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Intervista al Presidente di Insieme Argentina, Antonio Bruzzese

di CRISTINA BELA

PER “RADIO NACIONAL ARGENTINA”

1) A meno di due anni si torna a votare. Qual é la sua valutazione nei confronti del Governo Prodi?

Questa valutazione la svolgo partendo da due annotazioni: la prima si riferisce ai meriti ottenuti da Prodi, il suo lavoro é stato positivo. La seconda riguarda le ragioni politico istituzionali della caduta dello stesso Prodi.
Per quanto riguarda i meriti menziono solo alcuni aspetti:
– La riduzione del deficit pubblico che con il governo Berlusconi aveva superato i limiti imposti dall’Unione Europea.
– La lotta contro l’evasione fiscale, visto che in Italia le tasse sono pagate per gran parte dai lavoratori e dai pensionati. Berlusconi perdonava i grandi evasori, nel senso che non pagavano e dopo pagando solo un poco si cancellava il debito: ovvero la pratica dei condoni
– Questa entrata straordinaria fiscale ha permesso, per esempio, di aumentare le pensioni anche per gli italiani all’estero che hanno giá ricevuto ad ottobre scorso e ora lo riceveranno nel mese di luglio di ogni anno. É stato firmato con i sindacati l’accordo piú importante degli ultimi 20 anni.
– La riduzione (ICI) delle tasse per chi ha una casa in Italia e la riduzione impositiva per le imprese.
Le ragioni istituzionali e politiche sono quelle che mostrano un sistema bipolare bloccato. Prodi nella sua coalizione aveva 11 partiti e Berlusconi 14, cosí ché ogni partito chiedeva a Prodi ció che voleva. E cosí pensando ognuno alle proprie convenienze, hanno finito per rompere votando contro nel “voto di fiducia”.
Cosí nasce il Partito Democratico, come una spinta forte al sistema politico italiano, che ha obbligato Berlusconi a trasformare la sua coalizione in un possibile partito politico, dividendosi e lo stesso é successo con la sinistra, restando due leadership: Berlusconi e Veltroni. I restanti partiti indietro, cosí a destra come a sinistra.

2) Qual é la sua opinione sulle liste e i candidati in Sud America?

La mia opinione é estremamente negativa per due ragioni: la prima, per alcune presenze sgradevoli: abbiamo chi gestisce case di appuntamento e da gioco, chi ha processi penali per frode, fascisti e personaggi dei quali i quotidiani italiani hanno parlano molto, protagonisti che all’epoca di Menem sono stati implicati con la vendita di armi e l’utilizzo della propria posizione per rapporti non trasparenti con i militari, oggi non si sa cosa fanno, non parlano italiano.
La seconda riguarda le liste indipendenti, come quella di Pallaro e Merlo. Come si puó immaginare che nel sistema politico italiano, che tende al bipartitismo, in questa area tanto importante, come Argentina, Cile, Brasile, Uruguay, paesi grandi e in crescita con alle spalle spietate dittature, oggi governati da forze progressiste con un forte impegno democratico, si possa essere rappresentati da indipendenti o dalla destra? Questi rappresentanti (Merlo, Pallaro, Angeli) hanno disertato i lavori in Parlamento registrando fino a un massimo del 64% di assenze. Utilizzano l’associazionismo per fini che non c’entrano nulla con quanto affermano. I loro principali protagonisti hanno in media 80 anni e rappresentano contraddizioni forti rispetto ai giovani e le donne che vengono solo utilizzati come bandiere alla finestra del giorno di festa. Il rinnovamento non esiste: hanno compresso, bloccato la crescita di due generazioni dopo di loro. Un voto alle liste indipendenti e alla destra é un voto sprecato.

3) Qual é il merito della piattaforma del Partito Democratico che Lei sostiene?

Un grande rinnovamento dentro della politica e dei suoi protagonisti. 50% donne, giovani. Ma soprattutto, un impegno grande verso lo sviluppo, la formazione, le infrastrutture, superando ció che fino ad oggi ha impedito all’Italia, da 15 anni, di costruire una strada, un tunnel, un canale, una ferrovia, una seria politica delle energie alternative. Cioé, entrare in una fase concreta che sblocchi l’Italia.

4) Come si puó migliorare ancora la relazione tra Italia e l’Argentina?

Soprattutto c’é un problema culturale, come si vede anche in questa campagna elettorale con gli indipendenti e la destra, dicono tutti le stesse cose. Assistenza, il corso di italiano, il consolato che deve funzionare meglio. Tutte cose giuste, ma non sono un progetto. Manca un progetto per costruire un rapporto nuovo con Italia e con Europa nelle grandi questioni. La lotta alla povertá, l’assistenza (non deve essere un obolo ma un diritto). Costruire uno sviluppo sostenibile affrontando la grande questione dell’ambiente, é questo che devono fare gli italiani: mettersi alla testa dello sviluppo della democrazia. Cosí come hanno fatto i loro antenati quando sono venuti in questi paesi e ne sono diventati costruttori, integrandosi ad essi. Perché questi Paesi, senza gli italiani, non sarebbero quello che oggi sono.

5) Cosa pensa sulla campagna “brogli”?

Mio nonno avrebbe detto:
“Se ietta innanz pe’ no cai’ arret”
La volta scorsa la campanga “brogli” inizió dopo che si apprese il risultato del voto. Ora inizia prima. É evidente, esattamente come allora, che i calcoli cominciano a procurare qualche dubbio. Si pensava di essere asso piglia tutto ora invece si ha il timore di avere solo una briscoletta.
Giornali ed esponenti del centro-destra, stanno affrontando le elezioni all’estero come se lo svolgimento della campagna elettorale, e quindi gli stessi risultati elettorali, fossero giá inficiati dalla immoralitá e dalla corruzione delle nostre collettivitá. Un “attenti al lupo” che turba e preoccupa, che copre di fango il mondo dell’emigrazione, gli italiani all’estero, i loro rappresentanti, le stesse istituzioni. Un poderoso tentativo di delegittimare preventivamente il voto all’estero e quindi la sua stessa opportunitá, la sua stessa esistenza. Un attacco sovvertitore di uno storico diritto acquisito dopo dure battaglie politiche e parlamentari e giova ricordare, con il consenso di tutti. Che si tratti di un’offensiva a tutto campo, di una strategia stabilita e coordinata a tavolino é dimostrato dal bombardamento mediatico a cui siamo stati sottoposti in questi giorni su quotidiani e agezie di stampa. Una miriade di comunicati ed avvertimenti basati su presunte inchieste giornalistiche e su poco credibili testimonianze. Non uno straccio di prova ma solo illazioni, congetture e piú spesso fantasie (o magari speranze, di chi paventando la sconfitta sul campo tenta di invalidare la partita). Un gran rumore che ha confuso buste e schede elettorali. La signora Contini ricorda che Berluscoi ha dato il voto all’estero e solleva dubbi e sospetti a ripetizione. Dimentica che proprio il Cavaliere disse che non capiva perché dovessero votare gli italiani all’estero visto che non pagano le tasse ( ?). Chissá che agitazioni avrá avuto il povero Tremaglia. Eppure qualche merito gli va riconosciuto anche se la modifica degli articoli della Costituzione necessari per il voto all’estero li approvó il centrosinistra.
A Roma si dice : “Apre bocca e gli dá fiato”
Auspico che questi ultimi giorni di campagna elettorale si basino su contenuti e programmi, su impegni e giuste rivendicazioni, sulle cose fatte e sulle cose da fare, su questioni insomma concrete. Auspico, inoltre che si accerti la regolaritá delle spese dei candidati delle liste indipendenti e del centro-destra. Solo in Argentina si stima che di pubblicitá costoro spendono 100 mila euro al giorno: una vergogna! Assistiamo a una sorta di “Berlusconi export”. É tuttavia innegabile che ci siano stati e molto probabilmente ci saranno problemi dovuti alle difficoltá della gestione del voto all’estero, un diritto complicato e mai adeguatamente assimilato dallo Stato italiano che non ha saputo, sin dalla costituzione della Circoscrizione Estero disciplinarne l’esercizio. Problemi dovuti sia ben chiaro- non all’indole truffaldina dei nostri connazionali ma a cause organizzative, indipendenti dalla loro volontá.
Che il meccanismo del voto all’estero debba essere rivisitato per renderlo praticabile proceduralmente e per fugare ogni dubbio sulla sua legittimitá costituzionale, é diventato urgente.
Nella prossima legislatura occorre produrre una seria riforma del voto all’estero che ne giustifichi e ne valorizzi l’esistenza e che lo renda impermeabile agli attacchi dell’oggi e del domani.
Ne frattempo difendiamo pacatamente questo sacrosanto diritto, vigiliamo con equilibrio sul suo svolgimento e rispettiamo democraticamente i risultati di queste elezioni.

PENSARE “EN GRANDE: CON EL PD UNA ITALIA NUEVA ES POSIBLE”

6 aprile, 2008
La presente intervista é stata trasmessa da 12 radio regionali e 2 TV

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