Intervista al Cavaliere Franco Campitelli

Ci siamo trasferiti a Cordoba ad intervistare Franco Campitelli, da qualche tempo Cavaliere della Repubblica d’Italia su proposta ,a suo tempo presentata dall’Associaizone Mantovani nel Mondo Onlus.
Questo titolo gli è stato conferito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il suo costante e profuso impegno a favore dei connazionali all’estero.

Franco è magro, di bassa statura, la testa quasi sprovvista di capelli e con gli occhiali appesi al collo. E’ un uomo molto gentile e ben disposto a raccontare, ancora una volta, la sua vita, a dire poco, appassionante.
Primogenito di Archimede (Medaglia al Merito di Vittorio Veneto e Cavaliere di Onore) e di Aurelia Gatti, nacque a Quistello (Provincia di Mantova) il 3 agosto 1921. Oltre a lui, due sorelle: Valentina e Romana.

“Mio padre era commerciante di bestiame mentre io facevo da manovale e la mamma da casalinga” comincia Franco.
“Diciannovenne, andai a fare il militare a Padova e nel 1941 mi destinarono al 58mo. Reggimento Fanteria. Con questa unità andai a combattere nel secondo conflitto mondiale fino al momento in cui mi fecero prigioniero i tedeschi.
Un giorno del 1944 io guidavo un camion che faceva parte di una colonna di automezzi tedeschi che veniva bombardata dagli aerei alleati. In mezzo alla confusione cercai di salvarmi la vita e se possibile scappare via. Per fortuna ce l’ho fatta e poco dopo mi sono fatto partigiano nel Veneto arruolandomi alla Brigata “Brigata Falco” fino al 25 aprile 1945.
La guerra era finita ma…l’Italia era talmente distrutta che un giorno mia sorella Valentina disse:
<< Scusatemi, io me ne vado.>> Ma dove? Abbiamo chiesto noi e lei rispose:<> allora mio padre decise di trasferire tutta la famiglia in America, così tutti e cinque partimmo sulla nave “Conte Grande” da Genova ed arrivammo al Porto di Buenos Aires il 16 marzo 1950. Io avevo 30 anni, non ancora compiuti” .

Era scapolo e trovò l’amore, come capita spesso, un po’ per caso o forse per il destino e così ce lo racconta.

“Mio cugino mi fece conoscere Elia Nannini, una ragazza originaria di Rughi, Comune di Porcari in Provincia di Lucca (Toscana). Lei era sola in America e dopo qualche anno di fidanzamento –forse cinque- la sposai. Da quell’unione nacquero Franca e Fabiana. Nel frattempo ho fatto un po’ di tutto, persino il macellaio, però la mia vocazione mi portò a fondare nel 1987 il CIAP (Centro Italo-Argentino Pensionati) di cui sono Presidente onorario.
Poi nel ’88 fondai ed organizzai l’AMPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) di cui fui il primo Presidente.
Dal ’88 al ’96 sono stato eletto rappresentante sia del CIAP che dell’AMPI alla Federazione delle Associazioni Italiane di Cordoba (FAIC).
Nel ’90 sono stato eletto per rappresentare Cordoba al Congresso dei Pensionati Italiani svolto a Torres, in Brasile. Poi nel 1991 vengo pure eletto Consigliere al Secondo Comites di Cordoba e lo stesso anno organizzai il Primo Consiglio Partigiano dell’Argentina a Cordoba.
Nel ’92 le cose non andavano bene per i pensionati italiani per i tagli programmati dal Governo Italiano per cui mi misi a capo delle manifestazioni di protesta davanti al Consolato Generale d’Italia in Cordoba”.
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Beve un sorso di caffé, fatto dalla figlia Franchina (come la chiama lui) arrivata poco fa, e continua a ricordare qualche buon momento della sua vita.

“Nel 1994, durante la conferenza del Senatore Gian Franco Rastelli, svolta al salone dell’Associazione Famiglia Siciliana di Cordoba, mi fu consegnata la Medaglia d’Oro per quello che avevo fatto per i pensionati all’estero, ero molto emozionato perchè non credevo di aver fatto niente di particolare”
.
Dal ’97 fino ad oggi svolge la carica di Protesoriere del terzo Comites di Cordoba e nel ’98 la Preside dell’AMPI di Modena, Aude Pacchioni, lo nominò rappresentante a Cordoba.

“Certo, la Pacchioni mi consegnò la bandiera dell’istituzione con lettere dorate e m’affidò la distribuzione della pubblicazione mensile dell’AMPI”.

Nel 1998, a Fiuggi, provincia di Frosinone, si svolge il Congresso dei Pensionati a cui Franco partecipa in rappresentanza dei pensionati cordobeses.

“E’ stato un bell’incontro quello di Fiuggi, me lo ricordo sempre non solo per quello che riguardava gli interessi dei pensionati che difendevo ma anche per aver conosciuto quel posto noto in tutta Italia per le sue famose terme”.

Suona il campanello per cui s’interrompe la chiacchierata, è Fabiana l’altra figlia di Franco, Laureata in Scienze Sociali, che arriva a visitare suo padre.
Propongo loro di scattare una fotografia di famiglia prima di continuare l’intervista e Franco che riprende subito il suo discorso.

“Tutti gli anni organizzo la mostra sulla storia delle vicende partigiane nel mese d’aprile assieme alla commemorazione della Giornata della Liberazione, il 25 aprile. Il comune di Cordoba permette l’evento ricco di discorsi, banda di musica e corone di fiori nella Piazza San Martín, la più importante della Città”.

Franco scompare solo un attimo e riappare con delle vecchie fotografie di gioventù ed articoli dei giornali che parlano della sua permanente preoccupazione per i suoi connazionali.
Ci salutiamo con la promessa di ritrovarci al più presto possibile ed orgogliosamente mi dice: <>.

Jorge Garrappa Albani – Redazione Argentina
jgarrappa@hotmail.com – www.lombardinelmondo.org

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