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Il problema non sono tanto i fannulloni, guardiamo al di la del naso

Se il Ministro Brunetta crede di risolvere la crisi economica licenziando alcuni fannulloni, farebbe meglio a tornare a scuola da Silvio !

Quando si parla di crisi ecomiche nazionali o mondiali, bisognerebbe per prima cosa, guardarsi nelle proprie tasche e poi in quelle dei vicini di “ poltrona”. Se le proprie sono un po’ gonfie forse sarebbe il caso di alleggerirle. L’ equazione anche se a molti non piace e’ : la ridistribuzione del capitale. Quella torta immensa a cui tutti vorrebbero attingere a prescindere. A chi non piacerebbe avere una ferrari ? Io me la sogno ogni notte. Tutti vorremmo un mondo in cui non vi sia sprego, ma sta di fatto che nella sola America si continua a sprecare, specialmente a Natale, un buon 80% del consumo alimenntare. Forse faremmo meglio, compreso l’ economista prestato alla politica, a chiederci, quante altre bocche nel mondo potremmo saziare se ognuno al momento di mettersi a tavola, fosse più disponibile e solidale? Il consumismo selvaggio, questo neoliberismo, inevitabilmente ci condurra’ in un viaggio senza ritorno. Mi sto chiedendo se il capitalismo non sia fallito anche perche’ sopraffatto dal cristianesimo che da duemila vuole i poveri con sè. Lasciamo questa domanda agli esperti del ramo. E si, mi ritrovo “idealmente e radicalmente” un comunista progressista e non mene vergnogno. Ma, io non vesto Versace, nè stiro nè tantomeno mi lustro. Non indosso altresi’ i panni del “paternalista”. Sono un semplce minimalista cosi’ come e’ semplice il mio dizionario, ma seguo il principio che nemmeno le bricciole vanno spregate, gli uccelli ma sopratutto gli “uccellacci “ li abbiamo ancora con noi.. Tutti i politici che siano essi liberali, dittatori o economisti, prima di “spaccare” sentenze, dovrebbero, interaggire con l'elettorato, con i comuni mortali piu volte facilmente strumentalizzati ma poco ascoltati. Ultimo caso aclatante e’ quello del Ministro degli interni Maroni: “ a cosa serve festeggiare il 2 di giugno se la gente non arriva alla fine del mese? “ Frase fatta e rifatta che nell’ immaginario collettivo, oramai non fa piu’ scalpore. La prima volta che l’ ho sentita e’ stato nel lontano 1978 e a distanza di 30 anni eccola riapparire oggi indebitamente, per l’ ennesima volta.

Speriamo che questo nuovo governo sappia individuare i problemi reali di base e “curarli” Altrimenti alle prossime elezioni, risentiremo questa frase sia da destra sia da sinistra, fino alla nausea.

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