Le sale cinematografiche d’Italia stanno proiettando “Gomorra”, un film tratto dal bestseller dello scrittore napoletano Roberto Saviano, che sta partecipando al Festival di Cannes. Il libro di Saviano ha il gran merito di aver riacceso l’attenzione dei Media e dell’opinione pubblica sulle “imprese” della malavita organizzata campana, che prende il nome di Camorra. Un interesse abbassatosi incredibilmente all’inizio degli anni ’90, successivamente all’arresto di Pasquale Galasso e Carmine Alfieri (boss del Camorra) e dei principali boss mafiosi, arresti realizzati nei mesi successi alla morte di Falcone e Borsellino ed all’inizio di Tangentopoli. Avvenimento quest’ultimo che attirò l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica e che cambiò la storia d’Italia. Oggi la Camorra e la ‘Ndrangheta sono i due sistemi di criminalità organizzata più potenti d’Italia. In molti considerano la ‘Ndrangheta:”Come il sistema malavitoso più potente e pericoloso d’Europa“.
La Camorra invece è una forma di associazione criminale molto antica, la cui origine risale al XVI secolo, e, differentemente dalla Mafia e la ‘Ndrangheta ha un origine prevalentemente urbana. I primi camorristi escono tra i ceti popolari arrivati a Napoli nel ‘500 dalle campagne, sfuggiti alle tasse e alla fame delle rispettive provincie. Essi si presenton come un elite criminale con loro vincoli, riti iniziatori, regole e tribunali per amministrare una sorta di fiscalità, di sicurezza e di giustizia parallela a quella dello Stato.
Nel secondo dopoguerra appare un’altra figura della criminalità napoletana e resa famosa dal cinema e da una certa letteratura: il guappo. Figura di origine borghesi o imborghesito, espressione di un forte individualismo con tratti di marcato esibizionismo. Negli anni ’50 dai vicini centri della provincia provengono a Napoli i guappi per svolgere, come individui criminali, le funzioni normalmente effettuate dalle Borse Merci. Sono loro infatti a fissare i prezzi dei prodotti ortofrutticoli. Il guappo più autorevole è il . Pasquale Simonetti, detto , sarà il guappo più famoso, eliminato dal concorrente Antonio Esposito, che sarà a sua volta eliminato dalla giovane moglie di Pupetta Maresca, cha apparteneva alla famiglia camorristica dei di Castellamare di Stabia. Per tutti gli ’60 e ’70 le Commissioni Parlamentari di Inchiesta sulla Mafia si disinteressarono della Camorra, che negli stessi anni acquista la centralità del contrabbando del tabacco per la chiusura del porto franco di Tangeri e il conseguentemente spostamento sulle coste jugoslave e albanesi dei depositi clandestini del tabacco.
L’incedibile decisione della magistratura di mandare molti capi mafia in domicilio coatto nel napoletano produce, al principio degli anni ’70, il superamento della storica incompatibilità, di atteggiamenti e comportamenti, tra mafiosi e camorristi. I cospicui interessi di Cosa Nostra nel contrabbando del tabacco consigliano ad importantissimi boss siciliani a procedere alla affiliazione di capicamorra attivi nel settore (Zaza, Nuvoletta). Questa alleanza assumerà un rilievo strategico importantissimo per due ragioni: la centralità acquisita da Napoli nei traffici internazionale del tabacco e della droga e il conseguente insediamento, nel 1971, del clan dei , che aspiravano al controllo di questi traffici con l’aiuto di alcuni contrabbandieri napoletani. Più che di marsigliesi, in realtà si trattava di: marocchini di Tangeri e di Casablanca, di algerini, francesi, inglesi, tedeschi, greci, col supporto di finanzieri svizzeri e rumeni. Insomma una multinazionale del crimine. La loro arma segreta era un motoscafo (i cosiddetti motoscafi blu) particolarmente veloce utilizzato per il carico e lo scarico del tabacco e per sfuggire agli inseguimenti della Guardia di Finanza. La guerra per il controllo del contrabbando del tabacco provocherà numerosi morti e terminerà nel 1974 con le eliminazione dei dalla piazza di Napoli. Essa diventerà la città simbolo del contrabbando e si conteranno circa cinquemila contrabbandieri (di cui quattromila sui motoscafi). Le persone che opereranno nell’indotto di questa illecita attività ammonteranno a circa cinquantamila. Attività che sarà ribattezzata come: “La Fiat del Sud”
Alla fine degli anni ’70, tra le file della Camorra, emerge la figura carismatica di Raffaele Cutolo. Egli ottiene, nei primi anni ’70, il sostegno di alcuni capi della ‘ndrangheta calabrese e di alcuni mafiosi; emarginato, durante la sua carcerazione, dagli accordi tra mafiosi e camorristi, Cutolo punta ad affermare la sua supremazia attraverso una spietata violenza criminale ed al ritorno a moduli e rituali della vecchia camorra Ottocentesca. Egli sarà il fondatore della Nco (Nuova Camorra Organizzata). La Nco si espanderà, in Puglia, per il trasferimento di molti cutoliani nelle carceri pugliesi, e per la disponibilità della criminalità locale a cercare riferimenti e protezione dalla camorra cutoliana e dai capibastione della ‘ndrangheta. Cutolo, soprannominato ‘O Professore di Ottaviano (Il Professore di Ottaviano), procederà ad affiliare manovalanza criminale all’interno delle carceri e tra i tantissimi disoccupati.
Sul finire degli anni ’70 Raffaele Cutolo sarà alla testa di un esercito che conterà all’incirca settemila affiliati che sognano di controllare l’intero territorio campano, sottraendolo all’iniziative criminali degli altri clan, legati o Cosa Nostra siciliani o restati autonomi, restituendo così alla camorra un forte identità campana. Il progetto di dominio cutoliano provocherà la formazione di uno schieramento avverso, che assumerà prima la denominazione di Nuova Fratellanza, per iniziativa del clan Giuliano, di Forcella e del clan Vollaro, di Portici, che diventerà poi, all’inizio degli anni ’80, La Nuova Famiglia, che comprenderà i clan: Nuvoletta di Marano, Zaza di Santa Lucia e San Giovanni a Teduccio, Alfieri di Nola e i Galasso di Poggiomarino, Bardellino di Aversa, primo capo del dei Casalesi (cittadina della provincia di Caserta resa famosa del libro di Saviano e dal suo omonimo clan) e Ammaturo di Castellammare. All’interno del Nf si verificherono contrasti tra il clan dei Nuvoletta, affiliati dei corleonesi, con quello guidato da Bardellino, vicino a Riccobono amico di Tano Badalamenta e di Buscetta. La guerra tra la Nco e Nf si chiude nel 1983 con la vittoria della Nf. Tra i suoi leader usciranno i boss che domineranno le piazze della Campania tra ‘83 al 93. Gli anni in cui Raffaele Cutolo era il capo in discusso della Camorra Campana, tra il ’78 e ‘82, furono caraterizzati da numerosi misteri. Il principale fu quello che lega Cutolo, la Dc, partito di governo, e i Servizi Segreti nell’affare di Ciro Cirillo, assessore regionale all’edilizia sequestrato dalle Br. Però, dopo la morte di Pasqualone ‘e Nola e la guerra tra camorristi e mafiosi contro i marsigliesi, il terzo avvenimento che cambia la storia della Camorra e di Napoli fu il terremoto dell’80, che rase al suolo ampi territori della Campania. La lotta per la assegnazione degli appalti per la ricostruzione sarà il piatto più grosso che l’intera galassia camorristica cercherà di appropriarsi. All’inizio degli anni ’80 inizierà una forte legame di convivenza tra i clan, il potere politico ed imprenditori.