I fannulloni

Chi vive con il corpo di qua e l’anima di là, dove il qua e il là sono rispettivamente la Grecia e l’Italia, non può fare a meno di fare certi paralleli, di osservare certe analogie, di applicare ad un posto regole e comportamenti che valgono nell’altro.
Di esempi se ne possono fare a volontà e io mi diverto a farne uno.
L’antefatto é noto: il neo ministro Brunetta (non é un vezzeggiativo, si chiama proprio così) ha solennemente dichiarato manderò a casa tutti i fannulloni, testuali parole, che a suo dire infestano l’amministrazione pubblica.
Il proposito è buono, sempre che la cosa si applichi anche ai pubblici amministratori, a partire dai ministri, ma un primo ostacolo che vedo é quello di misurare la “fannullonagine”, se così la possiamo chiamare, perché non é che uno é fannullone o non lo é, ci sono vari gradi di fannullosità e poi, non é che si tratti di una etichetta valida sempre e in tutte le situazioni, per cui io posso lavorare come un ossesso in ufficio ed essere, o essere considerato dalla mia gentile consorte, un fannullone in casa.
Una domanda: ma Un’altro problemino da tenere da conto é quello delle autonomie.
Già oggi quello che vale a Roma non vale a Palermo o a Bolzano, tanto per toccare i due estremi geografici e non del Bel Paese, figuriamoci domani quando tutti saranno autonomi: le Regioni dallo Stato, le Province dalle Regioni, i Comuni dalle Province, le Strade dalle Piazze! Quando mai ci potrà essere un metro comune per misurare la voglia di lavorare, un metro depositato al Museo dei pesi e delle misure di Parigi come il banale metro, adottato da tutti?
Con queste premesse, che l’operazione possa avere successo non ci crede nessuno ma, vista la imperante globalizzazione, il mio timore è che la si possa applicare anche in Grecia dove gli effetti potrebbero essere devastanti, e vediamo quali perché.
A stare a quello che si dice in giro, la metà degli addetti alla pubblica amministrazione, quelli di fede governativa, quale che sia il governo, oggi sono fannulloni istituzionali, visto che a lavorare tocca a quelli di fede opposta: una applicazione rigida della legge porta quindi ad un immediato dimezzamento degli addetti ai lavori, scusandomi per la contraddizione in termini, e mi fermo solo a questi.
Che fará tutta questa gente senza lavoro ma soprattutto senza stipendio? Si metterà in giro in cerca di un nuovo lavoro con due pesanti effetti : uno spaventoso incremento del traffico in una città dove il traffico é già spaventoso, ed un crollo del giro d’affari di bar, caffetérie, delivery e altre attività legate al tempo libero remunerato.
Ma il calo di affari in un settore rischia di innescare effetti a valanga, a cominciare dal licenziamento di camerieri e ragazzi addetti alle consegne a domicilio i quali, a loro volta, si metteranno in cerca di un nuovo lavoro provocando una ulteriore crisi nel traffico e nei consumi e così via fino a provocare una crisi totale che in confronto quella americana del ’29 cosa da ridere é stata.
E allora, con questa immagine davanti agli occhi, mi permetto di dare un consiglio al nostro Brunetta: caro ministro, fermati un attimo e riflettici su, non é che alle volte é meglio essere un fannullone nella pubblica amministrazione piuttosto che un indefesso pubblico amministratore?

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