Taccuino egiziano

Cairo

Arrivi Al Cairo e ti fa male un dente. Sono le sei di sera e non sai a che santo rivolgerti. Chiami l'ambasciata italiana e ti dicono di telefonare al consolato. Chiami Il consolato e dopo un paio di ping pong alla fine risponde una voce femminile che, sentito il problema, ti dice che richiamera'. Dopo qualche minuto squilla il telefono. “Questo è Il dentista dal quale vanno i diplomatici.” “Con chi ho avuto il piacere di parlare?” chiedo.”Sono il responsabile dei servizi consolari.” Prendo un taxi che mi scarica in una grande strada con rigagnoli di scoli che si insinuano tra le auto parcheggiate alla rinfusa su un simulacro di marciapiede. Cairo Dental Center: una targa sudicia. Mi sento morire sia per il dolore al dente sia per quanto mi aspetta. E impreco all'indirizzo della consolessa che mi ha mandato in quella topaia. Chiedo ad un tizio male in arnese dove si trova quel benedetto centro. Mi indica un corridoio in fondo al quale si apre una grande porta a vetri. Ed entro in uno studio dentistico che nemmeno in America ne ho trovato di uguale. Dopo una breve attesa sono ricevuto dal proprietario dello studio, il Dr. Tarek, che mi visita e mi affida ad un suo giovane collaboratore per il root canal. Macchine e attrezzature super. Il medico segue in diretta su uno schermo l'operazione. Al Dr. Tarek ho detto che rimarro' al Cairo ancora un giorno. Chiama i suoi assistenti e ordina che mi sia preso il calco per la preparazione di una corona che il giorno dopo mi viene applicata. Spesa 1700 lire egiziane pari a 200 euro.

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