai depositi interrati rappresenta un’eccezionale testimonianza delle antiche tecniche di difesa, che l’abbandono e l’incuria del recente passato consentono di riscoprire integra, seppure degradata, e di proporre a nuove modalità di valorizzazione.

Mura esterne
La costruzione militare (1532-1535) a pianta stellare è rafforzata da 5 bastioni.
I muraglioni di altezza variabile si estendono per oltre 800 ml che in via desuntiva (H variabile tra ml 8/18) può essere quantificato in circa 12.000 mq di superficie di intervento.

Exit mobile version