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Il Manifesto di Innovatori Europei per ROMA -Amor per Roma: Mobilità  e Sicurezza

Gli elettori romani, negli election days del 13 e 14 aprile, si troveranno a dover compilare 3 schede in più della maggioranza degli elettori del resto del paese. Oltre alle due camere del Parlamento nazionale saranno infatti chiamati a scegliere sindaco della città, presidente della provincia e presidenti dei 19 municipi in cui è divisa la città.

Il voto per il sindaco, e implicitamente per il consiglio comunale, ha un profilo più complesso delle precedenti elezioni del sessantennio trascorso.

Roma e la gente che vi risiede e lavora presentano, infatti, caratteri assai differenti dei modelli che siamo stati abituati a conoscere nei film della grande cinematografia italiana del dopoguerra. La Magnani, Fabrizi, Sordi, De Sica, Mastroianni, si riconoscerebbero difficilmente nella città attuale e il loro bonario sarcasmo non apparirebbe più l' espressione autentica della vita e del popolo della Roma di oggi.

Sarebbe erroneo riferirci , in questo quadro, alla città che viene proposta alle grandi correnti turistiche di tutto il mondo: quella città esiste ancora, è, anzi, nei suoi singoli gioielli restituiti all' originale splendore, più varia e più bella.

Dobbiamo invece pensare a una popolazione mutata negli stili di vita, nelle esigenze, nello stesso profilo genetico. Se Roma vuole diventare una città più moderna, come può esperimentare chiunque vi svolga delle attività, deve porsi la priorità riassumibile in due imperativi assoluti e intrinsecamente legati, la mobilità e la sicurezza.

Il fattore mobilità deve infatti essere compatibile con la sostenibilità ambientale e la incolumità dei cittadini, cioè con il fattore sicurezza. Il piano regolatore appena approvato deve prevedere, per Roma, un modello che impone il potenziamento della rete del ferro e del trasporto pubblico.

Ciò determina la priorità di nuove infrastrutture e di opere pubbliche che dovranno precedere o, comunque, accompagnare i poderosi obbiettivi di nuove edificazioni che si materializzeranno in sessanta milioni di metri cubi di cemento, di cui due terzi destinati a edilizia residenziale, per un incremento demografico di 400.000 abitanti.

Ma ancor prima, la sicurezza e l'incolumità dei cittadini imporrà una attenzione allo stato di quasi degrado del suo manto stradale. Leggenda metropolitana vuole che una ditta giapponese di motociclette prediliga Roma come test drive: se i prototipi degli scooters prodotti escono senza ammaccature dopo un paio di raids nella capitale, si considerano definitivamente collaudati.

Ma leggende a parte, la percentuale degli incidenti a Roma è impressionante e il volume di traffico su gomma di veicoli privati non ha confronti con qualsiasi altra città del mondo. Il numero dei morti nell' ultimo anno censito supera 230, i morti per incidenti sono 8,37 su 1000 defunti, mentre, per esempio, a Copenaghen sono 1,47 sempre su 1000 defunti.

La preponderanza dell' uso del mezzo privato è incredibile: la popolazione adulta registra circa 900 mezzi privati su 1000, un parco macchine che non ha uguali in nessuna megalopoli del mondo. E la mobilità avviene, con il mezzo pubblico, per meno del 20% .

A una recente proposta di dedicare un giorno di lutto cittadino a ogni incidente mortale, sembra che Rutelli abbia saggiamente eccepito l' impossibilità per un fermo cittadino di due giorni su tre, come appunto il provvedimento suggerito avrebbe comportato.

Ma la sicurezza ha una condizione necessaria, anche se non sufficiente, che è la funzione della pubblica vigilanza. 8.000 componenti del corpo dei vigili urbani non sono certo poca cosa, ma il quesito che i residenti pongono è: quanti di essi sono stabilmente, di giorno e, anche, di notte, assegnati al controllo del territorio?

E' accettabile che molti cittadini debbano lamentare la dilagante abitudine dei motocicli che impunemente scorrazzano sui marciapiedi? E' tollerabile un tasso di incidenti mortali, commessi sulle strisce pedonali, che raggiunge, statisticamente, una vittima, ogni settimana ?

Non vorremmo essere derubricati al rango di “laudatores temporis acti”: siamo consapevoli che la Roma di un tempo non tornerà più. La Roma che, nella tradizione e nello spirito del proletario Pasquino, sapeva raccontare sé stessa e, nello sberleffo temerario contro le ingiustizie, riusciva a riscattarsi , appartiene al passato.

Ma se amiamo Roma, dobbiamo correggere lo slogan ” Roma per Roma” inconsciamente ispirato
a un concezione romano-centrica. Uno spirito, in altre parole, difficilmente coniugabile con efficienza e stili di comportamento più consoni agli standard riscontrabili nelle altre capitali europee.

Si applichi invece l'anagramma rovesciato di Roma e si arriverà, simbolicamente, a una visione nel contempo, antica e futura , di una collettività che ha ben visibili, nelle sue vestigia, segni incomparabili di cultura di civiltà diverse: un crogiuolo di reperti architettonici che può essere interpretato come un messaggio solenne di rispetto e, con cristiana visione, di amore.

Appunto traducibile in uno slogan che, serenamente, suona ” Amor per Roma “.

INNOVATORI EUROPEI PER ROMA
Massimo Preziuso, Pierluigi Sorti, Tommaso Visone (Candidato IE al consiglio Comunale di Roma – Lista UNDER 30), Silvia Simone, Luigi Restaino, Daniele Mocchi, Stefano Casati, David Ragazzoni, Laura Tussi, Franceso Zarrelli, Salvatore Casu, Rocco Pellegrini, Albeto Zigoni, Pietro Murchio, Davide Gionco, Ernestina Pellegrini, Arnaldo De Porti, Davide Tiberti, Davide Tassi, Luca Neri, Gianni Trezzi, Dario Mastrogiacomo, Paola Diana, Antoine Santinon, Francesco Augurusa, Giovanni Germano, Mario Romanelli, Andrea Candelli, Alessandro Massacesi, Giuliana Cacciapuoti, Riccardo Sani, Andrea Sabatino, Vincenzo Girfatti, Alessia Maneschi, Filippo Bruno Franco, Mario Di Gioia, Leonardo Piscazzi, Christian Menghetti, Andrea Masconi, Remo Pulcini, Simone Franceschetto

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