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Interviste della XV legislatura

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sciolto le Camere il 6 febbraio 2008 a seguito della crisi di governo avutasi il 24 gennaio con le dimissioni del Presidente del Consiglio Romano Prodi dopo 23 mesi di legislatura.

Prima di indire la data delle elezioni anticipate, Giorgio Napolitano ha voluto esperire un ulteriore tentativo per la formazione di un governo istituzionale che si dedicasse soprattutto alla riforma della legge elettorale affidando al Presidente del Senato Franco Marini l’incarico esplorativo sulla ipotesi di una accordo tra le forze politiche a partire dal 30 gennaio motivando la sua decisione:

«La crisi si è aperta dopo che nel Parlamento erano stati trovati spiragli di dialogo sulle riforme. E' chiaro a tutti, politici e società civile, che senza tali modifiche non ci sarà una reale stabilità. Non posso non tenere presente che la stessa modifica è stata sollecitata dal referendum. Ho prospettato a tutti l'esigenza di dare almeno avvio alle riforme come dimostra il dialogo da me costantemente auspicato. -Questa strada, ha voluto sottolineare il Presidente-, è stata considerata impraticabile da quelle forze che invece vedono nel voto l'unica soluzione della crisi. E’ mio preciso dovere riservami adeguata ponderazione e valutazione conclusiva. E questa scelta non può essere considerata né rituale né dilatoria».

Il Presidente del Senato ha iniziato le consultazioni giovedì 31 gennaio alle ore 16 nella sala della Costituzione. In ogni caso, Marini intendeva concludere il suo lavoro, tornando a riferire al Quirinale al presidente della Repubblica nel giro di qualche giorno. Nell’accettare l’incarico il Presidente marini ha dichiarato:

«So che nelle attese dei nostri cittadini c'è una attenzione forte alla modifica della legge elettorale. So bene che si tratta di un impegno non semplice, anzi gravoso. Il mio impegno sarà nel tempo più breve possibile. C’è bisogno di farlo seriamente. Da parte mia ci metterò tutta la mia determinazione».

Il 4 febbraio 2008 alla fine della quarta e ultima giornata di consultazioni il Presidente incaricato Franco Marini rimette il mandato al Capo dello Stato prendendo atto che:

«È diffusa tra le forze politiche la consapevolezza della necessità di modificare la legge elettorale vigente. Non ho però riscontrato l'esistenza di una maggioranza su una precisa ipotesi di riforma. Per questo ho rimesso nelle mani del presidente della Repubblica il mandato che mi era stato affidato».

Così il Presidente del Senato, Franco Marini, ha chiuso ufficialmente il proprio mandato esplorativo, iniziato con l'«investitura» conferitagli da Giorgio Napolitano il 30 gennaio, con specifico riferimento alla possibilità di trovare una maggioranza disponibile a lavorare per elaborare nuove norme per l'elezione di deputati e senatori.

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