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La dislessia: un problema curabile

Della dislessia in questi anni si sente ancora parlare troppo poco, e in modi diversi. C’è chi la considera una manifestazione di negligenza o di scarso impegno, chi un modo per esprimere il rifiuto della scuola, chi la considera una vera e propria malattia provocata da un danno cerebrale, o chi ancora manifestazione di ritardo che viene riassorbita con il passare del tempo. Invece la dislessia è una sindrome clinica che ostacola il normale processo di interpretazione dei segni grafici, e che affigge, se pur in diversa misura, circa il 3% della popolazione italiana. In Italia si parla di dislessia dagli anni ’60, e molto lentamente diventa una materia di studio. Fino a pochi anni fa il bambino che aveva difficoltà nel leggere e scrivere veniva considerato dall’insegnante e dalla famiglia come svogliato o pigro. Per molti insegnanti parlare di dislessia faceva scandalo, poiché metteva in discussione il loro lavoro, a volte molto mediocre e discriminatorio nei confronti del bambino dislessico. Oggi, invece, molti insegnanti sono a conoscenza dei sintomi della dislessia e posso aiutare i bambini che ne soffrono, attraverso l’aiuto di specialisti e il supporto dei genitori, impedendo così che la dislessia diventi la causa di dolorose frustrazioni e di gravi disagi psicologici.
Sulle cause che provocano la sindrome che genera la dislessia c’è ancora molto da scoprire e d’approfondire, tant’è vero che qualcuno suggerisce di parlare di dislessie, piuttosto che di dislessia. Però una distinzione viene fatta tra dislessia acquisita e dislessia evolutiva, due tipi di disturbi, che si distinguono tra di loro in modo profondo.
Nel caso della dislessia acquisita, un soggetto, che è in grado di leggere normalmente comincia a compiere errori, oppure, non riesce più a riconoscere le parole perché il suo processo di trascodifica e la sua capacità viene danneggiata dalle lesioni; mentre nella dislessia evolutiva la prima conseguenza, e anche la più evidente, è la difficoltà nel processo di apprendimento del codice scritto. Infatti la dislessia acquista è chiaramente riducibile ad una lesione, mentre la dislessia evolutiva ha cause diverse, di solito non lesionali, ma congenite, anche se comunque interessano sempre il substrato neurologico coinvolto nella realizzazione del processo. Inoltre la dislessia acquisita si manifesta in età adulta mentre la dislessia evoluta si manifesta nell’età della apprendimento scolastico. Il bambino mostra subito difficoltà di lettura dell’alfabeto, a fissare le corrispondenza fra i segni grafici e i suoni, e ad automatizzarle, cioè a compierle in modo rapido e senza sforzo apparente.
Il primo segno riconoscibile della dislessia evolutiva è il lento e faticoso apprendimento delle lettura ad alta voce.
Però va detto, che la lentezza nell’apprendere la lettura e non è un elemento sufficiente per definire un bambino dislessico, poiché i tempi di apprendimento sono diversi da soggetto a soggetto e, quindi, in alcuni casi, il ritardo di un bambino nell’imparare la lettura potrebbe essere riconducibile solo ad un suo più lento apprendimento.
La dislessia evolutiva, invece, si distingue, quando la transcodifica dei segni grafici in suoni rimane un processo molto lento e faticoso per molto tempo (per alcuni anni, e a volte per sempre), con la presenza di errori frequenti e con la conseguente difficoltà a riconoscere le parole presentate in forma scritta. Infine, nel caso della dislessia evolutiva il disturbo è molto più esteso e, soprattutto nelle fasi iniziali, può interessare tutto il sistema scritto, compresa la scrittura delle parole e anche la letto – scrittura dei numeri. Mentre per chi soffre di dislessia acquisita, il danneggiamento acquisito, può provocare conseguenze molto più circoscritte rispetto alla condizione congenita, per cui spesso la dislessia acquisita ostacola solo la lettura o alcuni dei suoi aspetti (per esempio, solo il riconoscimento di parole nuove). Chi ha scritto l’articolo non è un medico, non un logopedista, o un professore di scuola, ma è un dislessico evolutivo, che ama scrivere, e con grande difficoltà, ci sta riuscendo. Perciò è possibile migliorare il Vostro scrivere, il Vostro leggere ed anche laurearVi. Però è importantissimo: l’impegno, la costanza e il saper farsi aiutare. Vi chiedo, in ultimo, di: vivere normalmente la Vostra vita perché la dislessia non è una malattia, ma una sindrome che può essere curata, e poi, molti geni sono come noi!

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