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Agenzia del demanio: a 36 comuni reggini 221 beni confiscati alla ndrangheta

Costituito un tavolo regionale su destinazione e riutilizzo dei beni

Destinati 221 beni confiscati alla criminalità organizzata a 36 comuni della provincia di Reggio Calabria, lo prevede il Protocollo d’Intesa siglato oggi presso la Prefettura di Reggio Calabria. Alla firma del protocollo hanno partecipato l’Agenzia del Demanio, la Prefettura di Reggio Calabria, il Commissario straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali, l’A.N.C.I Calabria, in rappresentanza dei 36 comuni coinvolti, la Regione Calabria e la Società Italia Lavoro. L’accordo sancisce, inoltre, la costituzione di un tavolo istituzionale di governance regionale che ha l’obiettivo di programmare il riutilizzo dei beni confiscati e di accelerarne la destinazione finale attraverso la collaborazione attiva degli enti locali interessati.

Questo Protocollo, dopo quello già siglato il 19 febbraio 2007 con cui è stato destinato al Comune di Reggio Calabria un pacchetto di 48 beni, rappresenta un altro passo decisivo nella destinazione dei beni in Calabria, la terza regione, dopo la Sicilia e la Campania, con la più alta concentrazione di beni confiscati alla criminalità organizzata. Grazie a questa firma, infatti, la percentuale dei beni destinati in Calabria cresce dal 64% all’82%, per un totale di 1009 beni destinati nella regione.

Il tavolo tecnico, che si costituisce per la prima volta, avrà il compito di determinare gli indirizzi e le finalità dell’azione, coordinare le iniziative per il riutilizzo dei beni confiscati e riaffermare il principio della legalità, attraverso un impiego socialmente ed economicamente utile dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
I vari soggetti coinvolti si impegnano, inoltre, a garantire le stesse attività di collaborazione e assistenza per la destinazione dei beni oggetto di futura gestione dell’Agenzia del Demanio, che ricadranno nella Regione Calabria.

Il tavolo istituzionale regionale, basato su un’ampia e reciproca collaborazione dei soggetti coinvolti, e la destinazione di “pacchetti” di beni rappresentano due modalità operative per rendere sempre più snelle ed efficaci le procedure per il trasferimento dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

Nota Informativa

LA GESTIONE DEI BENI CONFISCATI ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA

L’Agenzia del Demanio è responsabile della gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata dal momento della confisca definitiva del bene fino alla sua destinazione.

L’83% dei beni confiscati si trova nelle quattro regioni meridionali, con una netta prevalenza della Sicilia (46%), mentre Campania e Calabria si attestano intorno al 15% e la Puglia al 7%. Il restante 17% è concentrato prevalentemente in Lombardia e nel Lazio.

IL 2007: ANNO DI SVOLTA

Nel corso del 2007 l’Agenzia del Demanio ha avviato un nuovo modello di gestione e destinazione dei beni confiscati basato sui Progetti Territoriali che prevedono la consegna di “pacchetti omogenei di beni” agli Enti locali e il loro riutilizzo sociale, attraverso la firma di Protocolli d’Intesa. Il Progetto Territoriale consente di superare le criticità legate alle lunghe procedure di istruttoria e di tutela che caratterizzano la destinazione dei beni. I Protocolli d’Intesa firmati con gli Enti locali hanno poi l’obiettivo di rinforzare la collaborazione e il coordinamento tra i soggetti firmatari, in modo tale da superare le difficoltà operative e le criticità che questi beni presentano (gravami ipotecari, occupazione abusiva, identificazione degli esatti estremi identificativi catastali, ecc.) e consentire una più rapida ed efficiente consegna dei beni alla collettività. In questo modo, infatti, i potenziali assegnatari possono usufruire di un quadro unitario e completo di tutti i beni confiscati situati nel territorio di riferimento. Prevale cioè una visione organica e di sintesi, basata sulla valutazione dell’impatto degli interventi sul territorio, in termini di costi/benefici sociali, in coerenza con le vocazioni specifiche degli immobili.

Nel 2007 sono stati avviati 4 Progetti Territoriali che hanno portato alla firma di altrettanti Protocolli d’Intesa con i Comuni di Roma (2 febbraio 2007 – 57 unità immobiliari), Reggio Calabria (19 febbraio 2007 – 48 unità immobiliari), Palermo (5 settembre 2007 – 258 unità immobiliari) e Bari (26 settembre – 56 unità immobiliari).

La Finanziaria 2007 ha, inoltre, ampliato la platea dei destinatari dei beni confiscati. Oltre ai Comuni, potranno acquisire e gestire immobili confiscati alla criminalità organizzata anche le Province, le Regioni, le Università Statali, le Agenzie Fiscali, le Amministrazioni dello Stato e le Istituzioni culturali con rilevante interesse nazionale.

Nel corso del 2007 l’Agenzia del Demanio ha destinato 684 immobili confiscati.

Il 2007 ha fatto registrare, per la prima volta, un’inversione di tendenza: il numero dei beni destinati ha superato il numero dei beni in gestione all’Agenzia del Demanio.

L’impegno per il 2008 è proseguire nello smaltimento dello stock pregresso dei beni ancora da destinare e consentire una gestione a regime delle nuove confische.

L’ATTIVITÀ DELL’AGENZIA DEL DEMANIO

Quando la Cancelleria del Tribunale competente comunica l’avvenuta confisca definitiva, compito dell’Agenzia del Demanio è quello di acquisire una conoscenza profonda del bene confiscato, verificandone lo stato fisico e giuridico, come ad esempio lo stato di occupazione o l’eventuale presenza di gravami ipotecari.
Una forte accelerazione nei processi di gestione di questi beni si è registrata nel 2005 con la creazione di un database in cui sono state raccolte tutte le informazioni acquisite sugli immobili confiscati, consentendo una gestione più dinamica e razionale.
Tutte le informazioni confluiscono in un unico database nazionale, attraverso cui l’Agenzia del Demanio registra e aggiorna i profili descrittivi di ciascun bene e ne monitora gli andamenti gestionali e lo stato di avanzamento del processo di destinazione.
La fase iniziale di presa in carico del bene è di fondamentale importanza, in quanto consente di inquadrare con chiarezza la situazione e di definire un piano di destinazione del bene che tenga conto delle eventuali criticità da eliminare per favorirne un più celere riutilizzo.
Allo stato attuale solo il 18% del totale dei beni confiscati in gestione è facilmente destinabile mentre l’82% presenta una o più criticità che ne ostacolano la destinazione.
Ci possono essere, ad esempio, gravami ipotecari e pignoramenti che richiedono l’accertamento della buona fede del creditore; beni occupati anche dagli stessi prevenuti e familiari, beni confiscati in quote indivise, contenziosi causati dalle impugnazioni delle ordinanze di sgombero. Quindi, nella maggior parte dei casi, l’Agenzia del Demanio deve svolgere un grande lavoro per rimuovere questi impedimenti e riportare i beni confiscati nell’alveo della legalità, garantendo non solo la loro destinazione ma soprattutto il loro effettivo utilizzo.

IL QUADRO NORMATIVO

La legge 13 settembre 1982, (cosiddetta Rognoni – La Torre), integrando la legge 31 maggio 1965 n. 575 recante “Disposizioni contro la mafia”, ha introdotto accanto alle misure di prevenzione di carattere personale quelle di carattere patrimoniale del sequestro e della confisca dei beni.
Una volta che la confisca è divenuta definitiva i beni immobili possono essere destinati a diversi soggetti per varie finalità.
La legge 31 maggio 1965 n. 575 recante “Disposizioni contro la mafia”, come modificata in particolare dalla legge 7 marzo 1996, n. 109 e dalla Legge Finanziaria 2007, prevede, infatti, che i beni confiscati alla mafia possano essere mantenuti al patrimonio indisponibile dello Stato per finalità di ordine pubblico, giustizia e protezione civile e anche per altri usi governativi o pubblici connessi allo svolgimento delle attività istituzionali di Amministrazioni statali, Agenzie Fiscali, Università statali, Enti pubblici e Istituzioni culturali di rilevante interesse, ovvero trasferiti per finalità istituzionali o sociali, in via prioritaria, al patrimonio del Comune ove l'immobile è sito ovvero al patrimonio della Provincia o della Regione.

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