di ENRICO SABATINO
Il PD per rafforzare l’immagine di novità e svecchiamento del panorama politico ha addirittura candidato come capolista alla Camera per il Lazio una ventisettenne, tale Marianna Madia.
Sconosciuta ai più per ovvi motivi, la “giovane” capolista sta recuperando terreno tra un’intervista e l’altra concessa a vari quotidiani nazionali.
Proveniente da una famiglia di celebri avvocati – lo zio vanta tra i propri clienti la famiglia Mastella – ha studiato a Roma allo Chateaubriand, scuola pubblica francese, si è laureata 4 anni fa in Scienze Politiche con 110 e lode e ora lavora presso l’Ufficio Studi dell’Arel, il think-tank democristiano fondato nel 1976 da Beniamino Andreatta e di cui è ora Presidente Francesco Merloni e Segretario Generale Enrico Letta.
La “ragazza” vanta anche frequentazioni importanti, come Cossiga – con cui condivide il fisioterapista – e il Presidente Napolitano, con il cui figlio ha avuto una relazione amorosa.
Insomma, è il prototipo della comune ventisettenne italiana…
Ma a prescindere da ciò, su cui si può sorvolare tranquillamente, sono alcune sue pubbliche dichiarazioni che lasciano esterrefatti e fanno accapponare la pelle.
Dopo aver esordito tempo fa con “Porterò la mia inesperienza in Parlamento” presentandosi come “candidata della generazione Erasmus”, l’intervista rilasciata di recente a Il Foglio avrà fatto rizzare i capelli a tutte le donne ex militanti del PCI che fu e comunque a tutte le donne che si definiscono “di sinistra” e si riconoscono oggi nell’attuale PD. Ma immagino che anche alla Bonino non sarà mancato un colpo allo stomaco, mentre la Binetti invece starà gongolando…
Ecco alcune perle della “ragazza” prodotte nel corso di questa intervista “L’aborto è il fallimento della politica, un fallimento etico, economico, sociale e culturale… sono certa che se si offrisse loro il giusto sostegno, le donne sceglierebbero tutte per la vita… L’essere umano va tutelato prima di tutto… Serve una convergenza di ideali, solo in un dibattito aperto si può arrivare a condividere questa concezione per cui la vita è vita dall’inizio alla fine”.
Dice però di non riconoscersi nella moratoria proposta da Ferrara ma aggiunge “non perché non condivida le analisi di Giuliano Ferrara, anzi: mi pare che quello che dice su questo tema vada proprio verso quella ‘riumanizzazione della vita disumanizzata’ che ritengo necessaria oggi. La richiesta di moratoria però non mi sembra l’approccio giusto per affrontare un problema che comunque sento anch’io come decisivo oggi… Io sono cattolica praticante, e credo che la vita la dà e la toglie Dio, noi non abbiamo diritto di farlo. Certo è che anche per esperienza personale mi sono resa conto di quanto sia sottile la linea di demarcazione tra le cure a un malato terminale e l’accanimento terapeutico nei suoi confronti. Quindi dico no all’eutanasia ma penso che l’oltrepassamento di quella linea sottile vada giudicato – in certi casi – da un’équipe di medici; comunque non dal diretto interessato o dai suoi parenti”.
Dunque un bel no all’aborto e all’eutanasia come presupposto di un’idea di famiglia che per la “ragazza” deve essere “lo strumento che ci proietta verso il futuro”.
Da queste perle si passa poi a dichiarazioni più banali come “molte logiche di sviluppo della nostra società sono al capolinea, vanno ridefinite. Bisogna capire quali strumenti possano garantire una ‘crescita qualitativa’ duratura. Un paese che non fa figli non ha futuro. La famiglia è il presupposto per questa crescita. Ecco perché la politica deve permettere di fare e crescere una famiglia, meglio se numerosa. Le politiche sulla casa e di lotta al precariato devono essere pensate in quest’ottica”.
La “ragazza” concede qualcosa sulle unioni civili “La libertà personale va rispettata sempre, per cui se due persone decidono di assumere pubblicamente diritti e doveri reciproci devono essere tutelate dalla legge”, precisando subito però “Ma certo è che se si parla di famiglia io penso a un uomo e una donna che si sposano e fanno dei figli. Scegliendo per la vita”. Tanto per chiarire la questione…
Ma tra le ricette per sostenere le giovani coppie sposate “la rappresentante del nuovo che avanza” non propone alcuna novità e infatti scopiazza l’ex ministro Maroni “Tra le nostre proposte c’è quella del ‘bonus bebè’ di 2.500 euro per ogni figlio che nasce”.
Le “novità” poi straripano con “bisogna facilitare la conciliazione tra lavoro e famiglia: una donna deve poter lavorare non perché deve fare carriera, ma soprattutto per potere mantenere il figlio e far crescere la famiglia. Per questo serve maggiore flessibilità nel lavoro e meno precariato”.
Certamente….come direbbe il petomane di Ciprì & Maresco.
La “giovane” infine conclude “Occorre una cultura della vita che sia per davvero tutela della vita in tutte le sue fasi e condizioni. Dal concepimento fino alla morte naturale. Solo così nessuna donna, pur potendolo fare, sceglierà di non abortire. Bisogna riumanizzare la vita disumanizzata, e per farlo bisogna mettere l’individuo al centro”. Of course…soprattutto il riumanizzare la vita disumanizzata……direbbe sempre il personaggio di Ciprì & Maresco.
Questo esempio di “gerontogioventù” è il nuovo che avanza in Parlamento. Che Dio ce ne scampi.