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L’operazione antimafia "Saline"

L’operazione “Saline”, che nella giornata di ieri ha portato in carcere il presunto boss della ‘ndrangheta di Castellace, Domenico Rugolo, e l’esponente calabrese dell’UDC, Pasquale Inzitari di Rizziconi, fornisce finalmente la risposta ad una parte delle domande da me poste ai Magistrati della DDA reggina in occasione dell’audizione con la Commissione Nazionale Antimafia il 23 luglio 2007.
Le varie indagini stanno portando alla luce la potenzialità delle cosche mafiose della Piana di Gioia Tauro e la capacità delle stesse di inserirsi in tutti gli affari del territorio, con il collante dei mondi politico ed imprenditoriale. Qualsiasi fonte di sviluppo in Calabria frena il relativo livello occupazionale, giacché finisce col “dissetare” solo la ‘ndrangheta e le persone con questa colluse.
La vicenda del “Porto degli ulivi” conferma sia che i centri commerciali sono diventati punti di riferimento per il riciclaggio del denaro mafioso, sia che la ‘ndrangheta ha raggiunto preoccupanti livelli affaristici con banche straniere, che finiscono col rappresentare punti di “lavaggio” del denaro sporco, ricapitalizzato poi nuovamente in Italia.
La capacità evolutiva delle organizzazioni criminali mafiose, nel riuscire a diventare soggetti economici sui mercati comunitari ed internazionali, rende ormai indispensabile l’affinamento delle attuali norme legislative relative all’aggressione ai patrimoni illeciti.

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