La brutta avventura di una nostra giovane conterranea, Chiara Piredda

Alla Cortese attenzione del
Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Renato Soru

E, per conoscenza
Al Presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu
Al Sindaco di Siniscola, Lorenzo Pau
Alla Consigliera di Parità della Regione Autonoma della Sardegna, Luisa Marilotti
Alle Commissarie Regionali e Provinciali delle Pari Opportunità

Roma, 5 maggio 2008

Egregio Presidente,

Abbiamo appreso dalla stampa nazionale la brutta avventura di una nostra giovane conterranea, Chiara Piredda, che si è trovata ad essere discriminata nella ricerca di un’occupazione a causa della propria bassa statura. Si tratta di un evento del tutto inaccettabile e a tal proposito, come Parlamentari sardi alla Camera, abbiamo presentato un’interrogazione al Governo affinché chiarisca come intende procedere nei casi come questo, purtroppo del tutto frequenti, come testimonia un altro recente e simile avvenimento accaduto nella provincia di Lecco.

Ci pare sia in atto, soprattutto su un diritto costituzionale quale il lavoro, una continua discriminazione di quelle persone le cui caratteristiche fisiche non rispondono ai parametri di ‘perfezione’ dettati e perpetuati a partire dalle nostre televisioni, nonché da alcuni modelli di omologazione fasulli che certo non riflettono la grande varietà di differenze fisiche, di nazionalità, di salute e generazionali che ci caratterizzano tutti.

Vista anche l’impossibilità di un’applicazione puntuale e adeguata delle normative già in atto, riteniamo che spetti oggi alle istituzioni – e certo alla società civile tutta – il compito di estirpare questi atteggiamenti e pregiudizi, facendosi carico dell’attuazione di progetti di breve e lungo termine atti a costruire una cultura di autentica integrazione, per il pieno rispetto e tutela delle pari opportunità.

Allo stesso tempo, tramite le istituzioni, occorrerebbe indicare agli ordini preposti (come ad es. la Camera di Commercio), che all’atto di rilasciare le autorizzazioni alle aziende private per l’esercizio di attività pubbliche, si operasse attraverso una valutazione adeguata delle caratteristiche, competenze e idoneità dei richiedenti e pertanto si puntasse, tanto nel pubblico quanto nel privato, agli aspetti concernenti la formazione dei titolari dei servizi pubblici, che spesso si dimostrano, manchevoli ad esercitare attività che richiedono allo stesso modo capacità di relazione, rispetto delle persone, accoglienza.

Occorre che lo Stato lanci e promuova incisive ed efficaci campagne di educazione all’inclusione, al rispetto della diversità, delle disabilità, dei gap fisici che caratterizzano tanta parte della popolazione.
Ma ancora di più, è necessario che si intervenga nello sviluppo di una cultura che riconosca nel lavoro, come in tutti i momenti del vivere quotidiano, la differenza come un valore aggiunto, da acquisirsi come criterio di buona prassi e reputazione.

Temiamo che non bastino più le parole, le denunce e le forme di solidarietà che, intanto, portano alla soluzione positiva dei casi come quello di Chiara. Questa giovane donna caparbia e intelligente, è, infatti, riuscita, grazie anche alla solidarietà, ad ottenere giustizia ed un lavoro.

Sarebbe auspicabile però che il ricorso alla ‘bontà’ della società civile non diventi la regola risolutiva per avvenimenti di tale genere. Ci auguriamo dunque che le istituzioni intervengano efficacemente, anche alla luce delle numerose raccomandazioni comunitarie, per favorire la massima occupazione femminile, l’integrazione e la promozione della diversità come reale strumento di crescita, produttiva e valoriale.

Con i migliori saluti,

On. Amalia Schirru
On. Giulio Calvisi
On. Paolo Fadda
On. Siro Marrocu
On. Caterina Pes
On. Guido Meli

INTERROGAZIONE

On. li Schirru, Calvisi, Fadda, Marrocu, Pes, Melis

Per sapere, premesso che:

– La statura come discriminante nel riconoscimento di un diritto costituzionale come quello del lavoro è pura barbarie;
– è intollerabile che in un Paese che si dichiara civile e democratico, una donna non sia ritenuta idonea per un posto di lavoro e venga giudicata, non in base alle proprie capacità, ma secondo parametri irrilevanti, come in questo caso;
– è il chiaro sintomo di una stortura che affligge la nostra società dove a tutti viene richiesto di essere “perfetti”, alti, belli, abbronzati, privi di “difetti”;
– una perfezione fasulla, mutuata senza dubbio da una concezione troppo televisiva dell’individuo e che ahimè promuove, anche sul lavoro, un’immagine da “copertina” tanto finta quanto distante da ciò che invece siamo;
– è ora di chiudere con tali atteggiamenti e pregiudizi che si risolvono in discriminazione;
– Chiara è alta 141 cm, molte donne sarde la superano solo di pochi centimetri in più;
– come lei sono in tanti ad essere esclusi anche da molti concorsi pubblici, forze dell’ordine, forestale, militari per via dell’altezza;
– sono sicura che la caparbietà di questa giovane donna sarà sempre più forte della discriminazione;
– alle Istituzioni e alla società civile, però, resta il compito di estirpare pregiudizi e discriminazioni di tal genere, per il pieno rispetto e la tutela delle pari opportunità;
– si tratta di invertire la rotta dell’omologazione per prendere atto delle differenze, anagrafe, generazionali, fisiche e di salute;
– oggi bisogna sempre più integrare e valorizzare la diversità e richiedere alle diverse Istituzioni pubbliche dello Stato nonché alle aziende private un approccio inclusivo, capacità relazionali, professionalità di integrazione alla diversità, disabilità o gap fisico;
– tutti/e la maggioranza della popolazione ha una difficoltà di salute, è soggetta ad invecchiamento, o a una riduzione di autonomia;
– riteniamo utile mettere in campo progetti culturali per venire incontro all’integrazione della diversità, e far maturare la consapevolezza che la differenza è un valore e dovrebbe acquisita come criterio di buona prassi e reputazione;
– poiché non bastano più le parole, le denunce, le forme di solidarietà che si esprimono attraverso gli strumenti della parità, e delle pari opportunità

Chiediamo
come il prossimo Governo intenda affrontare queste vicende alla luce delle diverse raccomandazioni comunitarie tese a favorire la massima occupazione femminile, l’integrazione sociale delle persone con difficoltà o gap fisici.

Roma, 30 aprile 2008

On. Amalia Schirru

On. Giulio Calvisi

On. Paolo Fadda

On. Siro Marrocu

On. Caterina Pes

On. Guido Melis

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