Cinquantatre sedute plenarie, oltre 200 persone ascoltate, due documenti sull'emergenza rifiuti in Campania, un convegno a Roma, una banca dati contenente 350 schede e un Archivio che custodisce 16.700 pagine che saranno rese disponibili in formato digitale. Sono questi i dati riassuntivi dell'attività svolta nella XV Legislatura dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse istituita dalla legge 20 ottobre 2006, n. 271.
A più riprese – si legge nella relazione finale, approvata il 27 febbraio 2008 -, la Commissione si è trovata «in presenza di condizioni di sostanziale paralisi degli ordinari processi decisionali». Dopo aver sottolineato la «necessità di eliminare le troppe strutture di intermediazione burocratica che hanno avuto solo l'effetto di diluire le responsabilità e aumentare a dismisura i costi», e «una volta alleggerita la trama complessiva dei soggetti», la Commissione ipotizza la costituzione di una Autorità indipendente «con una struttura molto agile e snella, utilizzando essenzialmente apparati e risorse preesistenti». Questi alcuni dei compiti ipotizzati per l'Autorità:
• la realizzazione di verifiche approfondite sulla fattibilità e i costi, per gli utenti, dei piani di gestione dei rifiuti, ivi comprese le tariffe;
• la promozione di opportune forme di coordinamento e circolarità delle informazioni tra tutti i soggetti variamente interessati alla definizione di strategie appropriate per l'ottimale gestione del ciclo dei rifiuti;
• la prevenzione e il contrasto degli illeciti connessi alla materia dei rifiuti, ad esempio mediante l'attivazione di una banca dati in materia.
La relazione finale si sofferma poi sulle “emergenze territoriali” (Campania, Lazio, Puglia, Calabria e Sicilia). Altri capitoli sono dedicati ai “rifiuti speciali”, alle tecnologie disponibili ad esempio per la valorizzazione energetica dei rifiuti solidi urbani e per il compostaggio, e all'”impatto sanitario dei rifiuti”.(Avvisatore.it)