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CAREER FAIR

SanDiego,California

C’e’ una tradizione della societa’ americana che si rinnova ogni anno nel periodo precedente la “graduation” degli studenti nelle Universita’ e Colleges in tutto il Paese, che dimostra quanto il lavoro e’ considerato fondamentale e degno di rispetto da parte dei datori di lavoro e dei futuri lavoratori. E’ un esempio di civilta’ e di democrazia che mi ha sempre colpito per la sua affermazione rituale e obbligatoria da parte dei due contraenti che s’incontrano negli spazi pubblici dei campus universitari a proporsi i laureandi e, a offrire lavoro, gli imprenditori e/o i loro rappresentanti. E’ una vera “Festa del lavoro” che segue l’andamento dell’economia nazionale, ma che non tradisce mai le aspettative dei ragazzi che hanno lavorato duramente per arrivare a questo giorno di gloria. Sebbene si stia attraversando un momento di recessione economica, ben 121 aziende su le 140 dell’anno scorso si sono presentate all’appuntamento annuale alla San Diego State University, una delle Universita’ piu’ importanti e con maggior numero di studenti in questa parte della California. Questa formula celebra la “meritocrazia” e stimola i giovani a competere con l’orgoglio dei propri risultati accademici, che qui sono veramente sudati e conquistati con un duro lavoro intellettuale accompagnato quasi sempre da un impegno lavorativo extra per pagarsi gli studi. Una caratteristica dell’America che non e’ mai stata raccontata dai media italiani che sanno cogliere gli aspetti piu’ caricaturali di questa grande nazione, ma non questi esempi che invece potrebbero ispirare qualche azienda in Italia e qualche Universita’ a promuovere incontri che ridarebbero ai giovani la fiducia nella propria laurea, alle Istituzioni l’orgoglio di presentare con i risultati accademici dei loro studenti la qualita’ del loro insegnamento e al Paese la speranza che le cose possono cambiare. Il cambiamento che in questo momento storico-politico viene annunciato come essenziale deve e puo’ partire solamente dai giovani. Occorre affidargli la piena responsabilita’ del loro impegno negli studi, senza scorciatoie e/o protezioni, ma riconoscendogli il merito dei loro risultati e, come si fa in America, andandoli pure a cercare per offrirgli il lavoro, invece di costringerli a una odissea umiliante di precariato e di raccomandazioni.

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