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"Darfur, Time Over: quanti morti ancora?"

Stefano Giancola ci presenta il suo viaggio dentro le contraddizioni del Sudan, attraverso il fotoreportage “Immagini dal Sudan”. La proiezione avverrà Venerdì 23 maggio, alle ore 18.00 presso il “Sezze MAT spazio teatro”, Via S. Carlo 160 a Sezze, nell'ambito dell'incontro “”DARFUR: Time Over. Quanti morti ancora?”, organizzato da ITALIANS FOR DARFUR in collaborazione con Matuta Teatro, ass. Ercole. All'evento parteciperanno anche Stefano Cera – autore del libro: “Le sfide della diplomazia internazionale: il conflitto nel Darfur” e Christian Capuani – Il Messaggero.

di Stefano Giancola (IB4D):

“Immagini dal Sudan” ovvero, un viaggio dal cuore del Darfur a quello di un paese, Khartoum, sordo ai bisogni delle sue regioni periferiche. Un percorso che termina in un altro nervo scoperto del Sudan, l’area sensibile dell’Hameshkoreb, ai confini con l’Eritrea. Ancora la reiterazione di un copione già visto nel Sud Sudan in cui gli attori, ribelli e forze governative, si affrontano in un’estenuante duello senza che si intraveda la possibilità di un lieto fine. Una rappresentazione però dai risvolti tangibilissimi, quelli in cui la gente comune ricopre la parte della vittima, mera comparsa di un gioco di interessi internazionali inaccessibili ai più.

Così, fra dettagli, primi piani e semplici inquadrature, si susseguono le immagini di accenni di scuole, parvenze di centri sanitari, finzioni di normalità ai bordi dell’esistenza: una lotta quotidiana contro un destino piovuto dal cielo sotto forma di bombe, una reflex puntata sul dolore, sulle flebili speranze per un futuro migliore, più spesso, solo l’aspettativa di un futuro e basta. Quando l’obiettivo sfiora il senso di una tragedia che le parole hanno abbandonato, frazioni di esposizione che congelano sguardi in cui la sofferenza si confonde con la dignità, la provvisorietà con il riscatto: un brulicare di vita che si affanna in sterminati campi profughi, in città deformate dalla promiscuità con la guerra. Vite che non vogliono smettere, abdicare alla propria condizione di esseri umani. Vite che entrano ed escono dal limbo delle TV occidentali per esitare davanti ai nostri occhi: un pezzo di quello stesso mondo distante anni luce dalle sue migliori intenzioni.

Un po’ osservatore disincantato del mondo, un po’ reporter, Stefano Giancola ha fatto del viaggio una condizione di vita, un’estensione mentale – prima ancora che fisica – della propria esistenza. Fisico, ma anche autore di romanzi, raccolte di poesie ed articoli giornalistici, è stato testimone diretto di emergenze umanitarie e problematiche geopolitiche. Ciad, Darfur Sudanese, Eritrea, Zimbabwe e Mozambico sono solo alcuni dei luoghi geografici di una realtà – l’Africa – che Giancola ha percorso in lungo e in largo registrandone sussulti, attese e drammatici epiloghi. La reflex e la biro che sempre l’accompagnano in questo suo andare hanno fermato emozioni e intuizioni di questo continente duro ed ineffabile: un continente senza compromessi, che pure fa del compromesso con la vita la sua giornaliera sopravvivenza.

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