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IL QUATTROCENTO A ROMA. La rinascita delle arti da Donatello a Perugino

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Il Museo del Corso della Fondazione Roma, presieduta dal Professore Avvocato Emmanuele F. M. Emanuele, promuove, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano, la prima grande mostra dedicata al Quattrocento romano. La mostra, prodotta e organizzata dalla Fondazione Roma in collaborazione con Arthemisia, si svolgerà al Museo del Corso dal 23 aprile al 7 settembre 2008.
Il Museo del Corso, nato dalla determinazione e dal significativo impegno del Presidente Emanuele nella promozione culturale, è divenuto negli anni un punto di riferimento rilevante nel panorama museale capitolino; dopo il successo della recente mostra “Capolavori dalla Città proibita” , oggi il Museo del Corso ospita nei suoi locali – in anteprima assoluta – testimonianze e capolavori artistici del XV secolo, prestati e riuniti eccezionalmente per questa mostra.
“Il Quattrocento a Roma” segna dunque un nuovo punto di riferimento per lo studio e la conoscenza della storia e dell’arte del Rinascimento italiano, riabilitando la grandezza di Roma accanto a quella coeva di Firenze.
La mostra presenta un’indagine approfondita sugli aspetti sociali, urbanistici, religiosi ed artistici di Roma, nel XV secolo, e a testimoniarne la grandezza sono esposti i capolavori dei grandi artisti che vi operarono: Mantegna, Perugino, Piero della Francesca, Pinturicchio, Donatello, Michelangelo, Lippi, sono solo alcuni degli artisti rappresentati in mostra.
I prestiti – in totale 170 opere – provengono dai prinicipali musei italiani e stranieri, tra cui i Musei Vaticani, il British Museum, lo Stiftung Museum Kunst Plast di Düsseldorf, il Skulpturensammlung und Mueseum für Byzantinische Kunst di Berlino.
Accanto alle prestigiosissime opere e testimonianze dell’epoca, due elementi di assoluta novità corredano l’esposizione: una grande tavola multimediale di Roma quattrocentesca con cui il pubblico potrà interagire ed esplorare nel dettaglio edifici e monumenti della Roma dell’epoca, e la ricostruzione 3D della Cappella Carafa di Santa Maria Sopra Minerva: per la prima volta l’Enea ha applicato la tecnologia con radar ottico a colori (solitamente utilizzata per indagini spaziali) ad un monumento artistico. Questo straordinario intervento consente una lettura nitidissima e ravvicinata degli affreschi del Lippi – conservati nella Cappella Carafa e visibili in loco con grande difficoltà – al punto da percepirne anche i più minimi dettagli.
Da segnalare anche il capolavoro di Piermatteo d’Amelia, “Madonna con Bambino”, che giungerà in mostra a partire dal 20 maggio; l’opera, di cui si erano perse le tracce da oltre 20 anni, è stata ritrovata e dopo un lunghissimo restauro verrà riesposta al pubblico per la prima volta in occasione di questa mostra.
La mostra è supportata da iniziative collaterali di approfondimento e da un’interessante attività didattica per le scuole ed i bambini, cui la Fondazione Roma offre generosamente l’ingresso e la visita gratuiti.
L’esposizione è a cura di Claudio Strinati, Soprintendente del Polo Museale Romano, e di Marco Bussagli, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, con il coordinamento di Maria Grazia Bernardini della Soprintendenza del Polo Museale Romano e già Soprintendente di Modena e Reggio Emilia; i curatori si sono avvalsi di un comitato scientifico prestigioso, che ha contribuito alla realizzazione della mostra e del catalogo.

Sezioni della mostra
La mostra si snoda attraverso cinque ampie sezioni:
1. La città
L’esposizione si apre con una ricognizione storica sull’aspetto urbanistico e architettonico di Roma nel Quattrocento, con la documentazione del tessuto viario, delle mura, delle case, singole o a schiera, degli edifici di servizio (per esempio lo Spedale di Santo Spirito), delle dimore nobiliari, come il Palazzo di papa Barbo, delle grandi basiliche romane, alcune delle quali riprodotte in plastico.
2. La vita civile e religiosa
La sezione successiva è dedicata alla vita quotidiana, con le stoviglie, i mobili e gli arredi delle dimore di allora, con strumenti musicali e “vesti” per la guerra. Un grande ruolo ebbe, infine, la devozione che la mostra documenta con una sezione dedicata agli arredi sacri, come reliquari, croci astili e stendardi processionali, ai pellegrinaggi e al culto del Santo Volto, emblema stesso della città.
3. Roma, scrigno dell’antico
Meta indiscussa di tutti gli artisti del rinascimento, Roma è la città che permetteva di tornare indietro nei secoli, osservando e studiando le meraviglie prodotte dall’arte del passato anche solo passeggiando per le strade o sedendosi sui rocchi di colonna per osservare i resti del Foro, il Colosseo, l’arco di Costantino; tutti edifici che puntualmente ispiravano le grandi opere di allora. La ricognizione sui tesori dell’antichità che Roma offriva agli occhi degli artisti offriva inesauribili spunti d’ispirazione e di riflessione. Non è un caso che sulle rive del Tevere Leon Battista Alberti abbia scritto il De statua (1450) e il De re aedificatoria (1443-1452) negli anni di papa Niccolò V Parentuccelli (1447-1455) e che, in quegli stessi anni, si dedichi alla Descriptio Urbis Romae (1447), che potremmo definire come la prima topografia moderna della città, premessa indispensabile per la celebre Lettera a Leone X di Raffaello (1513) che ritornò sull’argomento il secolo successivo.
Quasi un museo a cielo aperto, Roma insegnava agli uomini del Quattrocento quali fossero le basi stesse del “rinascimento” delle arti, passate adesso dal calligrafismo del Gotico fiorito, di cui Pisanello è l’ultimo esponente, alla plastica bellezza di un Mantegna o di un Piero della Francesca, illuminata dall’esperienza dell’antico.
4. La Roma dei Papi
La città, però, non era solo il luogo dove studiare l’antico, ma rappresentava anche la più importante meta del Cristianesimo occidentale, da quando l’Europa aveva perduto i Luoghi Santi di Gerusalemme e, soprattutto, da quando si era concluso nel 1377 il periodo avignonese con il ritorno del Papa sul colle Vaticano. Questo mutamento politico e storico, coincide con lo sviluppo delle arti a Roma nel Quattrocento ad opera dei papi, a cominciare dal pontificato di Martino V (1417-1431). Una rassegna dei ritratti e delle imprese dei pontefici, che si sono avvicendati sul trono di Pietro fino alla fine del XV secolo, restituisce il giusto ruolo ad una figura che aveva già una dimensione mondiale rispetto ai destini politici e religiosi dell’Europa.
Sono documentate in mostra le figure di Martino V (1417-1431), Eugenio IV (1431-1447), Niccolò V (1437-1455), Pio II (1458-1464), Paolo II (1464-1471), Sisto IV (1471-1484), Innocenzo VIII (1484-1492), Alessandro VI (1492-1503).
5. I grandi artisti
Il ritorno dei papi a Roma, perciò, non ebbe solo un’immensa portata religiosa, ma si rivelò, come era stato in precedenza e come sarà successivamente, un formidabile ”motore” culturale intorno al quale ruotarono gli artisti più importanti del secolo. Meta ambita da tutti gli artisti della penisola e dell’Europa, Roma nel Quattrocento assiste ad una fioritura delle arti che la mostra vuole documentare tanto in pittura quanto in scultura. Così, i pittori che si possono ammirare nelle sale del Museo e che hanno partecipato alla rinascita della Roma artistica, dopo la lunga parentesi avignonese sono Masolino, Gentile da Fabriano e Pisanello. Ci sono inoltre grandi nomi come Filippo Lippi, Beato Angelico, Benozzo Bozzoli che hanno lasciato tracce del loro passaggio a Roma, insieme a Benedetto Bonfigli e Piero della Francesca la cui opera oggi è ridotta solo alla volta della Cappella di San Pietro e Paolo in Vincula a Santa Maria Maggiore. Accanto ai grandi artisti, come Mantegna, Pinturicchio e Filippino Lippi, sono documentati pure pittori di estrazione locale e di formazione tardo-gotica Leonardo da Roma, Antonio da Viterbo e Bartolomeo di Tommaso, per dimostrare quale fosse il tessuto culturale sul quale andava a sovrapporsi la nuova arte rinascimentale. Infine, sono presenti in esposizione le opere dei pittori che hanno risentito della lezione di Piero, come Antoniazzo Romano e, da caposcuola, Melozzo da Forlì. Accanto alla pittura, però, è documentata anche la scultura con originali e riproduzioni fedeli dei grandi monumenti romani, come il celebre Ciborio detto di Sisto IV, il Monumento funebre a Paolo II e i grandi scultori di allora come Mino da Fiesole, Andrea Bregno e Antonio del Pollaiolo autore della Tomba di Sisto IV (1471-1484), documentata con le incisioni dell’epoca.
Negli ultimi anni del Quattrocento rivestì ruolo da protagonista anche il Pinturicchio, che dipinse in Vaticano, a Santa Maria in Aracoeli, a Santa Maria del Popolo e a Palazzo Colonna. Il secolo si chiude con l’arrivo di Michelangelo che eseguì due superbi capolavori, il Bacco e la Pietà.
Il catalogo, edito da Skira, è un cofanetto in due volumi, un oggetto prezioso ed un importante strumento di studio e conoscenza.
Data Inizio: 22/04/2008
Data Fine: 07/09/2008
Costo del biglietto: 9,00 euro
Prenotazione: Facoltativa
Prenotazione telefonica: 199 15.11.23
Città: Roma
Luogo: Museo del Corso
Indirizzo: Via del Corso, 320
Provincia: Roma
Regione: Lazio
Orario: Inaugurazione: 22 aprile ore 18.30
Dal 23 aprile: Tutti i giorni dalle 10 alle 20, giovedi e venerdi dalle 10.00 alle 23.00, Lunedì chiuso
Telefono: 0663895746
Fax: 0663749204
E-mail: info@museodelcorso.it
Sito Web: http://www.museodelcorso.it
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