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NO SMOKE A 18 ANNI? INUTILE E DANNOSO ALLA SALUTE E ALL’INTELLIGENZA DEI GIOVANI

di Vincenzo Donvito, presidente Aduc

Disegno di legge del sen. Stefano Di Lillo per alzare il divieto di vendita e consumo del tabacco da 16 a 18 anni. L'intento non e' di “avviare un'ondata sanzionatoria” ma “far cambiare cultura, impedire che i nostri figli diventino i sostituti consumatori di quegli 80 mila fumatori che ogni anno muoiono e che il mercato ha bisogno di rimpiazzare”.
A parte che attualmente non ci risulta ci sia il divieto di fumare sotto i 16 anni, ma solo di acquisto, evidentemente il nostro senatore –che e' anche cardiologo-, checche' ne dica, ha una visione del mondo a sbarre. Non crediamo che oggi il numero di fumatori sia in calo perche' c'e' il divieto di acquisto sotto i 16 anni, figuriamoci se lo si innalza a 18. Il sen Di Lillo, che probabilmente non e' mai stato un ragazzo, non sa che il fascino del fumo presso i giovanissimi (che oggi fumano molto nonostante il divieto dei 16 anni) nasce proprio dal divieto, dalla trasgressione, dal voler “essere grandi” e “provare le emozioni dei grandi” e, come gia' accade per sostanze molto piu' demonizzate che non il tabacco (vedi la marijuana), e' proprio il divieto che fa crescere i consumi. Si vuole incrementare il mercato nero del tabacco? Proibirlo e' il metodo migliore, prendendo a schiaffi le uniche possibilita' che ci sono perche' non si inizi o non si continui a fumare, cioe' l'informazione sui danni per la propria salute. Ma tapparsi gli occhi davanti alla realta' e immaginare i benefici vantaggi di un mondo di divieti e di sbarre, rimane comunque il sogno di coloro che sono sempre stati i nemici dei giovani, perche' questi ultimi chiedono solo di essere considerati senzienti e capaci di dominare le proprie decisioni e la propria volonta': imporglielo con il divieto ha sempre dato risultati contrari. Oggi e' il turno del sen. Di Lillo, avanti il prossimo.

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