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Guai se la Lega dettasse la linea politica al centrodestra, sarebbe un disastro per il paese.

Intervista all’on. Francesco Pionati Unione di Centro

Questo paese è xenofobo? Sono giuste le considerazioni della Spagna anche alla luce degli atti di violenza ultimamente perpetrati contro gli stranieri a Pigneto di Roma?

No, non siamo un paese xenofobo. Siamo un paese che purtroppo ha prodotto tanta emigrazione e quindi sa cosa significa vivere in una comunità lontano da casa. Le radici dell’Italia e degli italiani non sono xenofobe. Piuttosto direi che viviamo un momento di grande tensione perché effettivamente il tipo di reati che stanno commettendo molti immigrati clandestini colpiscono al cuore l’italiano facendo salire la tensione e la voglia di una giustizia un po’ sommaria. Non siamo xenofobi perché in ogni famiglia, specie al centro ed al sud c’è un nostro immigrato che è stato immigrato a sua volta altrove nel mondo.

Non crede che le posizioni della Lega e non solo siano troppo radicali?

Si infatti, nei loro territori hanno fatto della sicurezza un elemento di fondamentale importanza della loro politica, un cavallo di battaglia nella competizione elettorale. La Lega manifesta nell’ambito della maggioranza di centrodestra le posizioni più estreme una cosa assolutamente prevista e prevedibile. Sta alle altre forze di centrodestra ed in particolare al Presidente Berlusconi mitigare queste posizioni per portare la ragionevolezza. Guai se la Lega dettasse la linea politica al centrodestra, sarebbe un disastro per il paese.

La sinistra radicale non è rappresentata in Parlamento, ritiene sia un fatto positivo?

Assolutamente negativo. Sono personalmente molto preoccupato di questo e sono convinto che questa assenza sarà risolta. La sinistra in Italia esiste e c’è ed il fatto che non sia rappresentata per il meccanismo elettorale in Parlamento è un elemento di preoccupazione. Ma si ristabilirà con il tempo la sua rappresentanza parlamentare.

Antonio Di Pietro paladino della opposizione in Parlamento?

E’ il suo stile. Onestamente lo capisco e dico che dal suo punto di vista ha trovato una collocazione estremamente utile. Utile soprattutto sotto il profilo elettorale perché lui fa la sinistra non essendo sinistra quindi, in termini elettorali, sicuramente crescerà. Però non mi sembra questo un buon modo di fare opposizione responsabile. L’analisi del perché il Partito Democratico abbia cambiato posizione nel modo di fare politica da cosa parte? Parte dal fatto che è stato constatato sul campo che attaccare Berlusconi in maniera frontale lo rafforza invece che demolirlo. Ciò è provato dagli ultimi anni. Quando si pensava che Berlusconi avesse le ore contate in realtà è risorto ed oggi è alla guida del paese. Probabilmente, sul piano strategico, l’opposizione morbida è la soluzione più intelligente per il paese. Sul piano invece delle apparenze è chiaro che i toni individuali di Di Pietro danno più soddisfazione a quanti non vogliono vedere Berlusconi a Palazzo Chigi. Credo che Di Pietro otterrà dei benefici elettorali di ritorno ma non farà un favore all’opposizione in questo paese.

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